Bonus 600 euro: se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio. Chi è escluso e perché

Teresa Maddonni

25/05/2020

Bonus 600 euro: se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio. Questa è la novità nascosta nel decreto Rilancio. Vediamo chi è escluso e perché.

Bonus 600 euro: se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio. Chi è escluso e perché

Bonus 600 euro: se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio. Ma chi è escluso e soprattutto perché?

Il decreto Rilancio introduce la modifica di alcuni articoli del decreto Cura Italia rinnovando il bonus di 600 euro per autonomi, professionisti, co.co.co., lavoratori del settore turismo e stabilimenti termali, lavoratori dello spettacolo introducendo anche nuove categorie come lavoratori intermittenti, addetti alle vendite e stagionali di altri settori diversi da quello turistico. Per alcuni, qualora si riesca a dimostrare una riduzione del fatturato a causa dell’emergenza COVID-19, può anche diventare di 1.000 euro.

Il bonus 600 euro è stato previsto anche per i liberi professionisti con cassa privata iscritti a un ordine (avvocati, commercialisti, architetti per fare qualche esempio) già dal decreto Cura Italia con il reddito di ultima istanza.

Ora un articolo del decreto Rilancio rinnova il bonus 600 euro anche per questa categoria di lavoratori. Un altro articolo però interviene facendo sì che se preso a marzo il bonus 600 euro non spetta ad aprile e maggio. Vediamo nel dettaglio perché.

Bonus 600 euro: se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio

Il bonus 600 euro se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio. La regola vale per i soli professionisti con cassa privata iscritti agli ordini già esclusi dai contributi a fondo perduto.

Il bonus di 600 euro per i liberi professionisti in questione, che non sappiamo se arriverà anche per loro alla cifra di 1.000 euro, era previsto dall’articolo 44 del decreto Cura Italia che l’articolo 78 va a modificare ai fini, si legge testualmente:

“Del riconoscimento anche per i mesi di aprile e maggio 2020 dell’indennità per il sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.”

Non si parla di cifre, ma neanche di casi di esclusione, dal momento che come prevede lo stesso articolo le modalità operative per la divisione del bonus 600 euro prevede l’apposito decreto interministeriale nei sessanta giorni dall’entrata in vigore del dl Rilancio.

Gli unici due casi di esclusione dal bonus 600 euro per i mesi di aprile e maggio dei professionisti suddetti sono elencati nel medesimo articolo. Questi infatti non devono essere:

  • titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
  • titolari di pensione.

Per capire perché il bonus 600 euro se preso a marzo non spetta ad aprile e maggio bisogna andare qualche articolo più giù e in particolare all’articolo 86 Capo II -Altre misure urgenti in materia di lavoro e politiche sociali che definisce il divieto di cumulo tra indennità. Si legge chiaramente che:

“1. Le indennità di cui agli articoli 84, 85, 78 e 98 non sono tra loro cumulabili e non sono cumulabili [..].”

Fin qui nulla da eccepire dal momento che l’articolo 84 disciplina il bonus 600 euro per le categorie di lavoratori che non sono i liberi professionisti iscritti agli ordini, l’85 il bonus colf e badanti e il 98 l’indennità per lavoratori sportivi. La parte interessante è questa perché l’articolo continua:

“[...] e non sono cumulabili con l’indennità di cui all’articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27. Le suddette indennità sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge 12 giugno 1984, n. 222.”

Stabilendo l’incumulabilità con le indennità all’articolo 44 del decreto Cura Italia si stabilisce l’incompatibilità tra il bonus 600 euro per i professionisti con cassa iscritti agli ordini che lo abbiano preso a marzo e le mensilità ulteriori di aprile e maggio.

L’articolo 44 era introdotto anche per lavoratori domestici che hanno ora un bonus di 500 euro per due mensilità disciplinato dall’articolo 85. Anche se questo nuovo bonus non è compatibile con l’articolo 44 del Cura Italia, per colf e badanti non si innesca lo stesso diabolico cortocircuito che invece riguarda i professionisti con cassa.

Per questi a oggi il bonus 600 euro di marzo è incompatibile, se è stato preso, con quello di aprile e maggio.

Bonus 600 euro a rischio per professionisti: errore materiale?

Il bonus 600 euro è quindi a rischio per i professionisti con cassa, ma si potrebbe trattare di un errore materiale recuperabile. Per errore materiale si intende un errore dovuto a svista o disattenzione. Questo almeno è quello che auspica il presidente delle casse di previdenza private Alberto Oliveti:

“Da un lato il Governo ha rifinanziato gli indennizzi statali per i mesi di aprile e di maggio, dall’altro un codicillo, che speriamo sia frutto di un errore materiale, ha stabilito che chi ha preso i 600 euro a marzo, non potrà ottenerli nei mesi a venire. Confidiamo che si tratti di un errore materiale e a tal proposito abbiamo chiesto chiarimenti ai ministeri e un’eventuale correzione.”

Una svista che però rischierebbe di escludere dal bonus 600 euro per aprile e maggio almeno 500mila professionisti con cassa in difficoltà.

Presto è arrivato l’intervento del governo in merito che ha assicurato che i professionisti iscritti agli ordini avranno il bonus 600 euro anche per aprile e maggio e che a breve ci sarà il decreto per assegnare le risorse.

Se il bonus 600 euro alla fine si prevede possa andare anche ai professionisti che lo hanno ricevuto a marzo nonostante l’errore del decreto, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha confermato che non avranno i contributi a fondo perduto non trattandosi di imprese, ma di persone.

Iscriviti a Money.it