Bonus Covid, collaboratori sportivi a rischio: al via i controlli della Guardia di Finanza

Antonio Cosenza

13/12/2020

Bonus collaboratori sportivi, Decreto Ristori: boom delle domande a novembre, possibili tentativi di frode. Partiti i controlli della Guardia di Finanza.

Bonus Covid, collaboratori sportivi a rischio: al via i controlli della Guardia di Finanza

Bonus Covid: sono partiti i controlli antifrode della Guardia di Finanza rivolti ai collaboratori sportivi che in questi mesi hanno beneficiato delle indennità riconosciute loro dal Decreto Cura Italia prima e dai Decreti Rilancio e Ristori poi.

Partire con i controlli è stato necessario in quanto per il bonus riconosciuto a novembre c’è stato un netto incremento delle domande. Un aumento che ha insospettito le autorità tanto da far scattare immediatamente i controlli ex post previsti dalla procedura.

Si teme, infatti, che ci siano persone che si siano fatte inquadrare come collaboratori sportivi esclusivamente per far richiesta del bonus di novembre a loro riconosciuto; è per questo motivo che la Guardia di Finanza ha acquisito tutta la documentazione relativa alle domande presentate e già nei prossimi giorni effettuerà tutti gli accertamenti necessari per verificare che effettivamente chi ha richiesto il bonus ne avesse diritto.

Bonus collaboratori sportivi: più di 50 mila domande a novembre, possibili truffe?

Per il bonus dicembre riconosciuto ai collaboratori sportivi Sport e Salute sono stati firmati bonifici per un totale di 117.308 beneficiari (compresi i 1.167 richiedenti che avevano una situazione sospesa che è stata sbloccata in questi giorni).

Si tratta di un numero molto elevato, per un costo di 94 milioni di euro a carico dello Stato; va detto, però, che le autorità temono possano esserci stati dei tentativi di frode negli ultimi mesi, tali da incrementare notevolmente la platea dei beneficiari del bonus.

Solamente per il bonus di novembre - poi appunto prorogato a dicembre - sono oltre 50 mila le nuove richieste pervenute, quindi circa la metà degli attuali beneficiari. Un numero elevato di richiedenti che ha fatto scattare gli accertamenti da parte della Guardia di Finanza, con l’attenzione delle Fiamme Gialle che si concentra su coloro che hanno avanzato domanda a novembre ma che non risultano aver mai lavorato in precedenza in ambito sportivo, né nell’anno in corso né tantomeno nel 2019.

Non preoccupa, infatti, la situazione relativa a coloro che hanno già percepito le indennità sulla base di quanto previsto originariamente dai Decreti Cura Italia e Rilancio: per questi, ai quali in automatico è stata riconosciuta anche l’indennità riconosciuta dal Decreto Ristori, i controlli sono già stati effettuati nei mesi scorsi.

Semmai a preoccupare è l’incremento delle nuove domande, con la possibilità possano esserci dei furbetti, ossia dei collaboratori sportivi - “dell’ultima ora” - nati appositamente per beneficiare delle indennità a loro riconosciute. E “trattandosi di ingenti risorse pubbliche” (stiamo parlando di circa mezzo miliardo di euro erogato fino ad oggi) è giusto che vengano effettuati i “necessari controlli antifrode” in considerazione dell’elevato numero di richiedenti che nel 2019 non risultavano impiegati in ambito sportivo.

Collaboratori sportivi furbetti: quali rischi?

Nel caso in cui dal controllo ne dovesse risultare una frode, per i furbetti scatterà sicuramente l’obbligo di restituzione immediata del bonus. Ma questa non sarà di certo l’unica sanzione: molto dipende da situazione in situazione, ma è molto probabile - ad esempio - che il furbetto debba anche rispondere per il reato di falsa dichiarazione, punito con la reclusione da 1 a 6 anni.

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