Hai diritto al bonus bebè? Hai tempo fino al 27 luglio per presentare la domanda. Ecco le modalità di presentazione, i requisiti, le fasce di reddito e gli importi.
Il 27 luglio 2015 è il termine di scadenza per presentare la domanda per il bonus bebè per tutti i bimbi nati dal 1° gennaio al 27 aprile di quest’anno. Occorre segnare con la penna rossa questa scadenza sul calendario: in caso di tardiva presentazione, infatti, il pagamento del contributo scatterà dalla data di trasmissione della domanda e non dalla data di nascita del bambino (o dal suo ingresso nella famiglia adottiva o in affidamento preadottivo).
Bonus bebè 2015: come e dove presentare la domanda?
La domanda per l’assegnazione degli 80 euro al mese, per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017, deve essere presentata attraverso tre modalità:
- in via telematica accedendo al sito dell’INPS con il PIN dispositivo (attenzione alla differenza con il PIN ordinario con cui si possono solo consultare gli archivi);
- telefonicamente chiamando il numero verde 803.164 per le chiamate da rete fissa o allo 06/164164 per le chiamate da cellulare (in questo caso però si paga secondo il proprio tariffario);
- tramite intermediario abilitato (commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro) o CAF, i quali provvederanno a compilare la domanda e a presentarla in via telematica.
Il modulo di domanda per l’ottenimento del bonus bebè può essere scaricato sul sito dell’INPS al seguente percorso: Servizi per il cittadino -> Autenticazione con PIN -> Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito-> Assegno di natalità -> Bonus bebè.
Bonus bebè 2015: requisiti e fasce di reddito
Per ciascun figlio nato a partire dal 1° gennaio 2015 spetta il bonus bebè: un assegno di 960,00 euro che verrà erogato mensilmente dall’INPS previa presentazione della domanda su apposito modulo INPS da parte dei neo genitori.
La domanda per il bonus bebè può essere presentata da tutte le mamme che partoriranno o adotteranno uno o più bimbi dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017.
Il bonus sarà mantenuto finché verranno soddisfatti i requisiti richiesti per l’accesso al beneficio, e comunque non oltre il 3° anno di vita del bambino.
Per ottenere il bonus bebè occorre fare riferimento al reddito ISEE cumulato dei due genitori: la soglia per il triennio 2015-2017 non può essere superiore a 25.000 euro; per i nuclei più poveri tale soglia è pari a 7.000 euro. Il periodo di riferimento è l’anno solare precedente a quello di nascita del bambino per cui si chiede il bonus.
Per le coppie il cui ISEE è compreso tra 7.000 e 25.000 euro il bonus bebè sarà corrisposto per l’importo di 960 euro annui pagati in rate mensili; per le coppie meno abbienti, con ISEE pari o inferiore a 7.000 euro, l’importo è raddoppiato (quindi 1.920 euro annuali, cioè 160 euro mensili). A partire dal quinto figlio in poi i predetti limiti reddituali non sono più operativi.
Il bonus bebè per i bimbi nati dopo il 27 aprile 2015
Il 27 luglio 2015 è quindi il termine di scadenza per la presentazione della domanda di bonus bebè per i nati tra il 1° gennaio ed il 27 aprile 2015. Per i bimbi nati a partire dal 28 aprile, invece, la domanda va presentata entro 90 giorni dalla nascita del bimbo.
L’obiettivo politico di questo tipo di prestazioni a sostegno del reddito
Quando è stato introdotto il «primo» bonus 80 euro, l’Italia stava vivendo la campagna elettorale per le europee dello scorso anno. Le prime buste paga beneficiarie del bonus sarebbero state elaborate proprio nei giorni immediatamente successivi alla data delle elezioni. La discussione all’epoca si concentrò sulla seguente diatriba: si tratta di una misura che può far ripartire i consumi o si tratta solo di una manovra elettorale del neo premier Matteo Renzi? Probabilmente entrambe le cose. Nel caso del bonus bebè, invece, la diatriba è un’altra: misura per incentivare le nascite (ai minimi da 150 anni) oppure si tratta di un altro spot utile solo per i consensi del Governo? La speranza, ovviamente, è che questa misura possa dare un po’ di respiro alle famiglie ma, allo stesso tempo, venga affiancata da una vera politica per la natalità.
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