Brexit nel caos e la Francia minaccia il veto

Violetta Silvestri

4 Dicembre 2020 - 15:21

Brexit: l’accordo non c’è ancora e nel pieno caos la Francia grida al veto se non verranno rispettate alcune condizioni di vantaggio per l’UE. Cosa succede tra Bruxelles e Londra?

Brexit nel caos e la Francia minaccia il veto

Brexit: Regno Unito e Unione Europea devono ancora colmare “lacune abbastanza sostanziali” nei loro colloqui commerciali. Il fine settimana che sta arrivando, quindi, sarà cruciale e i funzionari continueranno a dialogare, con Barnier che resterà a Londra.

Questo l’ultimo aggiornamento che arriva da Bruxelles, nel quale si legge scetticismo sul fatto che un accordo sia stipulato nelle prossime ore.

Non solo, il clima si sta facendo teso anche tra i 27 Paesi UE, tanto che la Francia ha minacciato il veto se ci sarà un’intesa non soddisfacente e al ribasso per il blocco europeo.

La questione Brexit sembra essere caduta nel caos, a pochi giorni dalla fine del periodo di transizione. Cosa sta succedendo?

Brexit: stallo pericoloso, colloqui difficili

I negoziati sono in stallo su più punti. Le parole di oggi, venerdì 4 dicembre, di Shaun Jepson, vice portavoce ufficiale di Boris Johnson, sono state chiare nel delineare la situazione:

“Siamo a un punto molto difficile dei colloqui. Il tempo scarseggia. Se un accordo non viene raggiunto, le imprese e i consumatori dovranno affrontarne i costi...mentre le relazioni tra il Regno Unito e l’UE rischiano di essere avvelenate per una generazione”

Da Londra lamentano un rinnovato elenco di richieste da parte di Bruxelles, che non sarebbe conciliante con la posizione della controparte. Intanto, però, il clima si sta facendo incandescente anche all’interno dell’Unione Europea.

Francia pronta al veto sull’accordo UK-UE

La Francia è sempre più intransigente. Da Parigi non si esclude il veto a un accordo commerciale tra il Regno Unito e l’Unione Europea se venissero concessi vantaggi non tollerabili alla rivale Londra.

Mercoledì 2 dicembre, l’inviato francese ha avvertito il capo negoziatore della Brexit che non sarebbe gradita un’intesa al ribasso solo perché il tempo sta per scadere con il 31 dicembre ormai alle porte.

Barnier, tra l’altro, ha respinto una richiesta dei rappresentanti degli Stati di rendere note le parti chiave del testo prima che fosse finito. La preoccupazione dei funzionari per il negoziato è di complicare una strada già difficile e in salita se tutti i 27 Paesi hanno la possibilità di dire la loro sull’accordo.

Tuttavia, la Francia si è messa alla guida di un gruppo di Paesi preoccupati che Barnier possa rinunciare a condizioni vantaggiose sull’accesso alle acque britanniche per la pesca e ammorbidire la posizione UE sulla concorrenza.

La difesa dei diritti di pesca è diventata una battaglia nazionale per Parigi, che vuole salvaguardare a tutti i costi le comunità del nord del Paese, per un settore che comunque vale circa mezzo miliardo di euro.

Sul tema restano da sciogliere diversi nodi, come: l’accesso alle acque britanniche e le quote di pesca, nonché la gestione delle controversie. Il Regno Unito vuole un accordo annuale, che la Francia e altri hanno dichiarato di non accettare.

L’UE chiede inoltre di includere nell’intesa l’accesso alle acque da 6 miglia a 12 miglia dalla costa britannica.

Il presidente francese Emmanuel Macron è determinato a fare in modo che l’industria della pesca nazionale non perda gran parte del suo accesso alle acque britanniche e spinge affinché le imprese britanniche siano vincolate a regole rigorose sugli aiuti di Stato e sugli standard di lavoro, in modo che non abbiano ciò che lui considera un vantaggio ingiusto.

La Brexit rischia ancora di naufragare nel mare che divide UE e Regno Unito. E la Francia non farà sconti.

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