Bumble, app per appuntamenti, ha realizzato un rialzo del 74% dall’esordio sul Nasdaq. Conviene investire nel titolo?
Bumble, dating app statunitense fondata nel 2014, ha visto le sue azioni registrare un rialzo del 75% dopo il lancio dell’Ipo. Il 10 febbraio, giorno del battesimo sui mercati, le azioni targate BMBL venivano scambiate a 43 dollari, per una capitalizzazione di mercato della società pari a 9 miliardi di dollari. Oggi, dopo alcuni giorni frenetici di contrattazioni, il titolo è a quota 75,4 dollari sul Nasdaq, indice tech della Borsa USA.
L’interrogativo, ora, preme: è tempo di investire in Bumble? Ecco i fattori rialzisti e ribassisti che potrebbero influenzare il rendimento borsistico del titolo nei prossimi mesi.
Bumble in rialzo del 75%: conviene investire?
Continua, dunque, la grande febbre per le Ipo e per le società tech made in USA. Grazie alla fiammata del titolo nei primi giorni post-Ipo, Whitney Wolfe Herd, numero uno di Bumble con un passato (turbolento) in Tinder, è diventata una delle più giovani miliardarie al mondo con i suoi soli 31 anni.
Non mancano, di certo, buone ragioni per raggranellare azioni BMBL sul mercato: la società texana prevede di espandere le vendite del 20% entro il 2023, e i risvolti incoraggianti sul lato delle performance finanziarie vengono solitamente premiati dagli investitori. Siamo nel campo delle previsioni, tuttavia: Bumble, pur contando su una rete di 150 Paesi e circa 54 milioni di utenti mensili, ha chiuso la novestrale gennaio-settembre 2020 con una perdita netta pari a 84,1 milioni di dollari. Il conto (salato) delle misure restrittive anti-Covid implementate con una certa continuità nell’ultimo anno.
Le azioni Bumble, in ogni caso, mantengono una certa attrattività: la società di Wolfe Herd potrebbe infatti capitalizzare la sua posizione di first mover – Bumble è la prima dating app in chiave prettamente femminile che rovescia lo status quo del settore imposto dai principali competitor – e la stessa pandemia, che pure ha fiaccato i conti della tech di Austin, sembra ora poter rafforzare la propensione delle persone a tessere relazioni online, schema peraltro già sdoganato da Tinder.
Investire in Bumble: i fattori ribassisti
D’altra parte, puntare su un titolo fresco di Ipo (da record) può essere un rischio: l’entusiasmo generato dal battesimo di Bumble sul Nasdaq potrebbe scemare a stretto giro di posta, come già successo nel caso di Uber e Lyft, stabilmente al di sotto del prezzo post-Ipo.
Inoltre, su Bumble pesano quei fattori che già hanno causato più di un grattacapo ai competitor, da Tinder a Badoo: la conversione degli utenti in clienti (paganti) è una via accidentata, e il successo non è scontato, ma è da quel crocevia che passa vita e morte dei player del settore.
Non solo: il business florido sta attirando una crescente competizione, e i rapporti di forza sul mercato potrebbero essere scardinati dall’entrata in scena di nomi pesanti. Tra questi, negli ultimi tempi, quello di Mark Zuckerberg, che ha lanciato il nuovo servizio Facebook Dating. E il gigante di Menlo Park, non ci sono dubbi, ha le risorse finanziarie e l’expertise tecnologica per fare a spallate con i (giovani) veterani del dating online.
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