La bozza del Disegno di Legge di Bilancio 2020 introduce un importante modifica alla disciplina dei buoni pasto, che porterebbe ai dipendenti a un aumento di tasse, ossia maggiori trattenute in busta paga.
Buoni pasto 2020: aumentano le tasse in busta paga dei lavoratori. È questa l’amara novità che emerge da una prima analisi della bozza del Disegno di Legge di Bilancio 2020. Infatti, all’art. 83 del predetto testo, rubricato al Titolo III “Economia e fisco digitale”, sono previste rilevanti novità in merito all’esenzione fiscale dei buoni pasto (cd. “ticket restaurant”), sia cartacei che elettronici.
La novella, in particolare, interviene direttamente sulla disciplina dei buoni pasto (art. 51, co. 2, lett. c) del Dpr. n. 917/1986), modificando i limiti di esenzione dei voucher, a decorrere dal 1° gennaio 2020.
Quali saranno le nuove soglie entro le quali i buoni pasto, sia cartacei che elettronici, non concorreranno alla formazione del reddito di lavoro dipendente? Quali saranno i risvolti sulle buste paga dei dipendenti e per le aziende?
Buoni pasto 2020: i nuovi limiti di esenzione fiscale
A partire dal 2020, le soglie di esenzione dei buoni pasto dovrebbero cambiare. In particolare, il limite dei ticket restaurant dovrebbe passare:
- da 5,29 euro a 4 euro, per quanto concerne quelli cartacei;
- da 7 euro a 8 euro, per quanto riguarda quelli elettronici.
Lo scopo della modifica è incentivare l’utilizzo dei buoni in formato elettronico, in quanto i voucher elettronici hanno una maggiore “affidabilità” fiscale. Infatti, con i buoni pasto elettronici non si riscontrano le criticità esistenti per i buoni cartacei relative al conteggio, al ritiro ed ai relativi controlli.
Essendo difatti i titoli emessi e gestiti in modalità informatica, i voucher elettronici godono di una maggiore tracciabilità, garantendo così il rispetto delle regole imposte dal D.M. n. 122/2017 relative all’incedibilità, all’incumulabilità oltre il limite di 8 unità, al divieto di commercializzazione, di conversione in denaro e di utilizzo da persona diversa dal titolare.
Buoni pasto 2020: riflessi in busta paga e per i datori di lavoro
I riflessi che la novità apporterà nella pratica non sono di poco conto. Infatti, se finora i buoni pasto cartacei erano esentasse fino all’importo di 5,29 euro, dal prossimo anno le tasse si pagheranno per tutti i ticket che riporteranno un importo eccedente i 4 euro. Ipotizziamo che un’azienda riconosca ai propri dipendenti un buono pasto di 10 euro al giorno. In questo caso, in base alle regole attuali, le tasse si pagano sulla parte eccedente i 5,29 euro, ossia su 4,71 euro. Dal 2020, invece, l’imponibile sarà di 6 euro.
Ciò si tradurrà in maggiori trattenute sulle buste paga dei dipendenti. Ma anche i datori di lavoro saranno penalizzati, poiché dovranno calcolare i contributi previdenziali a proprio carico su un imponibile maggiore.
Secondo i primi calcoli, l’imponibile potrebbe aumentare di circa 300 euro l’anno, con trattenute in busta paga che si aggirerebbero da un minimo di 89 euro a un massimo di 143 euro. Per le imprese, invece, il costo previdenziale dovrebbe aumentare di circa 85 euro annui. Per ovviare all’incremento il datore di lavoro potrebbe decidere di ridurre il buono pasto a 4 euro, ovvero considerare i buoni elettronici.
Buoni pasto 2020: entrata in vigore
Per quanto riguarda i buoniassegnati fino al 31 dicembre 2019, dovrebbero restare in vigore le vecchie soglie di esenzione, in base al principio secondo cui i buoni pasto, e tutti i benefit in generale, si considerano percepiti dal lavoratore quando il relativo valore entra nella sua “disponibilità giuridica”. Quindi, i nuovi limiti dovrebbero essere applicati ai buoni pasto (cartacei ed elettronici) assegnati a partire dal 1° gennaio 2020.
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