Un CEO su cinque è psicopatico, lo dice la ricerca

Luca Secondino

15 Settembre 2016 - 13:34

Uno studio ha scoperto che molti amministratori delegati hanno tendenze psicotiche, con una percentuale simile a quella dei detenuti. La ricerca spiega perché.

Un CEO su cinque è psicopatico, lo dice la ricerca

Siete CEO o amministratori delegati? Allora fate attenzione. Una ricerca ha calcolato che circa un dirigente aziendale su cinque è psicopatico, con una percentuale spaventosamente simile a quella tra i detenuti.

Spesso ci occupiamo di CEO autorevoli, fondamentali non solo come portavoce delle aziende che controllano ma come veri e propri leader. Un nome su tutti? Steve Jobs, ad esempio. In tempi più recenti anche Tim Cook si è dato da fare per tenere alto il livello degli amministratori delegati Apple, ma sono tante le personalità che ci colpiscono per la brillantezza e la capacità di gestire enormi aziende.

Basti pensare agli amministratori delegati più in vista. Vi sembrano psicopatici? È anche vero che di Steve Jobs si sono dette così tante cose negative nei film, legate soprattutto al suo caratteraccio. Ma allora cosa possiamo dire di Mark Zuckerberg, il trentaduenne CEO di Facebook, vi sembra quell’uno su cinque che soffre di nevrosi? Di certo no.

Questo studio getta una luce sinistra sugli amministratori delegati di cui trattiamo tutti i giorni. Potreste mai pensare che Elon Musk, CEO di Tesla, il pioniere dell’automobile elettrica più performante di sempre possa essere uno psicopatico? Di certo no. Allora vediamo nel dettaglio a cosa si riferisce la ricerca.

Un CEO su cinque è psicopatico? Ecco la ricerca

Una ricerca condotta dallo psicologo forense Nathan Brooks della Bond University in Australia ha scoperto che il 21% di 261 professionisti aziendali presenta tratti psicopatologici clinicamente significativi.

Secondo questo studio un numero di amministrtori delegati avrebbe tendenze psicotiche. I sintomi? Spicca su tutti l’incapacità di provare empatia, che tra l’altro è una deformazione professionale di chi per lavoro e per il bene dell’azienda deve guardare con distacco ai tagli del personale e alle manovre finanziarie.

Poi c’è la superficialità, probabilmente intesa verso gli affetti personali. Tanto lavoro e tante attenzioni per l’azienda, portano via interesse verso le persone che ci circondano portandoci ad essere superficiali. Errore da non fare.

Infine la ricerca ha stabilito che la propensione all’ipocrisia è il terzo segnale per capire che qualcosa non va. Spesso si dice che la vita tra i dirigenti sia una lotta tra squali, figuriamoci tra amministratori delegati. Per alcuni può essere molto difficile gestire i rapporti con i dipendenti, i membri del consiglio d’amministrazione, e la barriera di distacco che viene creata può rimanere cucita addosso alla personalità.

Lo psicologo Brooks ritiene che le aziende, alla luce di questa ricerca, dovrebbero scegliere i propri dipendenti e i propri uomini di punta in base alla personalità e non soltanto alle abilità.

Proprio perché la personalità viene messa da parte nei profili dei top manager ci si è trovati più volte davanti a CEO di successo coinvolti in azioni illegali. Nonostante questo la loro strada verso i vertici aziendali non era stata ostacolata.

Il dottor Brooks ha presentato lo studio al congresso annuale della Australian Psychological Society a Melbourne, insieme ai ricercatori Katarina Fritzon di Bond University e Simon Croom dell’Università di San Diego.

Il dato più sconvolgente della ricerca è che la cifra dello studio è molto simile a quella che i ricercatori avrebbero potuto trovare facendo uno studio sui detenuti.

Scott Lilienfeld, dalla Emory University di Atkanta, che era presente al congresso a Melbourne, ha riconosciuto come gli psicopatici siano incredibilmente presenti in alcune occupazioni di rilievo come la politica, il business e gli sport estremi, aggiungendo che questo tipo di studio è soltanto all’inizio.

Lo psicopatico è spesso predisposto a posizioni di successo, in quanto affascinante e brillante, qualità che gli permettono di raggiungere successo nel breve termine. La loro permanenza ai vertici di un certo ambiente però può portare a un fallimento nel lungo periodo.

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