Nell’autunno del prossimo anno l’Uefa assegnerà gli Europei del 2028. Diversi i Paesi in lizza, ma si attende soprattutto la candidatura pesante dell’Italia (e dell’Inghilterra).
Neanche il tempo di smaltire la grande sbornia per l’impresa di Wembley che in Italia è già partito il ping pong delle dichiarazioni dei vertici delle istituzioni sportive e dei rappresentanti del Governo su una eventuale candidatura dell’Italia ad ospitare gli Europei del 2028. Il tempo, del resto, stringe: entro l’autunno del prossimo anno l’Uefa – che ha affidato alla Germania l’edizione 2024 – dovrà provvedere all’assegnazione, e la lista dei wannabe host è già lunga.
Calcio, chi ospiterà gli Europei del 2028? Fari puntati sull’Italia
Al momento, infatti, gli schieramenti sono due. Da una parte Romania, Grecia, Bulgaria e Serbia, che nel 2019 hanno deciso di avanzare congiuntamente una inedita candidatura a quattro Stati sia per gli Europei del 2028 che per i Mondiali del 2030. Dall’altra la Turchia, la cui candidatura è già stata respinta cinque volte tra il 2008 e il 2024, e che ci riproverà ancora il prossimo anno. Ma da Nyon, è indubbio, aspettano che siano le grandi Federazioni del calcio continentale a muoversi.
Una è quella italiana, che potrebbe cercare di cavalcare l’onda del trionfo dei Mancini boys per raggranellare consensi. Ma, prima, andranno trovati in casa, tra le istituzioni. Di questo avviso il numero uno del Coni Giovanni Malagò, che incalzato sul tema ha sottolineato come “Federazione, Coni e Governo devono fare un discorso molto scientifico, molto analitico, sulla distribuzione di compiti, ruoli, deleghe, perché queste cose non possono essere improvvisate”.
Neanche a dirlo, degli Europei casalinghi – l’ultimo è datato 1980, solo dodici anni dopo la prima edizione italiana del 1968 – potrebbero far da volano ad un profondo ammodernamento infrastrutturale, visto che l’Italia, nonostante una radicata cultura pallonara, paga un gap non indifferente nei confronti delle altre big in termini di qualità degli impianti, in buona parte fermi ai maxi-interventi per i Mondiali del 1990.
C’è anche l’ipotesi Inghilterra
Ma tra i nomi pesanti che potrebbero scendere in campo nei prossimi mesi c’è anche l’Inghilterra, che l’ha fatta quasi da padrona agli ultimi Europei grazie ad un orientamento sospettosamente Wembley-centrico dell’Uefa. L’idea, di là della Manica, stuzzica le istituzioni, che potrebbero tentare il bis dopo gli Europei del 1996. Cosa dice il borsino? Gli stadi all’avanguardia sono indubbiamente una carta che la FA potrà spendere, ma i disordini di domenica scorsa – fuori Wembley 49 arresti, 19 agenti feriti e un numero imprecisato di tifosi entrati senza biglietto – non saranno facili da smacchiare.
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