Analisi fondamentale sui fatti nel 2014 che hanno influito sul cambio EUR/USD. Ecco perché sarà difficile raggiungere la parità nel 2015.
Il cambio euro dollaro, il re dei cambi nel mercato del forex sia per la sua liquidità sia per il volume degli scambi giornalieri, copre circa un terzo del mercato valutario.
Molto profittevole per i day-trader e gli scalper nelle fasi di consolidamento intraday, il cambio euro/dollaro si è confermato nel 2014 il cambio più volatile e pieno di sorprese.
Cosa ha influenzato il cambio euro dollaro (EUR USD) nel 2014?
Analisi fondamentale EUR USD nell’anno 2014
Gli aspetti da tenere in considerazione e che necessitano di maggior attenzione sono stati molti nel 2014.
Ecco i fatti che hanno causato movimenti rilevanti per il cambio euro dollaro nell’anno 2014: quali sono i più importanti?
- la grande ripresa e crescita economica degli Stati Uniti, i cui dati sul PIL del terzo trimestre 2014 sono andati al di là di ogni più rosea previsione degli analisti finanziari. Il tanto atteso ritorno ad una crescita importante riuscirà a trainare il trend positivo anche nel 2015?
- i problemi interni all’organico della BCE. A novembre si è palesata la volontà dei banchieri centrali nazionali di sfidare l’autorità del presidente della BCE Draghi, accusato di attuare una gestione opaca delle risorse dell’istituto e di mettere in atto una comunicazione fuori controllo che rischia di danneggiare i Paesi dell’Europa centrale.
- La politica monetaria profondamente differente tra BCE e FED, BOE e BOJ. Mentre in Europa si continua a parlare (e solo a parlare) di quantitative easing (QE), la Fed ne ha raccolto i frutti durante il 2014 e parla già di rialzare i tassi di interesse nel 2015. La BOE ha deciso di mantenere i tassi di interesse bloccati e le misure di acquisizione invariate mentre la BOJ ha optato per un nuovo allentamento monetario, che ha subito messo il turbo alla borsa giapponese e provocato un forte deprezzamento dello yen.
Questi tre punti lasciano pensare che il cambio euro dollaro propenda verso la parità nel 2015.
Ecco invece i fatti che continuano a dimostrare il bisogno di tutta l’economia mondiale delle super potenze degli Stati Uniti e dell’Unione Europea:
- la Russia con le sue difficoltà nei rapporti internazionali e la conseguente crisi del rublo. Il calo dei prezzi del petrolio non è l’unica casa della crisi russa: a determinare la profonda crisi del Paese ha influito anche la caduta del rublo, accentuata dalla sfiducia degli investitori internazionali nei confronti di un’economia già colpita nel corso di questo 2014 dalle pesanti sanzioni occidentali.
Ecco quali sono le prospettive economiche nel 2015 per la Russia. - La Cina e il rallentamento della sua crescita e la crisi economica in Brasile.
La Cina vedrà passare sotto gli occhi molte opportunità nel 2015 che non è pronta a cogliere, mentre il Brasile vive ora un’economia in recessione tecnica, con l’inflazione che fa paura e il real in caduta libera.
Ma quanto si potrà contare su un cambio euro dollaro in parità?
La Goldman Sachs già scommette su euro/dollaro in parità entro il 2017.
Cosa ci si aspetta nel 2015?
Quali sono le decisioni in politica monetaria internazionale non certe e i trend che potranno impedire il raggiungimento della parità sul cambio euro dollaro?
- il rialzo da parte della Fed dei tassi di interesse. Non è affatto scontato che avvenga entro la prima parte dell’anno.
- l’economia dell’Eurozona potrebbe continuare a non soddisfare le aspettative, ma è probabile che la ripresa statunitense possa influenzare positivamente l’Europa con un effetto traino.
- l’annuncio del tanto atteso QE entro la fine di gennaio da parte di Draghi. Ormai lo si ritiene altamente probabile, ma certo non ci stupiremmo se venisse ancora una volta rimandato. Starà al mercato valutare se l’entità del quantitative easing sarà abbastanza, o che sia talmente leggero da sortire minimi vantaggi.
- la crescita del Pil degli Stati Uniti. Figlia dell’aumento degli investimenti produttivi e delle vendite, è stata anche affiancata da una diminuzione degli acquisti immobiliari e largamente favorita dal ribasso del prezzo del petrolio, che ha donato un maggior potere d’acquisto al consumatore americano. Tutto starà nella durata effettiva dei prezzi al minimo.
- l’influenza dei flussi finanziari del cambio euro dollaro e i loro rendimenti, che spesso in passato hanno già portato il cambio alle stelle.
Un altro fatto, solo apparentemente minore ma potenzialmente pericoloso per l’Eurozona è legato alla situazione in Grecia: Il Paese è a rischio default, se non arriverà il Presidente della Repubblica si andrà alle elezioni. Il rischio è quello di innescare un effetto domino che potrebbe travolgere anche l’Italia.
L’accordo non è stato raggiunto, sono ufficiali le elezioni a fine gennaio.
Con molta probabilità la volatilità del mercato azionario e obbligazionario greco arriverà alle stelle.
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