Cambio euro-dollaro tiene il rialzo, attesa per referendum e BCE: quali prospettive?

Matteo Bienna

03/12/2016

Il cambio euro-dollaro non viene sorpreso dai Non Farm Payrolls e chiude la settimana a 1,066, ma è in arrivo un nuovo vortice con il referendum costituzionale e la riunione BCE.

Cambio euro-dollaro tiene il rialzo, attesa per referendum e BCE: quali prospettive?

Il cambio euro-dollaro riesce ad archiviare una settimana di rialzo e si riporta in direzione dell’1,07, dopo aver aperto lunedì scorso non distante dai suoi minimi annuali.

L’attesa per i Non Farm Payrolls si è rivelata ingannevole e le aspettative di dati che seguissero il trend di crescita degli ultimi mesi si sono rivelate perfettamente soddisfatte, non arrecando alcun beneficio al dollaro USA.

Lo sprint di novembre potrebbe aver già scontato per intero il rialzo dei tassi di interesse Fed nella riunione del prossimo 14 dicembre, rendendo inefficace il tentativo degli ultimi dati di alzare le probabilità di intervento, ormai già arrivate al 100%.

La prossima settimana si aprirà con l’esito del referendum costituzionale, un evento che mette in allerta ma le cui conseguenze saranno tutte da verificare, e poi si guarderà direttamente all’appuntamento con la BCE di giovedì.

Mario Draghi potrebbe intervenire su tassi di interesse e QE, anticipando le novità della Fed con una nuova presa di posizione anche da parte della Banca Centrale Europea, con inevitabili ripercussioni sulla moneta unica.

Dopo aver visto le previsioni della settimana su Borsa Italiana, analizziamo ora i prossimi giorni di euro-dollaro.

Cambio euro-dollaro alza la testa: referendum e BCE in vista

Il cambio euro-dollaro riesce ad allontanarsi dai minimi degli ultimi 12 mesi stabiliti la scorsa settimana a 1,051, arrivando nei pressi dell’1,07.

Il passaggio tra novembre e dicembre è corrisposto con un allentamento del rally del dollaro, le cui prese di profitto sugli ampi movimenti delle ultime settimane hanno portato molti cross a fermare o ritracciare dai loro trend.

Se i nuovi range di prezzo saranno quelli adeguati a rappresentare un dollaro post-rialzo dei tassi USA lo scopriremo nella seconda metà del mese, intanto ora la palla passa all’Eurozona e ai due eventi che la renderanno protagonista già da domani.

L’impatto che l’esito del referendum italiano potrà scatenare sui mercati e sul cambio euro-dollaro è un elemento altamente incerto. Se è vero che una diminuzione nella fiducia e nella stabilità politica della Zona Euro saranno motivo di debolezza per la moneta unica, difficile è stabilire quanto e se una vittoria del SI potrà agire al contrario.

In attesa di avere i primissimi riscontri dai movimenti notturni tra domenica e lunedì, il vero appuntamento della settimana rimane la riunione BCE.

Le aspettative di un intervento da parte di Mario Draghi, intento ad ampliare il programma di acquisto titoli, non rendono chiaro il peso con il quale questo potrà avvenire e, in particolare, la dimensione e la durata dei nuovi parametri di politica monetaria.

Un abbandono ufficiale dell’ipotesi tapering, tuttavia, potrebbe bastare a pesare ulteriormente sul valore dell’euro, che quindi rischia nei prossimi giorni un doppio colpo ribassista, almeno stando a quelle che sono le aspettative della vigilia.

Dal seguente grafico settimanale è possibile osservare l’andamento di EUR/USD negli ultimi due anni, nei quali ha testato più volte i minimi dai quali è uscito proprio in questi giorni:

L’attuale situazione vede l’RSI vicino alla soglia dell’ipervenduto, tuttavia mai superata, e uno stretto consolidamento tra il supporto a 1,051, doppio minimo con quello di un anno fa, e la resistenza a 1,071.

Facendo un ideale zoom sulle ultime tre settimane, si osserva come proprio con la giornata di venerdì si sia riusciti ad abbattere due volte la resistenza a 1,066 e la trendline portata avanti a novembre:

Eventuali colpi ribassisti ad inizio settimana potrebbero riportare euro-dollaro verso i supporti in verde a 1,056 e 1,054, sebbene sarà lecito attendere l’arrivo della BCE per eventuali nuovi minimi al di sotto dell’1,051.

Gli eventi tuttavia potrebbero anche girare a favore della moneta unica, come i NFP di venerdì, e l’indebolimento del dollaro potrebbe continuare e condurre EUR/USD sopra l’1,071 in direzione del successivo target, ben lontano, a quota 1,085.

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