L’istituto ligure ha emesso una nota per smentire le ricostruzioni fatte da «Affari&Finanza» di Repubblica, secondo cui c’è un “buco nascosto” nei conti.
A causa di condizioni presenti nei contratti firmati con istituzioni finanziarie, Banca Carige potrebbe trovarsi costretta a pagare penali fino a 239 milioni di euro. È quanto riporta «Affari&Finanza» di Repubblica.
Secondo la testata, alcune penali sarebbero già scattate, altre matureranno nel prossimo futuro nei confronti di: Amissima, Chenavari, Credito Fondiario e Nexi.
Si tratta di oneri che, ovviamente, finiranno per rendere più oneroso il salvataggio a cui lavora il Fondo Interbancario.
Carige: ricostruzione “parziale, lacunosa e fuorviante”
“Parziale, lacunosa e fuorviante”. Così l’istituto ligure definisce la ricostruzione. “La definizione di ‘buco’ è del tutto pretestuosa e gravemente fuorviante e dannosa in quanto si tratta di clausole inserite all’interno di contratti avviati nelle precedenti gestioni precommissariali e approvati dagli organi amministrativi della Banca”, rileva l’istituto ligure.
Inoltre, la possibilità di esercitare il recesso rappresenta “una facoltà esclusivamente spettante a Carige e non, come affermato nell’articolo, un effetto che Carige subirebbe in modo automatico per decisione delle controparti”.
Carige: contratti già esaminati in due diligence
Va poi rilevato che alcuni dei contratti citati nell’articolo “sono già in avanzata fase di rinegoziazione per volere dei Commissari” e l’articolo non considera “l’effetto reinternalizzazione di tali contratti: se Carige dovesse decidere di esercitare il diritto di recesso per ‘uscire’ da questi contratti si riapproprierebbe, parallelamente, dei relativi ricavi” che, progressivamente, “andrebbero a compensare il costo derivante dal recesso”.
“Tutti i contratti citati nell’articolo sono stati esaminati e valutati nell’ambito delle due diligence effettuate dai vari soggetti che hanno mostrato interesse nei confronti dell’Istituto, inclusi quelli che stanno ancora esaminando il dossier”.
Carige: mandato per azione legale
Infine, la banca ha segnalato che l’aumento del fabbisogno patrimoniale rispetto a quello stimato a fine 2018 e a inizio del 2019 “non è dovuto a circostanze sopravvenute non note allora ma è attribuibile in larga parte all’aggiornamento degli obiettivi di derisking (target NPE ratio dal 22% originario a un obiettivo fra 0 e 5%) e di Total Capital ratio (al 15,3% al 2020 contro l’originario 13,75%) e ad altre componenti già illustrate al mercato a febbraio 2019”.
Sulla base di tutti questi fattori, i Commissari di Carige hanno dato mandato “per valutare un’azione legale nei confronti del quotidiano e dell’autore dell’articolo per tutelare la reputazione della banca, dei suoi clienti e dei suoi azionisti”.
Carige: oggi via libera a conversione
Nella giornata di oggi è attesa la conversione in azioni dei 318 milioni di euro di bond Carige detenuti dallo schema volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd).
Oltre alla conversione, altri 200 milioni dovrebbero arrivare dal braccio obbligatorio e poi ci sarà l’operazione di rafforzamento patrimoniale da 700 milioni. Sarà poi la volta del cavaliere bianco, individuato in Cassa Centrale Banca.
L’approvazione dell’offerta da parte del veicolo presieduto da Salvatore Maccarone potrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana.
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