Caso Micron: come finirà la svendita dei cervelli? 420 posti a rischio

Valentina Pennacchio

2 Aprile 2014 - 10:30

Negli ultimi mesi è scoppiato il #casoMicron, hashtag diffuso sui social per portare in luce la battaglia dei 420 dipendenti a rischio licenziamento in una multinazionale che naviga in buone acque. Perché? Che succede?

Caso Micron: come finirà la svendita dei cervelli? 420 posti a rischio

Sui social network sta viaggiando l’hashtag #casoMicron, a cui è stata dedicata anche una pagina Facebook con oltre 800 «mi piace». Molti incuriositi hanno fatto ricerche a riguardo, altri ne avevano già sentito parlare, poiché non è una problematica sorta dal nulla, se ne parla già da qualche mese.

Se non avete ancora chiaro di cosa si parla quando si accendono i riflettori sul caso Micron eccoci per darvi una panoramica complessiva su una questione molto delicata, che interessa un gran numero di lavoratori. Iniziamo con un video di La7.

Soffermiamoci su due punti:

  • l’Italia sta diventando «la più grande azienda di export di cervelli»;
  • la microelettronica in Europa è un asset strategico (l’UE ha stanziato 100 miliardi per gli investimenti nel settore).

#casoMicron

La Micron Technology è un’azienda elettronica americana che si occupa, tra le altre cose, della produzione di diversi tipi di semiconduttori (memorie RAM e/o memorie flash). Solo 4 anni fa, nel 2010, si è posizionata nei primi 10 posti al mondo come venditore di semiconduttori.

Sempre 4 anni fa la Micron ha acquistato la Numonyx, società nata nel 2008 dalla fusione della divisione memorie della STMicroelectronics con Intel.

L’anno scorso è stato un anno d’eccellenza per la Micron, che si è posizionata sul podio tra i colossi delle memorie, tra cui Samsung.

Tuttavia, nonostante l’azienda pare navigasse in buone acque, a gennaio è arrivato l’annuncio shock: licenziamento per 420 dipendenti (il 40% della forza lavoro dell’azienda su 1024 dipendenti), i quali hanno cominciato a sospettare che dietro l’acquisizione della Numonyx ci sia la volontà di impossessarsi dei brevetti e del know-how italiani, nonché coprire gli investimenti negli USA della Micron. L’allarme delocalizzazione era stata già annunciato dall’Ugl Metalmeccanici, ma invano.

Possaimo capire il motivo di questo sospetto dalle parole di Luca Vecchio, il vice segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici con delega alla microelettronica:

«La multinazionale americana, tutt’altro che in crisi, ha acquisito nel 2010 le risorse e i brevetti dei lavoratori italiani provenienti da Numonyx e adesso intende scaricarli senza un valido motivo. Micron, infatti, occuperebbe, secondo IHS Inc, il quarto posto nella classifica mondiale delle aziende di semiconduttori, dopo Intel, Samsung e Qualcomm. Pertanto, non possiamo rassegnarci all’idea che la società statunitense possa lasciare il nostro paese senza scrupoli, abbandonando nella disperazione centinaia di famiglie».

Ecco il cuore del problema del caso Micron. I sindacati vorrebbero che la palla passasse direttamente al Premier Renzi, visto che il 7 aprile si avvicina: la data in cui scatteranno i 420 licenziamenti. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha assicurato che in tempi brevi arriverà un accordo "che possa salvaguardare al meglio l’importantissima realtà rappresentata da Micron per il Paese”, ma mancano solo 5 giorni.

420 licenziamenti: inizia il countdown?

Chi sono i 420 lavoratori nel mirino del licenziamento? Figure di alta professionalità: programmatori, ingegneri, matematici. Questi cervelli sono impiegati nelle quattro sedi italiane della Micron: Avezzano, Agrate, Arzano, Catania.

A questi dipendenti è stato proposto il trasferimento, ma molti hanno le proprie famiglie in Italia, figli che vanno a scuola, come fanno a chiudere la valigia e a cambiare vita all’improvviso?

Perché una multinazionale del calibro della Micron pensa di poter licenziare centinaia di dipendenti, pur potendoseli permettere, visto che ha anche ricevuto 150 milioni di euro di contributi pubblici per creare 1500 posti di lavoro negli ultimi anni, senza nessun margine di trattativa?

Intanto i 420 dipendenti «vanno all’asta su ebay», «vendendo» ironicamente, un’ironia tragicomica, la loro eccellente professionalità. Venghino signori venghino: si svendono cervelli.

Cosa deciderà lo Stato?

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