Caso Siri, il 25 aprile non libera il governo Lega-5 Stelle dalle polemiche

Elisabetta Scuncio Carnevale

25/04/2019

Il governo Lega-5 Stelle continua a traballare, Luigi Di Maio torna a chiedere le dimissioni di Siri, Matteo Salvini, in modalità zen, non si sbilancia

Caso Siri, il 25 aprile non libera il governo Lega-5 Stelle dalle polemiche

Il 25 aprile, Festa della Liberazione, non smorza le polemiche in seno al governo giallo-verde.

A tornare all’attacco è il vicepremier Luigi Di Maio che, anche oggi da Roma, ha ribadito la richiesta di dimissioni al sottosegretario ai trasporti Armando Siri, accusato di corruzione.

Il caso Siri spacca la maggioranza Lega - 5 Stelle

Il governo Lega - M5S non trova pace e sul caso Siri continua a dividersi. In visita alla Sinagoga di Roma, in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio ha rilanciato la propria posizione: quello che chiede è la testa del sottosegretario leghista Armando Siri.

Sulla vicenda il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha preferito per ora non pronunciarsi rimandando una sua eventuale decisione finale a domenica prossima, dopo il ritorno dal viaggio istituzionale in Cina. Il premier vuole prima incontrare Siri, guardarlo negli occhi, parlare con il diretto interessato e poi valutare il da farsi.

“Siri si deve dimettere, se non lo fa noi chiederemo ancora con più forza all’interno del governo di farlo”,

ha commentato, questa mattina, il vicepremier Di Maio, chiamando in causa il collega Matteo Salvini volato a Corleone, in Sicilia, per inaugurare un nuovo commissariato di polizia e dire no alla mafia.

“Sono sicuro che Siri risulterà innocente, ma intanto lavoriamo sulla questione morale. Occorre dare l’esempio, altrimenti a che serve andare a Corleone?”,

ha aggiunto il ministro del lavoro. Per Luigi Di Maio non ci sono alternative; almeno in questa fase di indagini, Siri ha l’obbligo morale di dimettersi dal suo incarico, perché quella in cui il sottosegretario è coinvolto è un’indagine di corruzione che riguarderebbe anche la mafia.

Prendendo spunto dalla visita di Salvini a Corleone, Di Maio ha chiesto coerenza al collega.

“Puoi anche andare a Corleone a dire che vuoi liberare il Paese dalla mafia, ma per farlo devi evitare che la politica abbia anche solo un’ombra legata a inchieste su corruzione e mafia”.

Dalla Sicilia a rispondere al leader 5 Stelle, è stato lo stesso ministro dell’Interno che, “in modalità zen”, ha cercato di evitare nuove polemiche all’interno del governo Lega-5 Stelle:

“Mi piacerebbe che il 25 aprile sia la giornata dell’unione e della pacificazione nel nome dell’Italia che verrà, poi ognuno si tiene proprie idee, distanze, e obiettivi: ho scelto Corleone per dire ai giovani che vince lo Stato”.

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