Investire in Certificati o in ETF? Entrambi replicano l’andamento di un sottostante, hanno punti in comune ma occorre esaminare le dovute differenze. Ecco la guida alla scelta.
Investire in Certificates o in ETF? Entrambi i prodotti finanziari replicano l’andamento di un sottostante con un investimento esiguo e permettono agli investitori di accedere e di puntare sul mercato azionario in modo indiretto.
Questa apparente similarità non deve confondere ed indurre in errore gli investitori,. Per questo motivo occorre analizzare tutte le differenze importanti che intercorrono tra i Certificati e gli ETF .
Questo articolo si propone di guidare i risparmiatori nell’oculata e sapiente scelta di investimento optando per l’acquisto dei Certificati o degli ETF. Vediamo di capire meglio le caratteristiche distintive dell’uno e dell’altro prodotto finanziario.
ETF o Certificati?
Per i soggetti che sono alla ricerca di un prodotto di gestione del risparmio che consenta di speculare nel breve periodo ed ottenere un rendimento immediato senza attendere troppo tempo, il consiglio è quello di puntare sui Certificati.
I soggetti che puntano a massimizzare i rendimenti nel lungo periodo possono invece preferire gli ETF.
In entrambi i casi, per massimizzare il guadagno con il minore sforzo possibile, ma anche con maggiori rischi, occorre prendere in considerazione “Effetto leva”, ovvero quanto l’asset riesce a moltiplicare l’andamento del mercato su cui si punta.
Maggiore è la leva, maggiori sono i potenziali guadagni e, di conseguenza, anche le perdite derivanti: da un’analisi sugli ETF quotati su Piazza Affari, essi possono raggiungere una leva pari a 3, mentre i Certificati godono di una leva pari a 5, dunque sono maggiormente rischiosi.
Di qui, si comprende come il potenziale di introitare e di speculare nel brevissimo periodo sia maggiore se si punta sui Certificati che sono derivati cartolarizzati o, meglio una combinazione di contratti finanziari incorporati in un unico titolo negoziabile come se fosse un’azione.
Data la loro maggiore complessità e rischiosità rispetto agli ETF, quando si decide di investire sui Certificate occorre fissare un limite (STOP LOSS) alle perdite massime che si vuole tollerare. I Certificate possono essere a capitale protetto, a capitale condizionatamente protetto, a leva, con barriera, eccetera. Possono inoltre prevedere lo stacco di cedole mensili o trimestrali o un premio condizionato al verificarsi di certe condizioni. Possono anche essere negoziati a sconto (sotto la pari).
A fronte del rischio di perdita totale del capitale, l’investitore è libero di fissare il limite in base alle proprie esigenze: per esempio appena si perde il 10% si può decidere di vendere il Certificate.
Un utile consiglio e suggerimento è quello di non impostare un limite né troppo esiguo (2/3%) né troppo elevato (superiore al 30%).
Non di rado, è possibile reperire all’interno dei certificati le cosiddette “barrier option” che offrono la possibilità di proteggersi dalla discesa dell’asset sottostante fino a quando non raggiunge il limite identificato dalla barriera.
Un esempio molto interessante di questo genere è costituito dal Bonus Certificate, lo strumento finanziario costituito da due componenti: il sottostante e l’opzione barriera con lo strike (prezzo) più elevato rispetto al livello iniziale.
Investire nel lungo periodo: cosa scegliere?
Per chi è alla ricerca di un investimento di medio-lungo termine e vuole costruire un capitale, o più semplicemente diversificare e valorizzare nel tempo un risparmio a costi ridotti, gli ETF sono più adatti e versatili per raggiungere l’obiettivo.
L’offerta e la gamma di ETF sul mercato è talmente varia da poter consentire al sottoscrittore di entrare sul mercato con capitali modesti e di ottenere una gestione del risparmio con un rischio mediamente contenuto.
Gli ETF non sono altro che un’evoluzione dei Fondi comuni d’investimento e permettono di seguire da vicino l’evoluzione del proprio indice azionario di riferimento, offrendo la massima trasparenza possibile.
Nella guida alla scelta dell’investimento nel medio-lungo periodo occorre tenere in considerazione la possibilità di beneficiare della c.d. rotazione settoriale.
Dato che il mercato è formato da diversi comparti azionari, corrispondenti ai differenti settori economici interessati da un continuo alternarsi di fasi di espansione e di contrazione, la rotazione settoriale permette di selezionare quei comparti di business che presentano un potenziale di crescita maggiore.
Attraverso gli ETF è possibile prendere immediata posizione su uno specifico mercato azionario in modo tale da ottenere un’immediata esposizione sul settore economico stesso, beneficiando della sua crescita e della possibilità di diversificare il rischio.
ETF o Certificati? Considerazioni conclusive
Nella guida alla scelta tra ETF o Certificati, data la “schizofrenia” dei mercati azionari e la grande turbolenza che caratterizza sempre di più i mercati finanziari, occorre avere ben presenti le differenze tra i due strumenti.
Caratteristica | ETF | CERTIFICATI |
---|---|---|
Struttura | Replica lineare o inversa (nel caso di ETF Short) del sottostante - Possibilità di amplificare i movimenti con la leva | Strumenti derivati cartolarizzati con payoff non lineare |
Rischio emittente | Gli asset acquistati dall’ETF coi fondi raccolti confluiscono in una banca depositaria con patrimonio separato rispetto a quello della SGR emittente | Il Certificate è esposto al rischio emittente - Nel caso di fallimento, il possessore del certificate viene considerato «creditore chirografario» (senza garanzia) |
Leva | si | si |
Dividendi | Gli ETF possono essere a distribuzione (i dividendi vengono distribuiti periodicamente) o ad accumulazione (i dividendi si accumulano nel patrimonio dell’ETF) | Non offrono dividendi, ma alcuni prodotti, come i Cash Collect, offrono un flusso cedolare periodico |
Scadenza | non hanno scadenza (adatti a investimenti di lungo termine) | hanno una scadenza prefissata |
Efficienza fiscale: sugli ETF non è possibile la compensazione tra minus e plus generati dallo strumento, ma è possibile la compensazione di minus su ETF con plus di altri strumenti finanziari. Con i Certificates è lecita la compensazione di plus e minusvalenze anche subite con altri strumenti finanziari e sono recuperabili nei successivi 4 periodi d’imposta a quello considerato.
Sono considerazioni di non poco conto per chi sta valutando di investire e di scegliere un ETF rispetto ai Certificates.
© RIPRODUZIONE RISERVATA