Se Mario Draghi dovesse diventare il prossimo Presidente della Repubblica, Dario Franceschini potrebbe sostituirlo a Palazzo Chigi: le alternative sarebbero Daniele Franco o Giancarlo Giorgetti.
Più che un Romanzo Quirinale quello che da settimane sta andando in scena nei Palazzi romani assomiglia più a un Caos Quirinale. Le vicende politiche legate all’elezione del Presidente della Repubblica si stanno intrecciando inevitabilmente con quelle sanitarie, vista la quarta ondata Covid dettata da Omicron che sta travolgendo il Paese.
Le ultime voci parlano di uno scenario che vedrebbe Mario Draghi prossimo Presidente della Repubblica e Dario Franceschini nuovo Presidente del Consiglio, magari alla guida di una maggioranza senza più la Lega.
In precedenza i giornali invece parlavano di Daniele Franco come erede di Mario Draghi a Palazzo Chigi, continuando così nel solco del Governo misto tecnico-politico, mentre di recente si sono fatti i nomi anche di Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti.
Ma allora tra Franceschini, Franco, Di Maio e Giorgetti, chi sarà il prossimo Presidente del Consiglio in caso di una ascesa di Draghi al Colle? Una domanda questa che assomiglia a una autentica sciarada: in questo scenario non è da escludere che alla fine i partiti possano supplicare il presidente Mattarella di considerare l’idea di un mandato-bis, una soluzione da molti auspicata vista la probabile impossibilità di poter risolvere il rebus dell’elezione del Presidente della Repubblica.
Sarà Franceschini il prossimo Presidente del Consiglio?
Ma quante chance ci sono che Dario Franceschini possa essere il prossimo Presidente del Consiglio? Non molte visto che il ministro del Partito Democratico potrebbe approdare a Palazzo Chigi solo al termine di un complesso domino di eventi.
Per prima cosa il prossimo 24 gennaio, ma probabile che il voto possa durare anche più giorni, Mario Draghi dovrebbe essere eletto come nuovo Presidente della Repubblica. L’ex numero uno della BCE è il grande favorito per il Quirinale, ma un suo trasloco non appare così scontato.
Draghi infatti potrebbe essere votato dai tanti peones che albergano in Parlamento solo a patto che ci siano garanzie per un proseguo della legislatura. In più c’è un Silvio Berlusconi che avrebbe promesso serie ripercussioni ai suoi alleati del centrodestra (fine della coalizione e dell’idillio mediatico) in caso di un mancato sostegno compatto alla sua candidatura per il Colle.
Se nonostante questo Draghi dovesse comunque essere eletto, a quel punto servirebbe uno strappo della Lega: Salvini da tempo starebbe meditando di tornare all’opposizione per lanciare così la sua lunga volata verso le elezioni politiche del 2023, ma i governisti del Carroccio non sembrerebbero essere molto felici all’idea di mollare la cadrega ora che sono in arrivo i miliardi del PNRR.
Orfana della Lega, la nuova maggioranza simile a quella “Ursula” che a Bruxelles sostiene la presidente von der Leyen, a quel punto dovrebbe individuare il nuovo Presidente del Consiglio per un ennesimo Governo che possa traghettare il Paese verso le elezioni del 2023.
Anche se il Movimento 5 Stelle sarebbe il gruppo parlamentare più numeroso, facile che a quel punto potrebbe spettare al Partito Democratico il compito di indicare il nuovo capo del Governo: chi meglio di un ex democristiano come Dario Franceschini potrebbe essere gradito anche dai centristi e da Forza Italia?
L’ipotesi-Franceschini di certo non sembrerebbe essere campata in aria, ma prima di pensare a Palazzo Chigi i partiti dovranno sbrogliare la matassa riguardante il Quirinale, con le due partite che si giocheranno su dei piani perfettamente paralleli.
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