Il Dottor Luca Felci, commercialista in Pistoia, smonta un altro dei non segreti dell’escapologo.
Ecco un altro non segreto dell’escapologo in materia di imposte, senza nessun tipo di risparmio fiscale concreto o almeno solo ipotetico. Ce ne parla il Dottor Luca Felci.
SEGRETO
Il “segreto” numero 33 introduce un parallelismo tra la sopravvivenza umana a la sopravvivenza economica; cibo, acqua e ossigeno sono gli elementi necessari alla vita umana, così come utile, fatturato e liquidità sono quelli per la vita aziendale. In particolare, viene posto l’accento sull’importanza della liquidità, fornendo un esempio mediante il quale l’imprenditore “disinibito” può trarre vantaggio dal mancato pagamento delle imposte per ottenere disponibilità finanziarie a condizioni vantaggiose.
COMMENTO
Anche in questo caso, non appena si arriva alla fine della lettura del paragrafo, l’unica cosa che ci appare davvero evidente è che si tratta di un altro “segreto” che in realtà segreto non è. Per vari motivi.
Prima di andare avanti nel commento, vorrei invitare tutti gli imprenditori che stanno leggendo a domandarsi se veramente hanno bisogno di qualcuno che spieghi loro che la liquidità, il fatturato e l’utile sono importanti per l’azienda. Trattasi ovviamente di banali ovvietà, e si farebbe davvero un torto all’intera categoria imprenditoriale ad anche solo pensare che non siano già coscienti dell’importanza di questi elementi.
A riguardo della centralità della liquidità, questa è un’argomentazione senz’altro condivisibile, ma anche qui finiamo per scoprire l’acqua calda; quante volte è l’imprenditore stesso che ci domanda come mai, pur facendo utili, non ha un soldo in tasca per pagare? Non sta facendo altro che palesare un problema di liquidità.
All’estero si dice già da tempo che “cash is king” (la cassa è il re) e che “l’utile è un’opinione, la cassa un fatto”, ed anche nel nostro paese stiamo sempre più andando in una direzione che va a ribadire la centralità dell’aspetto finanziario in un’azienda; si pensi ad esempio all’introduzione obbligatoria, per talune imprese, del rendiconto finanziario tra i documenti di bilancio. Insomma, non sono cose poi così “segrete”.
Riguardo alla soluzione ripresa dal segreto 32, ovvero aspettare l’avviso bonario per rateizzare un mancato versamento iva in modo da ottenere di fatto un finanziamento a condizioni vantaggiose, non sto a rientrare nel merito della questione, in quanto già brillantemente trattata nel commento dello stesso “segreto”.
Quello che mi preme sottolineare non è però tanto quello che il “segreto” 32, ripreso nel 33, fa, ma piuttosto quello che non fa: non viene difatti fornita l’informazione forse più importante di tutto lo scenario creato. La causa. Quale sia il motivo per cui l’imprenditore non sia in grado di pagare l’iva ipotizzata. Da cosa sia dovuto questo problema di liquidità.
Potete ben capire che, fornire una soluzione senza sapere quale sia il problema, potrebbe portare a scenari futuri spiacevoli. Come un malato a cui si continua a somministrare morfina per dare un temporaneo benessere.
Quello che il vostro professionista saprà fare, al contrario del “segreto” 32, non sarà quindi solo di fornirvi UNA soluzione, ma aiutarvi soprattutto a capire quale sia il problema per darvi la soluzione. Quella giusta, e non una “standard”. Individuare la “malattia” prima di dare la giusta “cura”.
Un’ulteriore considerazione: anche in questo caso non viene conseguito nessun risparmio fiscale con le pratiche proposte; al contrario, vi saranno semmai più tasse da pagare in relazione alla indeducibilità prevista per le sanzioni dovute sulle somme non pagate.
Infine, è curioso anche osservare come una pubblicazione che prometta di farvi pagare meno imposte finisca col suggerirvi cosa fare nel caso non siate in grado di pagarle perché son troppe…
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