Prosegue la guerra di Xi Jinping nei confronti delle Big Tech cinesi. Dal prossimo 1° marzo il Governo di Pechino potrà controllare e intervenire sugli algoritmi sviluppati dai colossi del web.
La Cina continua la sua stretta nei confronti delle Big Tech della nazione. L’ultima di una serie di misure contro i colossi del web riguarda quello che viene considerato il bene di maggior valore del capitale immateriale di una società operante nel settore tecnologico: l’algoritmo.
Il Governo di Pechino ha infatti definito le regole che entreranno in vigore nella Repubblica Popolare a partire dal prossimo 1° marzo. Queste hanno come obiettivo principale quello di disciplinare l’utilizzo degli algoritmi sviluppati dalle aziende stesse, tra cui, solo per citare le più importanti, Alibaba e Tencent.
La regolamentazione che la Cina si prepara ad attuare è sicuramente una mossa senza precedenti a livello internazionale, con la quale per la prima volta il Governo di un Paese è pronto a entrare in quelli che sono considerati i segreti più preziosi di un’azienda tecnologica.
Sono molti gli osservatori interessati a quelle che potranno essere le conseguenze, sia a livello economico che politico, di questa decisione, grazie alla quale il presidente Xi Jinping è pronto ad accrescere ancora di più il suo potere sulla nazione.
Così il Governo cinese potrà controllare gli algoritmi delle Big Tech
Lo scopo ufficiale di questa decisione è salvaguardare gli utenti, proteggendoli da frodi e truffe che potrebbero derivare dalle raccomandazioni algoritmiche generate automaticamente sulle varie app.
Al tempo stesso, come riportato dalle dichiarazioni governative, attraverso le nuove norme, gli utenti potranno essere in grado di disattivare i servizi di raccomandazione, selezionando o eliminando i tag di profilazione. Inoltre, gli algoritmi che forniscono feed di notizie dovranno ottenere una licenza, così da non poter diffondere fake news sui social e sulle diverse piattaforme online.
In caso le Big Tech cinesi non rispettino le nuove direttive, il Governo può applicare delle sanzioni nei loro confronti, le quali vanno da un minimo di 10 mila yuan a un massimo di 100 mila yuan. L’equivalente di, rispettivamente, 1.387 e 13.875 euro).
Le conseguenze della nuova stretta della Cina
Per verificare il corretto funzionamento, i regolatori potranno intervenire ispezionando i codici che sono stati sviluppati alla base dell’algoritmo. Questa nuova situazione rischia così di influire pesantemente, almeno nel breve periodo, sul modello di business delle società nel mirino.
Come è possibile osservare, le linee guida tracciate sono le stesse su cui si discute negli ultimi anni in tutto il mondo. Tuttavia, un intervento così massiccio da parte di uno Stato in cui la popolazione non può contare su una piena democrazia, rischia di accrescere a dismisura il potere del Governo.
Nel caso specifico della Cina, permette anche a Xi Jinping di portare a termine la sua guerra contro i grandi imprenditori, in primis Jack Ma, tra i pochi in grado di minacciarne la supremazia assoluta all’interno dei confini nazionali.
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