L’indagine della rivista TimeOut punta il dito sull’Italia. Un triste primato che non sorprende il nostro paese: ospitare la città più sporca al mondo.
Roma, ebbene sì, proprio la capitale d’Italia detiene il primato di città più sporca al mondo. Lo dice la nota rivista TimeOut, un’autorevole pubblicazione londinese che conta sedi redazionali in diverse grandi città estere.
A dare la notizia è un giornalista del team newyorkese, l’americano Will Gleason, che tira le somme del sondaggio annuale che la sua testata indice da anni per valutare le capitali mondiali secondo vari criteri di merito e demerito.
L’appuntamento in questione si chiama «Time Out Index» ed elegge le città più gradite dalla popolazione globale valutando un ampio campione di intervistati in tutto il mondo.
Gli esiti di questa edizione 2021 assegnano così la maglia nera alla Città Eterna sul fronte pulizia e sostenibilità ambientale. I dati però non sorprendono considerando l’emergenza rifiuti che proprio in queste settimane imperversa nell’area metropolitana tanto da aver portato alla nomina di un commissario specializzato da parte della giunta regionale di Zingaretti.
Time Out Index: il sondaggio completo
Al sondaggio della celebre rivista di viaggi hanno risposto 27mila persone provenienti da tutto il mondo, un numero piuttosto considerevole per stabilire un primato simile.
La classifica vede sfilare sulla vergognosa passerella anche Bangkok e la metropoli di New York rispettivamente al secondo e terzo posto con un 55% degli intervistati particolarmente indignati in tutti e due i casi.
Non possiamo esimerci però dal tenere in considerazione il fattore sviluppo poiché notoriamente la capitale tailandese sopracitata è un centro in espansione attraversato da continui mutamenti a livello urbanistico, non una grande città globalizzata dell’Occidente. Lo standard da imporre in quest’ultimo caso è ben più elevato, per questioni di pura logica.
Sappiamo che nella classifica ci sono anche due capitali europee quali Dublino e Parigi ma in questo caso il detto «mal comune mezzo gaudio» non è particolarmente efficace.
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Gleason nel riportare tali esiti pone ovviamente l’accento sulla metropoli in cui vive proprio per sensibilizzare i suoi concittadini, ma, è importante ricordarlo, la popolazione newyorkese è ben più grande di quella romana.
Il problema della capitale italiana quindi è da imputare non tanto, o almeno non solo, a chi abita la zona quanto piuttosto al sistema di gestione dell’immondizia prodotta dagli abitanti.
Ormai storica è la cattiva reputazione dell’ente di smaltimento rifiuti che opera nella città e la giunta di Nicola Zingaretti lo sa bene tant’è che a breve nominerà il commissario per gestire l’emergenza.
Dopo che il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso presentato da Roma Capitale si è infatti deciso di agire per sottrarre la gestione della questione rifiuti alle mani dell’amministrazione comunale.
Non sono trapelate informazioni sul nome della persona che ricoprirà l’incarico poiché l’iter burocratico che precede la sottoscrizione della firma non è giunto al termine.
Si può soltanto immaginare che il commissario di nomina politica abbia una storia professionale manageriale di lungo corso e che tra i suoi compiti ci sarà sicuramente quello di individuare un’area in cui realizzare la discarica della città.
Se questa nomina e il lavoro che verrà poi portato avanti dal gruppo di figure preposte sarà sufficiente a sventare una nuova elezione a «capitale più sporca del mondo» lo diranno i dati del prossimo Index.
Qualora voleste partecipare all’indagine statistica anonima 2022, sappiate che vi basterà andare sul sito della rivista ed indicare alcuni dati principali sulla vostra esperienza di cittadini.
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