Claudio Borghi: “con il MES rischiamo di fare la fine dell’Argentina”

Martino Grassi

03/06/2020

Accettando il MES l’Italia potrebbe fare la stessa fine dell’Argentina e perdere molti soldi secondo Claudio Borghi.

“Con il MES rischiamo di fare la fine dell’Argentina. Lo ha affermato il deputato della Lega, Claudio Borghi nel corso di un’intervista per Money.it.

Il Fondo Salva-Stati è stato uno degli argomenti di cui si è parlato di più nel corso della pandemia, dove da un lato c’era chi lo sosteneva caldamente, vedendolo come la risoluzione alla crisi dovuta al lockdown, riportando i passati casi di Cipro, Spagna e Gracia, dall’altro chi invece lo ha sempre rifiutato, come Borghi, che si è appellato al caso dell’Argentina.

Fondo Monetario Internazionale: il caso dell’Argentina

Uno dei fattori che spinge Borghi a schierarsi in una posizione contraria al MES è proprio il caso dell’Argentina. Secondo il politico, una delle scelte che ha portato il Paese del Sud America in una situazione disperata è stata proprio “quella di affidarsi al fondo monetario internazionale. Quindi a prestiti che sulla carta avevano dei tassi di interesse bassi, ma che in realtà erano prestiti privilegiati come tutti quelli del fondo monetario internazionale”.

L’idea che il MES possa essere una soluzione solamente perché “andremo a parlare di tassi di interesse leggermente più bassi rispetto a quelli di mercato” non è pensabile per il deputato, il quale continua aggiungendo che “andare a cercare fonti di finanziamento nel momento in cui tu avresti comunque l’accesso al mercato con istituti che agiscono in modo simile al fondo monetario internazionale è un errore assolutamente grave”. Soprattutto nel momento in viene preso come unico argomento “un supposto tasso d’interesse più conveniente”.

Gli Stati devono valutare il rischio

Accettare il MES senza prendere in esame tutte le implicazioni che questa manovra avrebbe per il nostro Paese, spiega Borghi, “sarebbe come un investitore che decide delle obbligazioni soltanto sulla base della cedola, quindi senza valutare il rischio”.

Il deputato riporta i trascorsi dell Paese Sudamericano illustrando “come i Bond Argentini che avevano una cedola molto alta” all’epoca avevano allettto molti investitori che si erano lasciati conquistare dal tasso di interesse del 10%, rispetto al 2% di quello italiani. “Il risultato però è che si perdono i propri soldi. Per uno Stato scegliere solamente sulla base della convenienza della cedola da pagare, senza tener presente le implicazioni delle scelte che si fanno è un errore gravissimo”, conclude Borghi.

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