Pattern recognition, trend e livelli chiave: la triade perfetta per ottimizzare entrate e uscite sui mercati finanziari
Per fare trading in modo profittevole non è possibile prescindere dalla valutazione di almeno tre fattori chiave:
1) individuazione della struttura di mercato (trend);
2) analisi delle principali zone di supporto e resistenza (livelli);
3) riconoscimento di segnali operativi (pattern di prezzo).
In particolare la pattern recognition consente di identificare i migliori candlestick setup che si sono formati sullo strumento finanziario analizzato, al fine di valutare attentamente la possibilità di prendere posizione sul mercato ottimizzando contestualmente il rapporto rischio/rendimento. I pattern di prezzo sono configurazioni grafiche ricorrenti, grazie ai quali si può evincere quale sia l’andamento delle due forze contrapposte sul mercato, ossia gli acquirenti (Tori) e i venditori (Orsi), al fine di predisporre una previsione sul prezzo di domani.
Il trader non è un indovino, né un mago: il suo compito è fare previsioni in base a precisi modelli grafici, da valutare sotto un punto di vista meramente statistico. Per comprendere meglio come utilizzare i pattern di prezzo, proviamo ad analizzare un esempio pratico. Il chart in basso si riferisce al tasso di cambio NZD/USD, ovvero il rapporto di cambio tra il dollaro neozelandese e il biglietto verde, esaminato con un orizzonte temporale “daily”.
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Si può notare la presenza di un’ampia zona di supporto, con livello chiave principale identificabile sulla soglia psicologica di 0,65. Qui la pressione dei compratori sembra aumentare con decisione, mentre per i venditori le cose si complicano molto come testimoniato dalla formazione di una pin bar con tanto di bear trap. Questa è una buona area per acquistare, considerato l’elevato rapporto rischio/beneficio atteso. In effetti il “Kiwi” salirà tantissimo nelle sessioni successive, passando da 0,65 a quasi 0,70 in meno di due mesi.
Alla prossima pillola!
Nicola D’Antuono
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