Dopo alcuni casi di salmonella in Europa, la Ferrero ha chiuso lo stabilimento belga di Arlon e ritirato alcuni lotti dei suoi prodotti, anche in Italia. Possiamo stare tranquilli?
Casi di salmonella in Europa in alcuni prodotti della Ferrero a marchio Kinder e per questo la multinazionale ha ritirato dal mercato alcuni lotti dei suoi prodotti.
Al momento i casi si sono registrati soltanto all’estero, soprattutto Belgio e Regno Unito, nessuno in Italia. L’azienda ha però deciso per massima precauzione anche il ritiro di alcuni lotti nel nostro Paese provenienti dallo stesso impianto belga di Arlon.
Ferrero ha comunque tranquillizzato i consumatori italiani sulla sicurezza dei suoi prodotti, compresi quelli pasquali.
Quali prodotti sono stati ritirati dal mercato
Sono in totale al momento 105 i casi di salmonella che hanno visto protagonisti alcune cioccolate a marchio Kinder prodotte dalla Ferrero nello stabilimento di Arlon, in Belgio, 29 ancora in attesa di accertamento.
Per questo motivo l’agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare ha disposto il ritiro di tutti i prodotti Kinder fabbricati nell’impianto, oltre alla chiusura dell’impianto stesso.
I prodotti ritirati sono: Kinder Surprise, Kinder Surprise Maxi, Kinder Mini Eggs e i Schoko-bons. Si tratta quindi dei famosi ovetti Kinder sorpresa e delle caramelle al cioccolato.
Al momento l’allarme riguarda più il Nord Europa, visto che lo stabilimento produce in maggioranza prodotti per quel tipo di mercato. I casi si sono registrati in Regno Unito (63), Belgio (26), Francia (20) e Irlanda (10). Nessuno in Italia.
Nel nostro paese l’unico prodotto ritirato riguarda alcuni lotti dei Schoko-Bons prodotti ad Arlon e finiti sugli scaffali dei nostri supermercati.
Tutti gli altri prodotti venduti in Italia provengono dallo stabilimento di Alba, non interessato dal pericolo salmonella.
Come ha fatto la salmonella a contaminare le uova di cioccolato
La salmonella è un batterio che colpisce prevalentemente l’apparato gastrointestinale con sintomi come nausea, vomito, diarrea, ma anche febbre, crampi addominali e mal di testa.
In alcuni casi può portare anche a gravi complicazioni. A essere più esposti al rischio sono soprattutto anziani, donne in gravidanza, immunodepressi e bambini che mangiano prodotti contaminati dal batterio.
Proprio i più piccoli sono stati i più colpiti da salmonellosi e in alcuni casi si è reso necessario il ricovero. La domanda che tutti si pongono è come ci sia finito il batterio della salmonella nei prodotti in cioccolato della Ferrero.
Si stanno facendo alcune ipotesi su quale ingrediente possa essere il responsabile, in attesa dei dovuti accertamenti dell’azienda nello stabilimento di Arlon.
Considerando i prodotti che compongono i prodotti al cioccolato viene da pensare che possa essere stato il latte o il cacao.
Per quanto riguarda il latte la contaminazione è un po’ difficile anche se non impossibile, visto che la Ferrero usa latte in polvere meno rischioso rispetto a quello fresco.
I maggiori sospetti vanno sul cioccolato e il burro di cacao, che potrebbero essere territorio fertile per la sopravvivenza del batterio. La salmonella inoltre resiste anche alle alte temperature e per questo anche se il cioccolato viene lavorato, può restare latente e riattivarsi.
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I prodotti Kinder in Italia sono sicuri?
La stessa Ferrero con una nota ha tranquillizzato tutti i consumatori italiani sulla sicurezza dei prodotti venduti in Italia, compresi quelli pasquali.
Questo perché, vengono prodotti nello stabilimento italiano di Alba, non interessato dalla contaminazione.
Ferrero ha affermato di “non aver ricevuto negli ultimi 6 mesi in Italia contatti o reclami per indisposizione a seguito di consumo di prodotti Kinder e che, a oggi, nessun prodotto analizzato sui mercati coinvolti dal richiamo è risultato contaminato da Salmonella”.
Possono stare tranquilli anche chi intende per Pasqua acquistare e consumare le famose uova di cioccolato Kinder GranSorpresa.
«Le uova di Pasqua Kinder GranSorpresa sul mercato italiano, in tutti i formati, non sono coinvolte dal richiamo, perché prodotte in Italia» - ci ha tenuto a chiarire l’azienda.
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