Comune di Napoli, consiglio del 20 novembre: ecco i 13 interventi dei consiglieri e quello del sindaco. La mozione che è stata respinta di Vincenzo Moretto, consigliere di Prima Napoli.
Lo stato economico e finanziario del comune di Napoli - come riferito nel precedente articolo nel quale si presentava la delibera della Corte dei Conti della Campania n.240 del 16 ottobre a seguito delle adunanze pubbliche del 07 Giugno e del 21 Luglio 2017 e della Camera di Consiglio del 13 Settembre 2017 - deve essere modificato e l’amministrazione comunale ha 60 giorni di tempo.
Se queste modifiche non verranno fatte c’è il rischio, a quanto pare, di un commissariamento anche perché il comune di Napoli ha aderito alla procedura di riequilibrio pluriennale “PRFP” con la Delibera del Consiglio Comunale n. 58 del 30 novembre 2012, il quale poi è stato poi adottato con la delibera n. 3 del 28 gennaio 2013.
Con l’occasione vorrei fare una rettifica. Nell’articolo precedente ho pubblicato che per la mozione approvata, presentata dal consigliere Mario Coppeto, Vincenzo Moretto di Prima Napoli si era astenuto invece ha votato contro, mi scuso con l’interessato.
Come è noto le difficoltà finanziarie del Comune di Napoli sono in relazione per le evoluzioni normative che hanno modificato le condizioni iniziali alla base dell’adesione al piano di riequilibrio finanziario pluriennale.
In quattro anni i trasferimenti verso il Comune sono stati ridotti di 424 milioni di euro, la svalutazione dei crediti di dubbia esigibilità è passata progressivamente dal 36% del 2015 al 70% nel 2017. In questi anni sono cambiate completamente le norme sul bilancio e si deve tenere conto dell’emersione di consistenti debiti fuori bilancio riferibili ad un lontano passato, ossia quelli del Commissariato per la gestione dei rifiuti e per la ricostruzione post terremoto.
Consiglio comunale di lunedì 20 novembre
Nel consiglio comunale di lunedì 20 novembre sulla relazione dell’assessore Enrico Panini, le evidenze più importanti sono state pubblicate nell’articolo precedente, qui si presentano i 13 interventi dei consiglieri e quello del sindaco, Luigi de Magistris .
Valeria Valente (PD)
Deputato del Pd ha fatto un intervento molto articolato ma anche molto critico contro la Giunta e sindaco, mettendo in evidenza le responsabilità e il tentativo di mistificazione della realtà.
Ha messo in evidenza che l’amministrazione si trova a rispondere di accuse gravi da parte della magistratura contabile sul suo operato e sui rischi ai quali espone la città. Chiaramente, si sono gonfiate le entrate, si sono male contabilizzate le risorse provenienti dallo Stato, si sono occultati debiti che dovevano essere registrati, tutti elementi che, per tempo, le opposizioni in Consiglio avevano denunciato.
La cosa più grave è che si è utilizzato la spesa pubblica a debito, per aumentare il consenso in città.
Ha riferito che in Parlamento il Partito Democratico si è impegnato per costruire norme con le quali aiutare i Comuni in difficoltà, ma è bene chiarire che il Comune di Napoli è l’unico ente che è, contemporaneamente, in predissesto e in condizione di ente strutturalmente deficitario; quindi queste norme non saranno sufficienti a salvarlo.
Tra i Comuni in difficoltà quello di Napoli è ultimo in graduatoria, ad esempio, per capacità di riscossione dei tributi e delle multe.
Se resterà - grazie al lavoro che si farà in Parlamento - un ente in predissesto, il Comune è comunque ad un punto di non ritorno: siamo ora a 2 miliardi e mezzo di disavanzo, partendo dagli 850 milioni iniziali, e questo nonostante le anticipazioni di liquidità ricevute dal Governo (per 1 miliardo e 400 milioni).
Questo significa che i cittadini continueranno a pagare troppo e il disastro peserà sulle future generazioni, mentre non viene, dall’amministrazione, nessuna indicazione di prospettiva per riaggiustare i conti, mentre si si dovrebbe pensare alla città.
Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle)
Siamo di fronte ad un disastro amministrativo ed ha fatto l’elenco degli errori della nuova amministrazione di De Magistris.
Ha messo in evidenza il fatto che l’amministrazione non ha neanche comunicato al Consiglio la sentenza n. 13 della Corte dei Conti del 2016 che già rilevava nei conti un errore di 366 milioni.
Ha detto che l’amministrazione ha fatto partire con un anno di ritardo l’armonizzazione contabile e una delle prime cause di squilibrio è il fatto che non è stato fatto il riaccertamento straordinario dei residui. Inoltre, non è stato costituito il fondo rischi ed è stato calcolato in modo errato il fondo crediti di dubbia esigibilità.
Molto critico per la mancata iscrizione nelle passività delle anticipazioni ricevute dallo Stato e la finzione sul debito CR8; soprattutto, dalle audizioni della Corte è emerso che il Comune non sa quanto incassa dai fitti del patrimonio e non conosce neanche la sua consistenza (un tesoro che da solo equivale al patrimonio dell’intera Lombardia).
Criticità anche per il fallimento del piano di rientro e il continuo tentativo di spalmare in avanti il recupero, cosa che fa venir meno il patto con le future generazioni sulle quali si rovesciano le scelte e gli errori di questa amministrazione che, anche con gli strumenti che le verranno dati, non sarà capace di far fronte ad un disavanzo di oltre 2 miliardi.
Questo perché nell’organizzazione comunale esistono tali carenze organizzative rilevate anche dalla relazione della nuova segretaria generale del Comune.
Mara Carfagna (Forza Italia)
Deputato. Intervento critico. Ha detto che ci sono state semplificazioni, strumentalizzazioni e banalizzazioni.
Ha messo in evidenza che la delibera presenta elementi che le opposizioni avevano denunciato. La situazione rilevata dalla delibera presenta un deficit più alto con una maggiore esposizione debitoria e con irregolarità, trucchi contabili, elusioni.
Ha riconosciuto che l’amministrazione ha ereditato una situazione molto difficile, ma che si era impegnata a migliorarla e invece anche avendo condizioni favorevoli - come le anticipazioni di cassa la situazione - l’ha peggiorata.
Al di là del ricorso - su cui l’amministrazione non ha ancora informato il Consiglio - ci troviamo oggi di fronte ad un disavanzo che è aumentato.
La nuova normativa contabile ha messo in difficoltà i Comuni e in sede di Legge di Bilancio si potranno aprire spazi per proposte più ragionevoli.
La Carfagna promette che Forza Italia farà la sua parte con senso di responsabilità istituzionale, ma questi sforzi non basteranno perché il Comune dovrebbe fare ora tutto quello che non è riuscito a fare negli ultimi 6 anni, come migliorare la riscossione e valorizzerete il patrimonio.
In finale ha detto che senza un’accelerazione d’impegno, che era stata già promessa ad aprile, ci sono solo chiacchiere e ogni sforzo per salvare Comuni, cittadini e territori sarà stato inutile.
Pietro Rinaldi (Napoli in Comune a Sinistra)
Apprezzando il tono costruttivo degli interventi ha definito necessaria una confluenza dialettica di tutte le forze politiche presenti in aula in favore di quelle norme che si attendono dal Governo centrale in un momento così delicato del dibattito parlamentare sulle sorti dei cittadini di tanti Comuni italiani.
Ha chiesto quindi uno sforzo comune sul quale ognuno si dividerà nel merito nelle fasi successive.Al momento si deve avere il comune obiettivo di arginare il fallimento della città.
Ha detto che bisogna dare risposte con trasparenza e sincerità sul merito o demerito di questa amministrazione nell’essere riuscita ad arrivare fin qui evitando il dissesto in passato e riconoscendo gli sforzi compiuti.
Dopo aver espresso valutazioni sulla vicenda CR8, sulla vicenda ABC, sulla riscossione delle multe del 2003, ha chiesto un fronte comune per interpretare le norme per resistere al dissesto e assicurare il salvataggio economico della città a fronte di avvenimenti certi e non influenzabili dall’Aula connessi alle pronunce della Corte dei Conti e del Parlamento.
Eleonora De Majo (Dema)
Ha apprezzato il clima costruttivo presente in consiglio e ha invitato a non appiattire la discussione sulla sola delibera 240 ricordando che il ruolo della politica deve essere un altro.
Ha ricordato che i dati oggi a disposizione fanno pensare ad una nuova questione meridionale e per queste ragioni è necessario tener presente le conseguenze del dissesto finanziario sui cittadini.
Quindi ritiene che sia giusto riflettere su questo momento e non esclude le responsabilità delle precedenti gestioni. Pur riconoscendo che alcuni punti del piano di riequilibrio non hanno funzionato ha detto che bisogna tener conto delle responsabilità dei grandi evasori, i primi dai quali bisognerebbe esigere di pagare i debiti.
Tutte le forze politiche devono ora darsi la mano, perché ciò che è in ballo è il salvataggio di Napoli e di tante città meridionali in un quadro nel quale hanno pesato le conseguenze della crisi del 2008 ed il ruolo delle grandi banche. Non ci sono alternative alle soluzioni che si intravedono ora anche se la possibilità di spalmare il debito in trent’anni non è costituzionalmente orientata.
Vincenzo Moretto (Prima Napoli)
Ha confermato che la situazione è complicata e che impone assunzioni di responsabilità da parte della maggioranza sui motivi che hanno portato alla situazione odierna.
Solo allora si potrà ragionare su come non far pagare ai cittadini le conseguenze del dissesto. Ritiene che il ricorso dell’amministrazione potrebbe essere accolto, ma al momento lo stesso però non risulta convincente.
Ha presentato una mozione che non è stata votata favorevolmente dal consiglio (il testo completo lo trovate alla fine dell’articolo).
Importante l’efficienza del sistema di riscossione e ha ricordato gli elementi non veritieri inseriti in bilancio e, sulla situazione di Anm, delle società in liquidazione come Napoli Sociale, ha parlato di una situazione catastrofica che nulla ha a che vedere con ciò che viene riportato.
Se la squadra che dovrà gestire l’ulteriore indebitamento a trent’anni è la stessa, se non ci sono assunzioni di responsabilità, ha concluso i problemi restano tutti sul campo e rischieremo di aumentare il deficit che è in costante aumento.
Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra)
Ha invitato a riflettere sulle scelte finora compiute che non sono state sufficienti a mettere in sicurezza l’Amministrazione.
Per fare di più occorre attendere non solo l’esito del lavoro importante compiuto dall’Anci nell’ambito degli emendamenti alla Legge di Bilancio, ma anche a partire dall’aggiornamento del regolamento delle dismissioni. Inoltre, bisogna dare un segnale incisivo per favorire la leva della vendita del patrimonio immobiliare perché è evidente che ci sono delle criticità.
Ha chiesto come si accelera il tema della Riscossione, e come si danno le gambe necessarie alla Napoli Holding per svolgere il suo ruolo, ma va anche detto con forza che i cambiamenti normativi hanno messo in discussione i contenuti del patto e questo va spiegato ai cittadini.
Sulla delibera, alcuni rilievi appaiono di grande gravità e suscitano dubbi sull’operato dell’Amministrazione. Il cambiamento del pacchetto normativo ha messo in discussione le ragioni del patto con il fondo di svalutazione crediti che è diventato un macigno che contribuisce al disavanzo e per questo che la normativa tecnico contabile è cambiata.
Gli enti locali finanziariamente più deboli pagano le scelte internazionali in materia di finanza che per contenere il debito scaricano sulle periferie il costo di risanamento dei conti.
Marco Nonno (Fratelli d’Italia)
Ha denunciato un debito che la maggioranza che si è alternata alla guida della città si trascina da vent’anni, ma non si ha difficoltà a mettersi a disposizione per una mobilitazione comune purché si ammettano le responsabilità degli errori compiuti.
Elena Coccia (Napoli in Comune a Sinistra)
Ha parlato del fallimento delle politiche liberiste e contro questo occorre invertire la tendenza.
Bisogna chiedersi dov’era prima la Corte dei Conti, che sembra oggi diventata un tribunale speciale. Si sono succedute norme stringenti, tagli sempre più gravi ai servizi e si è innestata una spirale di “maggiori risorse-maggior debito” che sembra non interrompersi più e la Corte dei Conti sembra essere quella che detta cosa si può o non si può dare ai cittadini e invece va detto che ci sono regole che bisogna evadere se non sono giuste, e va abolito l’art. 81 e far ritornare pubblica la Cassa Depositi e Prestiti.
Luigi Felaco (Dema)
Il suo intervento è stato centrato sul fatto che bisogna insistere affinché il prezzo della crisi non debba essere pagato dai cittadini e sicuramente da chi non ha. Ha esortato ad andare nella direzione di un sostegno forte a questi cittadini. Ritiene che vada stilato un nuovo patto di governo concordato con i territori e i cittadini per rilanciare un’azione amministrativa che sia davvero chiara.
Salvatore Pace (Dema)
Ha presentato in sintesi i dati sulla povertà e sul PIL della Regione per definire che è ingiusta una tassazione insostenibile imposta alle regioni meridionali.
Ha detto che il Comune ha una visione che non svende il pubblico e mantiene le fasce di esenzione per i più deboli e cerca di assicurare la casa a chi non può pagarsela. Napoli sta provando a riscrivere le regole del diritto nel senso della libertà e della dignità contro chi preferisce la vicinanza al potere.
Federico Arienzo (Partito Democratico)
La discussione, ritiene, ha assunto una piega sbagliata. Ha sottolineato che tutto il bene starebbe solo dalla parte dell’Amministrazione, mentre il problema vero resta quello di salvare la città dal dissesto. Non tutti i Comuni sono in dissesto e c’è chi riesce a mantenere i conti in ordine.
Si è riferito alla mozione che le opposizioni hanno presentato che non è stato approvata dal consiglio. Ha fatto appello a non fare discorsi ideologici ma di affrontare concretamente i problemi e i bisogni dei cittadini.
Marco Gaudini (Verdi Sfasteriati)
Ha detto che si tenta di bloccare l’esperimento politico della giunta de Magistris. Tutti i Comuni hanno espresso negli incontri in Parlamento al di là del colore politico le difficoltà degli enti locali a partire dalla Costituzione italiana non per salvare le politiche di questa amministrazione ma prendere per dalle difficoltà dei Comuni accantonando la propaganda elettorale e la politica fatta di proclami.
Ha invitato a guardare all’interesse delle città ed ha fatto un appello a guardare al futuro e a fare qualcosa di concreto per il nostro popolo.
Luigi de Magistris (Sindaco di Napoli)
Intervento finale ha messo in evidenza il ruolo della Corte dei Conti.
Ha detto che le sue ragioni saranno accolte ma ha invitato alla cautela. Il primo ricorso alla Corte sul piano di riequilibrio fu accolto e se lo sarà anche questo che appena presentato. De Magistris amministrerà Napoli fino alla primavera del 2021 indipendentemente dalle scelte che faranno il Parlamento e il Governo.
Ha respinto le accuse di elusioni venute dal dibattito che vanno presentate nelle sedi opportune. Ritiene che il dibattito politico sulle scelte che l’amministrazione ha fatto e che rivendica con forza, dalla valorizzazione del patrimonio alla internazionalizzazione della sua gestione, alla sua valorizzazione sociale sia diverso da quello che si è fatto qui.
Importante, ha detto che bisogna investigare il debito:
Non faremo fallire la città per un debito del post terremoto del 1981 e tra poco daremo vita all’osservatorio sul debito perché il debito (se odioso e ingiusto) va accantonato. La città ha tanti problemi e non ha soldi, ma nel mondo ci si interroga su come Napoli abbia fatto in questi anni, unica esperienza di città che non si è piegata alle regole del liberismo, a mantenere un volto umano, a non fallire, a mantenersi accogliente, e oggi a questa città si vuole contrapporre un immaginario di città in default. Abbiamo fatto in questi giorni con l’Anci una battaglia unitaria ed abbiamo chiesto alle forze politiche nel parlamento e nel governo di fare qualcosa non per Napoli ma per l’Anci, perché se si dà voce ai sindaci si salva il Paese. Non abbiamo chiesto soldi, ma di eliminare blocchi normativi e vincoli finanziari, di armonizzare la normativa sul riequilibrio, la possibilità di riaccertare il debito, di fare per i Comuni quello che si è fatto per il debito delle Regioni. Questo è l’ultimo tram, dopo il quale non può esserci nessun ricorso alla cassazione e ha denunciato che c’è qualcuno che vuole far fallire una città viva e che rappresenta un’assoluta anomalia, invisa alle forze politiche; l’amministrazione è riuscita, con le mani pulite e la forza del coraggio e delle idee, nonostante vincoli pesantissimi, a mantenere i programmi per cui è stata eletta due volte. Continueremo a difendere la città e saremo con onestà intellettuale capaci di dare atto alle forze politiche se daranno forza alle istanze dei territori, trasformando le chiacchiere in atti. Senza una risposta alle richieste fatte dall’Anci a nome di tutti i comuni che non ce la fanno più è minacciata la tenuta democratica con l’esplosione di un conflitto sociale senza precedenti.
Gli interventi hanno tracciato il percorso da seguire ed è chiaro che gli orientamenti sono, per la maggioranza anche a chiedere attenzione al tema da parte del parlamento mentre per l’opposizione anche che la gestione de Magistris rettifichi almeno le politiche che fino ad oggi ha fatto. Si presenta la parte finale della mozione del consigliere Vincenzo Moretto di Prima Napoli che è stata respinta da consiglio. La lettura aiuta a comprendere la distanza che si coglie tra maggioranza e opposizione su un tema che ci poteva essere una convergenza.
Mozione presentata da Vincenzo Moretto
MISURE CORRETTIVE PER IL RISANAMENTO FINANZIARIO RILEVATO
Che, in virtù di queste problematiche finanziarie che riguardano il Comune di Napoli ed altri trecento Comuni, l’ANCI ha proposto degli emendamenti alle Legge di Bilancio che la Commissione Bilancio del Senato ha ritenuto inammissibili;
in particolare quelli che riguarderebbero il Comune di Napoli, ovvero quello di riformulare il Piano di Riequilibrio a valere dal 1 Gennaio 2018 e consentire di spalmarlo in trenta anni e la stessa operazione sul ricalcolo dei Residui attivi.Nonostante il parere negativo della Commissione Bilancio del Senato, potrebbe ancora esserci il soccorso del Governo che potrebbe fare propri gli emendamenti proposti dall’ANCI almeno in parte e rilanciarli direttamente nella Legge di Bilancio anche se gli emendamenti dovessero essere approvati, consentirebbero tempi più lunghi per la restituzione dei debiti.
Ciò comporterebbe una gestione più tranquilla per l’Amministrazione ma di contro graverebbe ulteriormente sulle future generazioni. Pertanto appare doveroso attuare misure idonee a salvaguardia degli equilibri di Bilancio ma che tengano conto delle esigenze dei cittadini garantendo i servizi indispensabili come per legge ai sensi dell’Art. 1 D.M. 28 Maggio 1993;
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
A redigere una relazione che metta in evidenza come ci si è arrivati a questa situazione disastrosa, considerato altresì un allarmante dato di inefficienza denunciato nella relazione semestrale dalla Segretaria Generale che rileva, su 219 atti amministrativi controllati, ben 183 contenenti irregolarità -pari all’84%- che spaziano in diversi settori;
e per consentire una svolta radicale per il superamento delle criticità e affinché ci sia maggiore efficienza dei servizi commisurati alle esigenze dei cittadini con anche l’accertamento contabile al 30 Novembre 2017;
concordare con il Consiglio Comunale misure idonee da attivare per la dismissione del patrimonio immobiliare disponibile ed ERP;
migliorare la riscossione dei fitti attivi e la soppressione dei fitti passivi e le possibili revoche delle concessioni dei fitti che non determinano reddito;
individuare le misure idonee per migliorare la riscossione dei tributi e delle contravvenzioni al Codice Stradale;
predisporre un piano di razionalizzazione finanziaria delle Società Partecipate per renderle ”Efficienti, Efficaci ed Economiche”, in particolare un approfondimento sulla funzione della Napoli Holding S.p.A., sulle Società in Liquidazione;
sulla Napoli Servizi S.p.A. ed in particolare della ANM mantenendo, per quest’ultima, gli impegni assunti con le OO.SS.. Urgente è attuare la riforma della macchina comunale e della Polizia Municipale;
riformare l’attuale regolamento delle Municipalità attuando 5 macro Municipi con trasferimento delle competenze e con riduzione dei costi;
predisporre la rivalutazione del Fondo Contenziosi. Appare evidente l’«inadeguatezza» di chi dovrebbe amministrare la città nei prossimi quattro anni;
ben venga una norma del Parlamento per salvare Napoli, ma per raggiungere gli obiettivi del Piano riformulato dovrà essere necessariamente riformata la squadra di Governo;
il management delle Partecipate;
rispettare il ruolo e le funzioni del Consiglio Comunale affidandone il previsto controllo alle Opposizioni.Solo fermando gli sprechi e le inefficienze fin qui accumulate, si potranno garantire i servizi indispensabili ai cittadini.
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