Contagi in famiglia, un positivo al Covid può infettare la metà dei parenti: lo studio

Martino Grassi

24 Dicembre 2020 - 14:57

Una persona positiva al coronavirus può infettare la metà dei suoi parenti. Sale l’allerta per i possibili contagi in famiglia durante le festività natalizie.

Contagi in famiglia, un positivo al Covid può infettare la metà dei parenti: lo studio

Una persona positiva alla Covid-19 può arrivare ad infettare la metà dei suoi familiari, secondo quanto riportato da uno studio condotto dai Centers of Disease Control and Prevention (CDC) americani.

Anche tra adulti e bambini non ci sono particolari differenze, e tutti sono più o meno in grado di infettare allo stesso modo le altre persone. L’allerta sale proprio con l’avvicinarsi di pranzi e cene in vista delle festività natalizie, facendo aumentare il rischio di contagio anche laddove ci siano pochi invitati non appartenenti al nucleo familiare, come stabilito dall’ultimo provvedimento del governo.

Un positivo al Covid può contagiare la metà dei parenti

Una persona positiva al coronavirus è in grado di infettare la metà dei parenti. La conferma arriva da uno studio, avviato lo scorso aprile, che ha preso in considerazione i pazienti indice, ossia pazienti ai primi stadi della malattia con la patologia confermata in laboratorio.

I partecipanti allo studio e i loro familiari sono stati addestrati a distanza per raccogliere i dati. Nello specifico hanno dovuto completare dei diari e fornire i risultati dei loro tamponi e campioni di saliva per un lasso di tempo di 14 giorni. Lo studio ha coinvolto 101 pazienti positivi e 191 familiari.

Durante il giorno in cui sono comparsi i primi sintomi del paziente, tutti i componenti delle diverse famiglie hanno dichiarato di non manifestare nessuna avvisaglia della malattia su loro stessi. Con il trascorre dei giorni però la situazione è cambiata e 102 di loro hanno contratto la malattia.

In media dunque è stato registrato un tasso di contagiosità intorno al 53%, che oscillava tra il 57% negli adulti e il 43% nelle persone con meno di 18 anni. Dalla ricerca è emerso anche che il 69% dei pazienti che hanno dato origine al contagio all’interno della propria famiglia ha riferito di aver trascorso 4 ore o più nella stessa stanza in compagnia della propria famiglia il giorno prima della comparsa dei primi sintomi, mentre un altro 40% anche il giorno dopo l’insorgenza. Un altro 40% ha inoltre detto di aver dormito nella stessa stanza con uno o più familiari prima della comparsa della malattia e il 30% dopo l’esordio. Gli autori hanno concluso affermando che “in questo studio prospettico in corso che include un follow-up sistematico e quotidiano, la trasmissione di Sars-CoV-2 tra i membri della famiglia risultava comune e i tassi di infezione secondaria più alti di quanto precedentemente riportato”.

I consigli per ridurre il rischio di contagio

Da Stefania Boccia, ordinario di Igiene all’Università Cattolica, campus di Roma, arrivano dei suggerimenti per ridurre la possibilità di contagio durante i pranzi e le cene, evitando che le festività natalizie di trasformino in un evento super diffusore.

Infatti, spiega Boccia, il nuovo provvedimento del governo ci consente di incontrare anche persone non conviventi durante i giorni rossi, e per questo è necessario avere alcune accortezze per ridurre la possibilità di infettare, qualora fossi ignari di avere il coronavirus, o di essere infatti.

In primo luogo l’esperta raccomanda di indossare quanto più possibile la mascherina, lavarsi spesso le mani e favorire il ricambio d’aria aprendo spesso le finestre. Inoltre sarebbe opportuno evitare pranzi e cene in compagnia, preferendo invece brevi visite durante le quali scambiasi i regali ed evitare quanto più possibile le zone affollate, dai supermercati alle strade dello shopping.

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