Mario Draghi è stato inflessibile sul mantenimento del coprifuoco nonostante il pressing di Matteo Salvini: i motivi della scelta da parte del Governo e il perché il leader della Lega alla fine ha fatto astenere i suoi ministri.
Sul coprifuoco è andato in scena il primo strappo ufficiale tra Mario Draghi e Matteo Salvini, con il leader della Lega che ha fatto astenere i suoi ministri durante il Consiglio dei Ministri quando si è dovuto votare per l’approvazione del nuovo decreto.
Eppure Salvini esultava fino a qualche giorno fa per la svolta “aperturista” del Governo, intestandola come una vittoria del suo partito. Le uniche due cose che non ha ottenuto fin da subito è una modifica del coprifuoco e l’apertura anche al chiuso per i ristoranti.
Due temi su cui Draghi è stato irremovibile nonostante il pressing dell’ex ministro: i due si sarebbero sentiti prima del CdM, ma il Presidente del Consiglio non si aspettava questo “sgarbo” da parte dei ministri della Lega che, non nascondendo un certo imbarazzo, alla fine hanno obbedito al diktat del Capitano e si sono astenuti sul decreto.
Uno strappo quello che si è consumato sul coprifuoco più simbolico che pratico, visto che il decreto ovviamente è passato ugualmente e che i rischi di un Papeete-bis, come paventato da alcuni, è illusorio.
Il Governo ha i numeri per andare avanti anche senza una Lega che avrebbe tutto da perdere da un’uscita dalla maggioranza: addio a alle pesanti cadreghe ora occupate proprio nel momento in cui stanno arrivando i tanti soldi del Recovery Plan.
Coprifuoco: scontro Draghi-Salvini
Dopo l’astensione dei ministri leghisti durante il CdM, le cronache raccontano di un Mario Draghi “profondamente irritato” per questa mossa dopo che il Governo ha in sostanza accolto quasi tutte le richieste del Carroccio.
Sul coprifuoco Draghi però è stato irremovibile. Le riaperture decise con il nuovo decreto sono state definite un “rischio ragionato”, ma fondamentale è mantenere una gradualità di fondo per non dare l’idea del “liberi tutti”.
Considerando che in Italia la situazione sanitaria legata al Covid è ancora preoccupante, per Palazzo Chigi aprire tutto di colpo potrebbe vanificare gli sforzi fatti fino a questo momento considerando anche i ritardi nella campagna vaccinale.
Sul coprifuoco Draghi così ha voluto ascoltare il parere del Comitato tecnico scientifico e del ministro Speranza: per tutto il mese di maggio la misura resterà in vigore così com’è, poi a metà mese con un provvedimento ad hoc l’obbligo di rientrare a casa entro le 22 potrebbe essere superato.
Una prospettiva questa che non ha soddisfatto Matteo Salvini, in crisi nei sondaggi e preoccupato oltre che della avanzata di Giorgia Meloni anche dei malumori dei ristoratori dopo le tante promesse fatte.
Lo strappo sul coprifuoco appare così essere una mossa disperata per accarezzare i tanti elettori scontenti, anche a costo di irritare il Presidente del Consiglio: Draghi sa bene che Salvini in questo momento “abbaia ma non morde”, ma un eccessivo livello di tensione all’interno della maggioranza di certo non può far bene a un Governo chiamato ad affrontare sfide delicatissime per il futuro del Paese.
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