Non solo l’emergenza coronavirus ma anche quella legata all’economia sta portando a ipotizzare la nascita di un governo di unità nazionale: c’è l’ipotesi di Mario Draghi premier, ma diversi partiti già si starebbero sfilando.
L’emergenza coronavirus potrebbe presto rivoluzionare anche il nostro Parlamento. Con il numero dei contagi e dei morti che continua pericolosamente a salire, il mondo della politica sta cercando di compattarsi anche perché il sentore è che siamo di fronte soltanto alla punta di un iceberg.
Intervenuto nel corso della trasmissione Mezz’ora in più, è stato lo stesso premier Giuseppe Conte a non è escludere la possibilità della nascita di un governo di unità nazionale visto che “di fronte a queste emergenze non c’è distinzione tra maggioranza e opposizione”.
Finora in Italia soltanto tre volte si sono venuti a creare dei governi di unità nazionale: dopo le due Guerre Mondiali e nel 1976, quando il terzo esecutivo Andreotti andò avanti per due anni concertando di fatto tutti i provvedimenti insieme al PCI di Berlinguer.
All’epoca il nostro Paese era alle prese con una grave crisi economica e con il problema del terrorismo rosso e nero. Visto un sostanziale pareggio elettorale con il PCI vicinissimo alla DC, si decise per questa soluzione con l’obiettivo di superare tutti insieme quel delicato momento economico, sociale e politico.
Se il coronavirus in Italia dovesse continuare a diffondersi facendo aumentare l’emergenza, ecco che da più parti in Parlamento si starebbe invocando una compattezza tra maggioranza e opposizione, magari con Mario Draghi a Palazzo Chigi, che però al momento non sembrerebbe avere l’avallo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Il coronavirus porterà a un governo di unità nazionale?
Se in Italia il coronavirus da epidemia dovesse diventare una pandemia, ecco che il nostro Paese si troverebbe di fronte a una situazione di totale emergenza sanitaria come mai avvenuto nella storia recente.
Se gli eventi dovessero precipitare, dal punto di vista politico servirebbe una piena unità di intenti da parte del Parlamento con i vari partiti chiamati a mettere da parte le storiche divisioni per cercare di superare insieme la criticità del momento.
Non è un caso che si torni a parlare dell’ipotesi di un governo di unità nazionale, che in sostanza prevederebbe il pieno coinvolgimento decisionale sia della maggioranza che dell’opposizione anche per sveltire i lavori parlamentari.
L’emergenza coronavirus se dovesse peggiorare e dilagare in tutto il Paese potrebbe rendere necessaria questa tipologia di esecutivo. Difficile però che Giuseppe Conte possa nel caso restare al suo posto, visto che a Palazzo Chigi servirebbe una figura più condivisa magari come il tanto chiacchierato Mario Draghi.
Oltre alla questione sanitaria l’epidemia infatti sta portando all’Italia, ma non solo, anche gravi danni economici tanto che il Bel Paese ben presto potrebbe scivolare nel vortice della recessione tecnica.
Chi sarebbe fin sa subito pronto a sostenere un governo di unità nazionale sono Forza Italia e Italia Viva, con pure il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che in caso di una emergenza totale causa coronavirus difficilmente si andrebbero a tirare indietro.
L’ala più moderata della Lega che fa capo a Giancarlo Giorgetti vedrebbe di buon grado questa ipotesi, ma Matteo Salvini con i recenti continui attacchi alla maggioranza non sembrerebbe essere particolarmente propenso a questa sorta di pax.
Fratelli d’Italia al momento si è detta pronta a fare la sua parte, anche se Giorgia Meloni ha subito specificato che “nemmeno il coronavirus potrà convincermi a fare un governo con Conte, Renzi, Zingaretti e Di Maio”.
In teoria il modello auspicato è quello della Lombardia, dove il governatore Fontana (centrodestra) e il sindaco di Milano Sala (centrosinistra) stanno lavorando insieme per affrontare l’emergenza. Resta da capire se, visto il costante clima da campagna elettorale, anche i leader nazionali dimostreranno lo stesso senso di responsabilità.
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