Cosa ha fatto il Partito democratico al governo dalla sua nascita fino a oggi

Giacomo Andreoli

05/09/2022

Il Partito democratico è uno dei partiti protagonisti di queste elezioni politiche del 25 settembre, ma cosa hanno fatto i suoi rappresentanti negli anni in cui è stato al governo?

Cosa ha fatto il Partito democratico al governo dalla sua nascita fino a oggi

Il Partito democratico è tra i protagonisti di questa campagna elettorale per le elezioni del prossimo 25 settembre. La formazione guidata dal segretario Enrico Letta si gioca con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni il primato tra i partiti più votati, con Lega e Movimento 5 Stelle che sembrano indietro.

Ma cosa ha fatto il partito negli ultimi passati, in molti dei quali è stato al governo del Paese? Gli ultimi governi hanno spesso visto nel Pd una parte importante della squadra dei ministri, anche se il partito è riuscito ad avere una maggioranza più o meno omogenea di centrosinistra (assieme a Movimento 5 Stelle, LeU e Italia Viva) solo da settembre 2019 a gennaio 2021.

Per il resto il Pd ha partecipato a governi di larghe intese o emergenza nazionale, come nel caso dell’ultimo guidato dall’ex numero uno della Bce Mario Draghi. Vediamo le principali riforme fatte, soprattutto quelle in ambito economico, nei diversi esecutivi.

Quando è stato al governo il Partito democratico

Il Partito democratico è stato fondato nel 2007, riunendo diversi partiti di centro-sinistra e con l’obiettivo di conciliare due culture politiche diverse: quella post-democristiana e quella post-comunista. Durante la quindicesima legislatura il partito è stato parte del governo Prodi II, rimasto in carica dal 2006 fino all’inizio del 2008.

Dopo la sconfitta elettorale di quell’anno, fino al 2011 il Pd è stato all’opposizione del governo Berlusconi IV, quindi è tornato al potere con il governo di unità nazionale guidato da Mario Monti dal 2011 alla fine del 2012. Dopo il voto del 2013, quello della nota “non-vittoria” dell’allora segretario Pier Luigi Bersani, il vice-segretario Enrico Letta guidò un governo di larghe intese con il Popolo delle libertà fino all’inizio del 2014.

Quell’esperienza finì con l’ascesa di Matteo Renzi e il suo governo con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Dopo il referendum costituzionale del 2016, quindi, Renzi si dimise, ma la maggioranza rimase in piedi con l’esecutivo di Paolo Gentiloni, che rimase in carica fino a marzo 2018. In quel mese alle elezioni politiche il Pd raggiunse il peggior risultato della sua storia.

Nell’ultima legislatura, quindi, il Partito democratico è stato prima all’opposizione del governo Lega-Movimento 5 Stelle fino a settembre 2019, quando ha dato vita all’esecutivo Conte II proprio con il M5s. A quest’ultimo è seguito il governo di emergenza nazionale di Draghi appena caduto, con tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Prodi II

Appena nato, il Partito Democratico diventa la maggiore forza politica all’interno del secondo governo guidato da Romano Prodi e il segretario Walter Veltroni avvia il dialogo con l’opposizione guidata da Silvio Berlusconi per una serie di riforme costituzionali per modernizzare lo Stato.

Il governo fa poi approvare al Parlamento il nuovo protocollo sul Welfare, che scatena polemiche in maggioranza con Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti. In ogni caso l’età pensionabile viene abbassata da 60 a 58 anni. A gennaio l’Udeur di Clemente Mastella ritira l’appoggio all’esecutivo, che cade.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Monti

Il Pd torna al governo nel 2011, sotto la guida di Monti. Il partito, assieme al Popolo delle libertà (che racchiude gli attuali Forza Italia e Fratelli d’Italia), vota il pareggio di bilancio in Costituzione, la spending review sulla spesa pubblica e la legge Fornero per alzare fino a 67 anni l’età pensionabile e dare alle imprese la facoltà di licenziare per “motivi economici”.

Quindi spinge per far inserire una tassa sulle grandi ricchezze e ridurre di conseguenza gli interventi restrittivi sulla classe media, trovando il favore del presidente del Consiglio, ma il centrodestra blocca il progetto.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Letta

Durante il governo Letta il Pd accetta un compromesso sul sistema fiscale con Il Popolo delle libertà. Venne così cancellata l’Imu sulla seconda abitazione e rimodulata quella sulla prima con la tassa sui rifiuti. Si generano però, così, una serie di problemi burocratici segnalati dagli enti locali e dai fiscalisti, su cui si dovette intervenire negli anni successivi.

L’esecutivo, poi, riduce in parte i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione e cancella il finanziamento pubblico ai partiti, lasciando solo i rimborsi per le attività parlamentari, le donazioni e il 2X1000. Infine vara il contestato decreto Imu-Bankitalia, accusato dall’opposizione di “regalare” 4 miliardi di euro agli azionisti di Banca d’Italia.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Renzi

Il governo guidato da Matteo Renzi subentra al precedente perché il nuovo segretario dem contesta “la lentezza e la mancanza di efficacia” dell’esecutivo Letta. Il nuovo governo realizza diverse riforme in materia civile ed economica. Oltre alla legge sulle unioni civili per le persone dello stesso sesso e quella del “Dopo di noi” per i cittadini con disabilità, viene varata una legge per contrastare il capolarato e una contestata riforma delle province, che vengono in parte superate.

Quindi viene agganciato il pagamento del canone Rai a quello della bolletta elettrica, approvata la contestata riforma della “Buona Scuola” e varato il Jobs Act, che elimina alcuni contratti precari (come il co.co.pro.), ma anche la protezione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e introduce il contratto a tutele crescenti, negando il reintegro ai lavoratori licenziati per motivi economici.

La legge viene però accompagnata da alcuni miliardi di euro in sgravi contributivi alle imprese in caso di assunzione a tempo indeterminato, facendo aumentare il numero dei contratti stabili fino all’esaurirsi dell’effetto propulsivo degli incentivi. L’esecutivo, quindi, vara una legge elettorale, l’Italicum, che viene dichiarato in parte incostituzionale dalla Consulta. Dopo la vittoria del «no» al referendum costituzionale del 2016 il premier Renzi si dimette.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Gentiloni

Il nuovo governo, da dicembre 2016, è guidato dall’ex ministro degli Esteri e oggi commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. L’esecutivo abolisce i voucher così come erano stati pensati nel Jobs Act, lasciandoli solo per alcune categorie di lavoro (come per le baby sitter e il lavoro stagionale in agricoltura).

Inoltre approva la riforma delle intercettazioni e il Reddito di inclusione: una forma di sostegno pubblico ai più poveri e gli inabili al lavoro. Quindi firma con la Libia un memorandum d’intesa per la gestione dell’immigrazione che negli anni successivi sarà criticato da gran parte dello stesso Pd.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Conte II

Il Partito democratico torna al governo dopo la crisi dell’esecutivo gialloverde nell’estate del 2019, di nuovo sotto la guida di Giuseppe Conte. Grazie all’opera del nuovo ministro dell’Economia, il dem oggi sindaco di Roma Roberto Gualtieri, vengono approvati il cashback e un taglio del cuneo fiscale per aumentare di qualche decina d’euro lo stipendio dei lavoratori, mentre vengono previste le contestate plastic tax e sugar tax. Quest’ultime, però, vengono rimandate con l’emergenza Covid, durante la quale il governo Conte II stanzia circa 100 miliardi di euro in aiuti a famiglie e imprese, con relativo scostamento di bilancio per 57 miliardi.

Tra i tanti sostegni viene varato il Reddito di emergenza per le categorie più fragili della società. Viene quindi approvato il Superbonus 110%, nel tentativo di rilanciare il settore edilizio, fortemente colpito dalla pandemia. Dopo una lunga negoziazione con l’Ue, infine, il governo riesce a ottenere 191 miliardi di euro di fondi straordinari all’interno del Next Generation Ue, anche detto Recovery Fund (che insieme agli altri fondi porta in dote all’Italia 209 miliardi entro il 2026). L’esecutivo però, dopo lo strappo di Renzi, cade a gennaio 2021.

Cosa ha fatto il Pd nel governo Draghi

Il Pd è tra gli sponsor principale dell’ultima esperienza di governo, guidato da Draghi. Tra il 2021 e l’estate di quest’anno, i dem spingono per rimodulare le alioquote Irpef, con l’effetto di ridurre le tasse in modo sostanzioso al ceto medio-alto. E ancora: sostengono il presidente del Consiglio nell’attuare le riforme previste dal Piano di ripresa e resilienza (per ottenere i 191 miliardi europei). Tra queste la riforma della giustizia firmata Marta Cartabia e quella della Pubblica amministrazione di Renato Brunetta.

Con l’esplodere del conflitto tra Ucraina e Russia, il Pd si fa promotore delle sanzioni contro Mosca e della tassa sugli extraprofitti al 25% per ristorare famiglie e imprese degli aumenti in bolletta. Quindi i dem premono per il bonus 200 euro per i lavoratori fino a 35mila euro e l’esonero contributivo del 2% in busta paga, che poi l’esecutivo approva. Infine mediano tra Draghi e i sindacati in materia pensionistica, con Quota 100 che alla fine viene modificata in Quota 102.

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