Cos’è e cosa prevede il RCEP, l’accordo commerciale più grande al mondo appena firmato. Ecco i Paesi aderenti e il perché la Cina è fortemente avvantaggiata.
Che cos’è il RCEP, l’accordo commerciale firmato dalla Cina e da altri quattordici Paesi dell’area Asia-Pacifico?
Acronimo di Regional Comprehensive Economic Partnership, il RCEP è stato firmato durante un summit regionale nella capitale del Vietnam, Hanoi. L’accordo commerciale – sia per rilevanza che per numero di Stati coinvolti – è il più grande mai concepito nella storia e potrebbe favorire l’allargamento dell’area di influenza del Governo di Pechino.
Cos’è il nuovo accordo commerciale RCEP e cosa prevede
Mentre le economie occidentali continuano ad introdurre nuovi strumenti per contenere i dissesti economici causati dalla pandemia in atto, una parte di mondo è già al lavoro per ridefinire a proprio vantaggio i rapporti di forza che caratterizzeranno i prossimi decenni.
Questa parte di mondo è l’Asia che, nella giornata di domenica, ha visto tredici Paesi – a cui si aggiungono Australia e Nuova Zelanda – riunirsi per firmare un accordo commerciale senza precedenti nella storia. Il testo, approvato dai funzionari delle quindici economie coinvolte, definisce il più grande blocco commerciale al mondo, con 2,2 miliardi di persone coinvolte – un terzo della popolazione mondiale – e un Pil aggregato stimato in 26.200 miliardi di dollari, 30% di quello globale.
Speculazioni sulla definizione di un accordo di questa portata si rincorrevano dal lontano 2012, ma l’ufficialità è arrivata solo ora. La nuova alleanza, che rappresenta una sorta di rivoluzione copernicana nell’ambito dei rapporti commerciali nell’area asiatica, prevede l’eliminazione di una serie di tariffe nell’arco di dieci anni grazie all’abbattimento delle barriere doganali, oltre a una lista di venti nuove regole che toccheranno il commercio di beni, gli appalti pubblici, gli investimenti e l’e-commerce.
Le misure, di fatto, semplificheranno gli scambi commerciali tra i Paesi aderenti, contribuendo a sviluppare le catene di approvvigionamento interrotte durante la pandemia e favorendo consequenzialmente la ripresa economica.
Ad aderire, oltre alle già citate Australia e Nuova Zelanda – unici Paesi non asiatici presenti nella lista – ci sono le grandi potenze dell’area, come Cina, Giappone e Corea del Sud. Presenti anche Malesia, Brunei, Singapore, Vietnam, Laos, Filippine, Tailandia, Cambogia, Myanmar e Indonesia. Assente, per ora, un player fondamentale come l’India che, secondo gli osservatori, potrebbe rientrare nell’accordo in un secondo momento.
Perché la Cina sarà favorita dall’RCEP
La firma del nuovo accordo di libero scambio implica l’alleanza inedita tra Cina, Giappone e Corea del Sud, economie leader del continente asiatico che mai avevano collaborato in questi termini.
Ma l’RCEP è soprattutto un trionfo geopolitico del Governo di Pechino che, grazie al nuovo accordo, potrà ridurre sensibilmente la dipendenza della Cina dalle tecnologie occidentali. Processo, questo, ritenuto fondamentale a causa del progressivo deterioramento dei rapporti Cina-USA durante il mandato presidenziale di Donald Trump.
Grazie all’RCEP e alla svolta protezionistica degli Stati Uniti – il tycoon ha anche ritirato il Paese dal Trans-Pacific Partnership, accordo di libero scambio tra gli Stati del Pacifico – la Cina sarà nella posizione di rinsaldare i suoi legami commerciali nell’area, coprendo di fatto quel vuoto creato dalla chiusura degli USA.
Sebbene sia troppo presto per tracciare prospettive di lungo termine, alcuni osservatori sostengono che il nuovo sistema di alleanze commerciali potrebbe portare l’economia leader del continente asiatico a superare quella statunitense. Le conclusioni, tuttavia, dovranno attendere poiché il Presidente in pectore Joe Biden potrebbe modificare radicalmente l’approccio internazionale degli USA nei prossimi quattro anni.
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