Cosa cambierà con la Riforma del Catasto?

Valentina Pennacchio

30 Gennaio 2014 - 12:53

Cosa cambierà con la Riforma del Catasto?

Quanti mesi sono che ne sentiamo parlare? Ormai svariati, eppure si continua a tergiversare. Ora che il Decreto IMU - Bankitalia è stato approvato, ci sarà forse un’accelerazione per risolvere una questione che causa al Fisco non pochi problemi?

La riforma del catasto sarà comunque operativa non prima di 4-5 anni. Cambiare le modalità di calcolo del valore del patrimonio immobiliare italiano è un’operazione ardua, basti pensare che il nostro sistema risale al 1939.

Riforma catasto: le novità

Cosa bolle in pentola? Le novità si rincorrono ormai da tempo, cerchiamo di riassumerle in 5 punti per fare nuovamente il punto della situazione:

  • il territorio sarà diviso in "microzone” e i vani saranno sostituiti dai metri quadrati;
  • il valore patrimoniale sarà calcolato grazie ad un algoritmo (che andrà moltiplicato per i metri quadrati della casa). Si partirà dal valore di mercato al metro quadrato, rilevato probabilmente usando i dati dell’ex agenzia del Territorio, e si considereranno una serie di coefficienti in base alle caratteristiche dell’immobile (anno di costruzione, manutenzione, scale, esposizione, affaccio, riscaldamento centrale o autonomo);
  • la rendita catastale partirà dai valori locativi annui espressi al metro quadrato, da cui si ridurranno le spese sostenute per la manutenzione straordinaria, gli adeguamenti o l’amministrazione. Detto valore sarà moltiplicato per la superficie, dando come risultato il valore della nuova rendita;
  • i contribuenti potranno chiedere la rettifica delle nuove rendite, con obbligo di risposta, nel termine di 60 giorni;
  • correzione di aliquote impositive, eventuali deduzioni o detrazioni, soprattutto in riferimento alle tasse sulla casa 2014 e alla Tasi, su cui proprio nei giorni scorsi è arrivato l’accordo con i Comuni su aliquote e gettito.

La giusta soluzione?

Il Presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, è molto critico su una riforma che porti i valori imponibili al livello del mercato, perché ciò non risolverà il problema della fiscalità immobiliare, anzi:

"tali valori raddoppieranno o triplicheranno, il sistema impositivo non muterà nemmeno nelle aliquote, e si completerà in tal modo il processo di distruzione, mediante la leva fiscale, del risparmio investito negli immobili, con effetti disastrosi per l’economia generale del Paese”.

E aggiunge che modificare i criteri di determinazione dei valori imponibili è solo il pretesto

«per innalzare verticalmente i valori sui quali andranno ad incidere tutte le tasse sugli immobili: dall’Imu all’Irpef-Ire, dalla Iuc-Tasi-Tari alla imposta di registro, dall’imposta sulle successioni e sulle donazioni a quelle ipocatastali»

Qual è allora la soluzione? Secondo il Presidente di Assoedilizia il Catasto dovrebbe semplicemente funzionare allo stesso modo in tutta Italia, al fine di garantire valori catastali omogenei e, quindi, la giusta perequazione.

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