Tampone sì o no? L’isolamento è obbligatorio? Quanto dura? Facciamo chiarezza sulle cose da fare se si entra in contatto con un caso Covid-19.
Cosa devo fare se sono entrato in contatto con positivo al Covid-19? Con l’aumento dei casi e un sempre maggiore rischio di esposizione al virus, crescono le domande sulla corretta procedura da seguire se si viene in contatto con una persona positiva.
Se anche voi vi state chiedendo cosa fare se avete avuto contatti con un vostro amico/familiare/collega risultato positivo al tampone, qui proviamo a fare chiarezza e a sciogliere i vostri dubbi.
Contatto di positivo: cosa devo fare?
Se si è venuti a contatto con una persona risultata positiva al tampone per il coronavirus e si hanno dubbi sul da farsi è bene innanzitutto contattare il proprio medico di base, l’Asl di riferimento o il numero unico.
Tramite un’intervista che consiste in domande sul contatto in questione (quanti giorni/ore prima è avvenuto, per quanto tempo, in che condizioni, presenza di sintomi ecc…) il medico o l’operatore vi dirà se è il caso di fare un tampone o se dovrete mettervi in isolamento.
Contatto di positivo: chi deve fare il tampone e quando?
La procedura cambia in base alla valutazione del rischio che fa il medico.
Una persone che presenta sintomi come febbre, tosse, difficoltà respiratorie, perdita di gusto e olfatto dopo essere entrata in contatto con un soggetto positivo al tampone è un caso sospetto Covid-19 e dovrà sottoporsi al test per una diagnosi certa. In caso di esito positivo, scatterà l’obbligo di isolamento di 10 giorni più un tampone. Più sotto vediamo nel dettaglio le diverse casistiche.
In linea generale tenete conto che per contatto stretto di un caso Covid-19 probabile o confermato si intende una persone che vive nella stessa casa o una persona che ha avuto contatti fisici diretti (stretta di mano, faccia a faccia, distanza minore di 2 metri per più di 15 minuti…) in ambienti chiusi, non protetti da mascherine o altri DPI. Il contatto può essere avvenuto dalle 24 ore ai 14 giorni prima, ma si tende a considerare contatto a rischio quello avvenuto entro massimo le 72 ore.
Se sono venuto a contatto con un positivo ma non ho sintomi e il medico o l’Asl non ritiene necessaria la prescrizione di un tampone coperto da SSN né l’isolamento obbligatorio perché il contatto non è stretto né a rischio, io posso comunque fare il tampone volontariamente, pagando la struttura privata che esegue tamponi antigenici o molecolari.
Per tutti i dettagli rimandiamo alla guida Tampone coronavirus: dove farlo e quanto costa
Contatto di positivo: regole su tampone e quarantena
Da quando sono cambiate le regole sulla quarantena e l’isolamento per positivi sintomatici, asintomatici e contatti stretti, in Italia funziona così:
- se sono un contatto del contatto della persona positiva (quindi non sono un contatto diretto) non devo fare nulla a meno che la persona con cui ho avuto contatti non risulti a sua volta positiva.
- se sono un contatto diretto del positivo e sono asintomatico ho due alternative. O mettermi in isolamento per 14 giorni dall’ultimo contatto, oppure fare una quarantena di 10 giorni + un test antigenico o molecolare effettuato dal 10° giorno in poi. Il tampone molecolare a fine quarantena è comunque raccomandato a chi vive o entra in contatto regolarmente con soggetti fragili o a rischio.
- se dopo aver avuto un contatto con persona infetta risulto positivo al tampone, non sono più un contatto ma divento un caso. Dovrò farmi 10 giorni di isolamento e poi sottopormi a tampone dopo almeno 3 giorni senza sintomi. Se continuo a risultare positivo al tampone ma non ho più sintomi da almeno una settimana, posso uscire dall’isolamento dopo un massimo di 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA