DEF 2021 approvato in Consiglio dei ministri: cosa prevede il Documento di Economia e Finanza del Governo Draghi? Obiettivi e stime macroeconomiche stabilite nel testo.
DEF 2021 in primo piano: cosa prevede il testo approvato in Cdm dal Governo Draghi?
Il documento contenente gli obiettivi di politica economica dell’Italia e il programma che l’esecutivo intende concretizzare, con target PIL, debito, inflazione aggiornati ha avuto il via libera dei ministri.
Il Documento di Economia e Finanza è considerato cruciale per definire le prossime azioni per il rilancio dell’Italia. E, soprattutto, per inquadrare i futuri sviluppi di crescita e l’andamento della finanza pubblica.
Cosa prevede, quindi, il testo del DEF 2021 del Governo Draghi?
DEF 2021: le stime economiche nel nuovo testo
Il nuovo testo del DEF approvato dal Governo Draghi stabilisce innanzitutto un quadro macroeconomico dell’Italia aggiornato.
Nello specifico, le previsioni riviste per il PIL indicano che nel 2021 la crescita del Prodotto Interno Lordo programmatico sarà del 4,5% e nel 2022 del 4,8%.
Gli anni seguenti, 2023 e 2024 vedranno un incremento rispettivamente del 2,6% e dell’1,8%.
Per quanto riguarda il debito, la nota del Governo Draghi specifica che: “il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stimato all’11,8% nel 2021, un livello elevato dovuto alle misure di sostegno all’economia e alla caduta del PIL.”
Nel dettaglio, queste le previsioni: il deficit/PIL avrà un ribasso al 5,9% nel 2022 e al 4,3% nel 2023. Nel 2024 di attesterà al 3,4% e nel 2025 si stima possa tornare sotto il 3%.
Il debito pubblico in rapporto al PIL è così previsto:
- 159,8% nel 2021;
- 156,3% nel 2022;
- 155% nel 2023;
- 152,7% nel 2024
Il DEF e il piano investimenti pubblici
Nel presentare il testo del DEF 2021, il ministro dell’Economia Franco spiega nella premessa che, oltre ai sostegni speciali per la crisi Covid:
“La seconda e fondamentale gamba della strategia di uscita dalla crisi e di ritorno allo sviluppo si baserà su un forte impulso agli investimenti pubblici”
Si specifica che le risorse ad essi riservate dal Next Generation EU saranno affiancate da:
fondi nazionali per il 2021-2026 che offriranno fino a 222 miliardi, di cui circa 169 miliardi in aggiunta alla programmazione esistente e dal React-EU dal valore di 15 miliardi.
Il ministro sottolinea nel testo DEF che si tratta “di un piano di rilancio, di uno shock positivo di investimenti pubblici e incentivi agli investimenti privati, alla ricerca e sviluppo, alla digitalizzazione e all’innovazione, senza precedenti nella storia recente”.
Le riforme previste nel testo DEF
Capitolo rilevante sarà quello delle riforme avviate anche grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Pubblica amministrazione (PA), giustizia, concorrenza e fisco saranno i terreni chiave del rilancio.
Per quanto riguarda il sistema fiscale, il DEF rende noto che la questione, dalla seconda metà del 2022: “affronterà il complesso del prelievo, a partire dall’imposizione personale; sarà collegata anche agli sviluppi a livello europeo e globale su temi quali le imposte ambientali e la tassazione delle multinazionali. Saranno inoltre riformati i meccanismi di riscossione.”
Lo scostamento di bilancio da 40 miliardi
Il DEF 2021 mette anche in chiaro perché è opportuno che il Parlamento approvi lo scostamento di bilancio da 40 miliardi di euro.
L’Italia, sottolinea Franco, sta agendo nella cornice legislativa europea che, attraverso la clausola del general escape clause (GEC) consente ai Paesi membri di deviare dai parametri del Patto di Stabilità.
Pertanto, l’ulteriore scostamento di bilancio per l’anno 2021 di 40 miliardi di euro e di circa 6 miliardi di euro medi annui per il periodo 2022-2033 è considerato fondamentale per imprese e famiglie.
Si stabilisce, inoltre, nel testo DEF 2021 del Governo Draghi che con tale ulteriore debito, i sostegni erogati arriveranno al 4% del PIL per il 2021 (6,6% nel 2020).
Infine, nel documento si prevede l’utilizzo di ulteriori risorse a valere nel periodo 2022-2033 per finanziare progetti che non rientreranno direttamente nel Recovery Plan.
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