La Procura ha avviato un’inchiesta nei confronti della Lazio dopo il caos tamponi. Ecco cosa potrebbe rischiare la società biancoceleste.
Cosa rischia la Lazio dopo il caos tamponi? La società biancoceleste finisce nell’occhio del ciclone dopo aver dichiarato idonei i suoi giocatori per giocare in Serie A, ma non in Europa. Adesso la Procura Federale diretta da Giuseppe Chiné ha aperto un’inchiesta per capire se vi sia stata o meno una violazione dei protocolli sanitari, redatti proprio per contenere l’epidemia di coronavirus.
A far discutere maggiormente sono i casi legati a Immobile, Leiva e Strakosha, positivi per la Uefa, negativi per la Serie A, cosi la procura ha deciso di attivarsi, disponendo anche due visite a Formello. Stando alla prassi infatti, nel caso in cui uno o più elementi della squadra, la Procura è chiamata a verificare la correttezza del rispetto dei protocolli FIGC. Quello che tuttavia ancora non è chiaro è questa differenza tra l’Italia e l’Europa.
Cosa rischia la Lazio?
Adesso tutto passa nelle mani della FIGC che ha aperto un’indagine per cercare di comprendere se vi siano state delle violazioni del protocollo sportivo. La federazione ha intanto raccolto i referti dei tamponi, le testimonianza del presidente Lotito oltre ch quelle di Ivo Pulcini, il responsabile sanitario. La Procura vuole vederci chiaro e continua con l’inchiesta per comprendere se il protocollo sia stato rispettato, soprattutto in relazione ai tamponi effettuata prima del match con il Torino e se siano state rispettate le interlocuzioni con le ASL di appartenenza: quella di Roma 1.
Qualora venisse riscontrata una violazione del protocollo, “a carico della società responsabile si applicano, a seconda della sua gravità, le sanzioni di cui all’art. 8 che vanno dall’ammenda, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ ultimo posto fino all’esclusione dal campionato”, si legge nel documento, e ancora: “La gravità della violazione è valutata in funzione del rischio per la salute dei calciatori, degli staff, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori esposti al contagio da Covid-19, nonché dell’accertata volontà di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione”.
La difesa della Lazio
A difendere la Lazio ci pensa proprio Pulcini, secondo il quale vi sarebbero dei parametri di rilevazione diversi tra le partite disputate in Serie A e quelle della Uefa. Secondo il responsabile sanitario infatti “i tamponi rispetto a quelli nostri possono essere leggermente differenti per quello che riguarda il genoma N che rappresenta un po’ la coda di un avvenuto contatto con il virus e che è talmente debole come virulenza che non ha nessun significato contagioso”.
Pulcini precisa inoltre che il fatto di essere debolmente positivo è una motivazione sufficiente per escludere un giocatore dalla competizione, mentre nella Serie A risulterebbe negativo e quindi idoneo per poter giocare. “Questa è una grande assurdità, perché ci dovrebbe essere una stessa voce, uno stesso metodo e uno stesso controllo”, ha concluso il responsabile sanitario.
Intanto Massimiliano Taccone, in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Futura Diagnostica, incaricata dell’analisi dei tamponi ha dichiarato di aver “segnalato le positività dei giocatori della Lazio”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA