Cosa rischia chi ha partecipato agli scontri in piazza a Roma

Martino Grassi

11/10/2021

Sui social sono diventate virali le immagini degli scontri in piazza a Roma, ma cosa rischia chi ha avuto comportamenti violenti nel corso della manifestazione? Ecco tutte le sanzioni previste.

Cosa rischia chi ha partecipato agli scontri in piazza a Roma

Da nord a sud dell’Italia aumentano le manifestazioni contro il green pass, ma nella giornata di sabato 9 ottobre a Roma le proteste sono sfociate in gravi episodi di violenza, culminati con l’assedio e la devastazione della sede della CGIL e del pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I.

Sebbene manifestare resti un diritto innegabile di chiunque, la situazione cambia quando gruppi di facinorosi utilizzano le proteste per dare vita a scontri e per devastare tutto ciò che li circonda; infatti come ha ricordato Giuseppe Conte riferendosi agli scontri nella Capitale, “manifestare il proprio dissenso è legittimo, avere dubbi e paure comprensibile, usare la violenza è inaccettabile”. Ma vediamo cosa rischia chi ha partecipato agli scontri in piazza a Roma.

Scontri in piazza a Roma: cosa rischia chi ha partecipato

Manifestare per esprimere le proprie ideologie in modo pacifico è un diritto di ogni cittadino, la situazione cambia quando il corteo sfocia nella violenza. In questo caso infatti può scattare la denuncia penale. Vediamo dunque quali sono i reati commessi da chi ha partecipato agli scontri di Roma e cosa rischiano.

Prendendo in considerazione i numerosi filmati che sono stati diffusi online, che immortalano la deriva violenta della manifestazione contro il green pass con la conseguente devastazione della CGIL, si può notare come quasi tutti non indossassero la mascherina. Al momento, nonostante un miglioramento della situazione epidemiologica, restano ancora in vigore le norme Covid, e dunque è obbligatorio indossare i dispositivi di protezione, anche all’aperto, nel caso in cui non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza di un metro. Per i manifestanti che si rifiutano di indossare la mascherina o che protestano in maniera disordinata può scattare una multa fino a 1.000 euro.

A questa sanzione si aggiungono poi le pene dovute agli atti violenti messi in atto dai manifestanti. Per avere un’idea più chiara di cosa rischino possiamo andare a vedere le accuse che sono state mosse nei confronti dei 12 arrestati durante gli scontri. Nello specifico i fermati sono stati accusati, a vario titolo, di danneggiamento aggravato, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, devastazione e saccheggio, punito con la reclusione da otto a quindici anni e violenza e resistenza a pubblico ufficiale, che secondo l’art. 337 Codice Penale, “è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Stretta sulle manifestazioni

Per evitare che si verifichi nuovamente quello che è accaduto lo scorso sabato il governo ha già annunciato di voler cambiare strategia, rendendo il sistema di prevenzione più incisivo e attento. Sebbene le manifestazioni non saranno vietate, il via libera arriverà solo dopo un’attenta valutazione dei rischi, imponendo delle regole che impediscano alla situazione di degenerare.

Anche il capo della polizia, Lamberto Giannini, ha invitato le questure alla massima attenzione di tutte quelle aree di malcontento” dato che resta alto il rischio di possibili azioni eclatanti, oltre che l’aggregazione di personaggi che hanno come obiettivo quello di fomentare le paure e le contestazioni dei cittadini.

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