Fornire dati falsi sulla propria identità può risultare un’operazione molto semplice ma attenzione alle conseguenze: in alcuni casi scatta il penale. Ecco tutti in rischi.
Dare nome e cognome falsi ad esempio per evitare multe e sanzioni o altre responsabilità previste dalla legge, oltre che moralmente scorretto, è anche illegale.
Quindi prima di dichiarare a voce o in un documento un nome inventato oppure nome e cognome di un’altra persona è bene sapere a cosa si va incontro. In alcuni casi oltre alle sanzioni civili (ovvero l’applicazione di una multa) possono esserci anche conseguenze penali, specie se si incorre nel reato di Falso.
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Cosa rischia chi dichiara il falso?
Dare nome e cognome falsi: il reato di Falsa dichiarazione
Riferire dei dati anagrafici falsi può essere uno scherzo o una bravata quando le persone coinvolte non sono pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio, altrimenti scatta un vero e proprio reato. Quindi compilare il verbale di una multa inserendo nome e cognome falsi è vietato dalla legge.
Il divieto è contenuto nell’articolo 496 del Codice penale, che recita quanto segue:
“Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, l’identità o lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona è punito con la reclusione fino a tre anni. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto in una dichiarazione destinata ad essere riprodotta in un atto pubblico”.
Il reato può avere quindi ad oggetto:
- l’identità propria o altrui, cioè le generalità della persona medesima;
- le qualità personali, ossia le caratteristiche che servono ad individuare una persona all’interno della collettività sociale.
L’interrogazione del pubblico ufficiale
Attenzione però perché per parlare di falsa dichiarazione è necessario che questa segua un’interrogazione che abbia per oggetto le richieste suddette: il mero silenzio e le dichiarazioni spontanee non costituiscono reato.
Si può parlare di interrogazione soltanto se avviene in forma scritta tramite compilazione di moduli dell’ufficio a cui appartiene il pubblico ufficiale (pensiamo ad una contravvenzione sul treno).
A questo punto è fondamentale chiarire chi sono i pubblici ufficiali: sono gli ufficiali appartenenti alle forze di Polizia, Carabinieri, Polizia postale, Esercito, i vigili del fuoco, i controllori di autobus e treni, ma anche i notai, gli avvocati nel compimenti di alcuni atti, gli insegnanti, i consiglieri comunali, gli ufficiali giudiziari, gli ufficiali dell’anagrafe.
Si parla invece di incaricato di pubblico servizio riferendosi a colui che pur non dotato dei poteri tipici dei pubblici ufficiali svolge un’attività comunque pertinente allo Stato o ad altri enti pubblici in genere.
Cosa si rischia?
Con questo genere di reati non si scherza affatto: la pena prevista è la reclusione da 1 a 5 anni.
Il reato è perseguibile d’ufficio, vale a dire che le indagini possono partire anche senza la denuncia di un privato cittadini, e l’autorità giudiziaria competente è il tribunale del luogo dove il fatto è avvenuto.
Pertanto se si ha anche solo il sospetto di poter essere indagati sarà bene contattare un avvocato, in questo caso penalista, per ricevere chiarimenti sul caso e iniziare a programmare eventualmente una strategia d’azione.
Qualche esempio: il controllore sull’autobus
Gli esempi che potremmo fare sono infiniti, ma senza dubbio uno dei più frequenti è falsificare nome e cognome ai controllori dei biglietti sui mezzi pubblici.
Il controllore che trova un passeggero senza biglietto potrebbe chiedere innanzitutto i documenti; in tal caso il viaggiatore potrebbe anche affermare di non esserne in possesso in quel momento senza per questo commettere alcun illecito. A questo punto allora il controllore chiederà le generalità del passeggero per compilare la multa e in caso questi fornisse uno o più dati falsi incorrerebbe nel reato.
Altro caso molto piuttosto frequente è la creazione di false identità sui Social network. Aprire un profilo falso su Facebook non è reato in assoluto se non nel caso di assunzione dei connotati di una persona realmente esistente: non è quindi illegale dotarsi di un nome di fantasia e usarlo come proprio profilo personale per comunicare, ma le persone devono essere consapevoli di avere davanti una maschera. Invece se avviene il furto dell’identità altrui oppure se il profilo falso è creato con finalità di stalking, adescamento o altro possono ricorrere varie ipotesi di reato.
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