Conte «ha ucciso» milioni di italiani con il suo «colpetto di Stato». L’invettiva di Nicola Porro

Flavia Provenzani

27 Aprile 2020 - 12:32

Così Conte ha ucciso commercialmente milioni di italiani, con quello che qualcuno ha definito un «colpetto di Stato». L’invettiva di Nicola Porro di stamane a seguito della conferenza stampa del 26 aprile.

Conte «ha ucciso» milioni di italiani con il suo «colpetto di Stato». L’invettiva di Nicola Porro

«È incredibile come i giornali siano così disattenti su quello che è successo ieri sera»: questo il messaggio lanciato da Nicola Porro durante la sua rassegna stampa del 27 aprile in diretta Facebook, al quale si aggiunge una seria invettiva contro Conte e il suo «colpetto di Stato», come scrive oggi Libero.

Durante la conferenza stampa del premier di domenica sera, per Porro, «sono morte centinaia di migliaia di piccole aziende».

«Mi chiedo come facciano i giornali di oggi ad essere tranquilli», spiega il giornalista, che aggiunge:

"Ieri sono morte 100.000, 200.000, 300.000 piccole imprese. Centinaia di parrucchieri, estetisti, bar, ristoratori, a causa di questa genialata che ha fatto Conte - mantenere tutto sostanzialmente chiuso.
Lui, impressionato dai like su Facebook che riceve insieme a Casalino, è pronto per il suo partito, è evidente che la sua follia tecnocratica, presuntuosa e narcisistica, deriva da questo".

«Ogni mese paghiamo 13 miliardi di euro di cassa integrazione tutti noi italiani perché queste realtà rimangono chiuse, mentre invece potrebbero essere riaperte», prosegue il giornalista.

Nicola Porro contro i giornali e i titoli di oggi su Conte

Questo concetto, rileva Porro, è completamente assente sui giornali di oggi.

Il Corriere della Sera titola «Si riapre con regole e divieti». “Ma come «si riapre»? È una presa per i fondelli!”, tuona Porro.
Le nostre libertà non sono per niente riaperte, hanno aggiunto semplicemente una riga all’autocertificazione”, la motivazione di spostamento legata al far visita ai propri parenti.

«Si riparte con il freno a mano»: è questo tutto quello che può titolare Il Fatto Quotidiano, che il giornalista definisce «il giornale di Conte».

«Sfida al virus, l’Italia riapre» è invece il titolo di Repubblica. “Vi sentite rappresentati da questo titolo? Pensate sia realmente questo ciò che sta avvenendo? Con quale coraggio un giornalista può scrivere «l’Italia riapre»?” domanda Porro ai suoi ascoltatori.

Il titolo più corretto sarebbe dovuto essere «Riposino in pace migliaia di imprese che, grazie a Conte e al comitato tecnico-scientifico, che potrebbero riaprire in sicurezza, non apriranno fino al 1° giugnoFase 2: più divieti che permessi«il titolo in prima pagina sul Mattino. Sallusti non può non rilevare come questa, piuttosto che una Fase 2, sia una Fase 1 e mezzo,»mezzo passo alla volta non si va lontano", scrive.

«Riaprite tutto, avere rotto le scatole»

Questo virus si combatte negli ospedali e con le cure, non si combatte uccidendo commercialmente milioni di italiani,

spiega Nicola Porro, che aggiunge:

Le tasse servono per pagare gli ospedali, se non ci sono imprese non saranno Conte e i suoi like su Facebook, non saranno Casalino e le sue telefonate alle redazioni a risolvere il problema.

Non manca un’ulteriore invettiva contro i giornalisti:

Non si rendono conto i giornalisti del mondo che ci sta accanto? Che il proprio parrucchiere, il bar sotto casa, molto probabilmente non riapriranno? Stiamo spendendo 13 miliardi di cassa integrazione per tenere in respirazione morti che saranno morti da luglio.

Conte e il suo “colpetto di Stato”

Nicola Porro elogia il collega Iuri Maria Prado che, su Libero, tratta quanto accaduto durante la conferenza di Conte del 26 aprile da un altro punto di vista nel suo articolo «Il Paese dei privilegi ha dato via libera al colpetto di Stato». La prima pagina dello stesso giornale tuona: «Conte si tiene i pieni poteri», il titolo migliore di oggi secondo Porro.

Ieri Conte diceva «vi consentiamo, non è un liberi tutti...». Non è un Presidente del Consiglio che ci concede la libertà, la possibilità di uscire, la libertà di culto. Ce l’hanno concesse i nostri padri, che forse parlavano meno bene del Presidente del Consiglio ma hanno rifatto questo Paese.
Conte non ha rifatto nulla, forse ha utilizzato il piano casa di Berlusconi per rifarsi la villetta a Foggia, ma per il resto questo Paese non l’ha ricostruito lui.
Lo sta distruggendo con quelli che stanno al Governo
,

conclude il giornalista.

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