Covid: il Paese con 500 medici per 9 milioni di persone

Marco Ciotola

29/03/2021

C’è un Paese dell’Oceania che deve contare sulla disponibilità di appena 500 medici per oltre 9 milioni di persone

Covid: il Paese con 500 medici per 9 milioni di persone

Il mondo intero è alle prese con la pandemia di coronavirus. Tra quotidianità sconvolte e sistemi sanitari messi a dura prova, va tenuto conto anche di Paesi che - per la prima volta nella loro storia - si trovano a fare i conti con l’enorme squilibrio tra le proprie risorse sanitarie e l’emergente necessità di curare un numero sempre più elevato di persone.

Ecco perché anche Paesi che non hanno mai mostrato particolari difficoltà né saturazioni dei loro ospedali, si trovano ora a fare i conti con una situazione di emergenza che molti paragonano alla guerra.

È il caso in particolare di un Paese dell’Oceania, ora alle prese con ospedali così sovraccarichi che si trovano più volte costretti a chiudere le porte ai pazienti.

Covid: la difficile situazione in Papua Nuova Guinea

Almeno fino alla fine del mese di febbraio, la Papua Nuova Guinea - Stato indipendente dell’Oceania - era riuscita a scongiurare vere e proprie ondate di contagi da coronavirus.

Al 26 febbraio, il Paese segnalava solo 1.275 casi complessivi stando ai dati riportati dalla Johns Hopkins University.

Ma nell’ultimo mese le positività sono più che triplicate, arrivando ora quasi sulle 5mila con 39 decessi correlati, tra cui quello del noto parlamentare locale Richard Mendani, morto all’età di 53 anni a inizio marzo.

Lo stesso primo ministro, James Marape, ha ammesso che la trasmissione del virus si appresta a farsi “dilagante”, e si tratta di un serio problema per la nazione visti i numeri del suo sistema sanitario.

Va infatti specificato che in Papua Nuova Guinea ci sono solo 500 medici per una popolazione stimata di 9 milioni di persone; e ora le ONG da tutto il mondo lanciano l’allarme: “il Paese potrebbe essere sull’orlo del collasso”.

Il numero di tamponi effettuati sulla popolazione è estremamente basso, ragione per cui non è illecito pensare che i contagi possano essere ben più elevati di quanto finora segnalato.

A preoccupare molto è poi la mole di disinformazione che circonda il virus, pericolosa e per il momento mal gestita dal governo, che non riesce a dare direttive chiare e indirizzi incisivi per la popolazione.

Stando alle parole di Kate Schuetze, ricercatrice di Amnesty International per il Pacifico, la situazione potrebbe rivelarsi una “tempesta perfetta”:

“La crisi sanitaria della Papua Nuova Guinea ha raggiunto il livello che temevamo un anno fa con un aumento dei casi. Una combinazione di sistema sanitario in difficoltà e condizioni di vita inadeguate ha creato una tempesta perfetta per il virus, che può letteralmente prosperare nelle aree sovraffollate del Paese.”

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