Covid, allarme non solo per la malattia: il problema dei positivi da operare

Giorgia Bonamoneta

17 Gennaio 2022 - 18:22

È caos negli ospedali. A dare l’allarme è Siaarti, che ha spiegato come si ragioni caso per caso sull’operazione chirurgiche di positivi asintomatici. La richiesta è semplice: linee guida generali.

Covid, allarme non solo per la malattia: il problema dei positivi da operare

COVID - Caos in ospedale nelle prossime settimane. Arriva così l’allarme e la denuncia da parte dei medici dei reparti di rianimazione. Emergono i dati di una nuova ondata, questa volta conseguente alla pandemia di SARS-CoV-2 in corso, ovvero centinaia di pazienti positivi che non possono essere operati.

Alla luce di questo nuova fenomeno, che si è presentato in passato sotto altre vesti - cioè il passaggio in secondo piano di altre malattie e patologie per affrontare la pandemia - la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva sta chiedendo al Ministero della Salute una riorganizzazione della gestione per evitare il collasso del sistema sanitario.

Mancano protocolli e spazi dedicati” ai positivi asintomatici che hanno bisogno di un’operazione urgente o meno urgente, denunciano. Sono pazienti con tumori, fratture, interventi assegnati da mesi e che vengono operati o meno sulla base di disposizioni locali.

Nuova ondata, ma non di Covid: l’allarme degli anestesisti

Dall’inizio della pandemia una delle conseguenze più significative e discusse sono stati i rimandi di visite, diagnosi e operazioni di malattie e patologie oltre il Covid-19. Non si muore solo di Covid e in questi giorni, con il crescente numero di positivi si sta presentando l’ennesima criticità. Si devono operare i positivi?

Al momento la decisione è prese a livello locale, a seconda della struttura o caso per caso. Ci sono centinaia di pazienti da operare con casi di tumore, fratture e altre necessità che però non possono (o non potrebbero) entrare in ospedale perché positivi al tampone. In molti casi sono positivi asintomatici, gli stessi che in questi giorni sono al centro del dibattito per le disposizioni della quarantena.

Antonio Giarratano, presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) ha descritto la situazione negli ospedali con i pazienti positivi asintomatici e vaccinati:

È una popolazione in crescita esponenziale, per la quale servono protocolli e spazi dedicati che oggi non sono codificati, col risultato che ogni azienda si organizza come meglio crede: in alcuni casi vengono operati, in altri ci sono dilazioni pericolose, mentre si occupano posti in reparto destinati al Covid critico. Servono indicazioni per evitare il caos.

La richiesta degli anestesisti per evitare il caos post Covid

L’aspetto più preoccupante per Siaarti è l’accumulo che si andrà a creare con il passare del tempo. I pazienti non operati oggi si accumulano con quelli del giorno dopo e via scorrendo, fino ad affollare le sale operatorie e non solo. Infatti molti finiscono per occupare a lungo i posti dei pazienti Covid.

La richiesta degli anestesisti è semplice: offrire indicazioni e linee operative per poter sottoporre a intervento chirurgico i pazienti positivi asintomatici. Bisogna quindi “porre l’attenzione su queste criticità e a pianificare azioni e metodi di intervento - ha detto ancora Giarratano - affinché il Servizio sanitario nazionale, impegnato oggi su due fronti così scottanti (Ndr. lotta al Covid e programmazione degli interventi), sappia imprimere un indirizzo chiaro sulla gestione di queste problematiche”.

Distinguere asintomatici e sintomatici, i positivi dai malati

Il primo passo potrebbe essere proprio la distinzione tra asintomatici e sintomatici, come si prospetta per il resto delle attività oltre quella sanitaria. Con la distinzione tra positivi e malati si potrebbe fare un passo verso la normalità. Lo ha sottolineato anche Andrea Costa: “I positivi asintomatici sono parte della nuova emergenza a cui sta facendo fronte il sistema sanitario italiano”.

Solo in questo modo si potranno rivedere le regole per la gestione della vita quotidiana e nella gestione degli ospedali. Per esempio, come ha spiegato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, dando un maggiore spazio per le malattie diverse dal Covid-19, aprendo a spazi per le relazioni umane, tra i pazienti e i parenti e le attività delle sale operatorie.

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