In Giappone i tamponi fai da te vengono venduti all’interno dei distributori automatici per permettere a chiunque di verificare la possibile positività al Covid: ecco come funzionano.
La strategia adottata dal Giappone per contrastare il coronavirus è molto diversa rispetto a quella europea: il governo ha deciso di effettuare un numero limitato di tamponi sulla popolazione, riservando i test soltanto alle persone che presentano sintomi riconducibili al Covid o che hanno elevate probabilità di essere contagiati.
Se un cittadino intende eseguire un test, però, è libero di svolgerlo autonomamente dopo averlo acquistato in uno dei distributori automatici presenti nelle singole città. I tamponi vengono venduti accanto agli snack a un costo accessibile.
Giappone, tamponi venduti nei distributori automatici
Nell’area metropolitana di Tokyo o nei punti di maggiore afflusso di persone sono stati installati alcuni distributori automatici che vendono tamponi fai da te alla popolazione. Chi vuole controllare di essere positivo o negativo al Covid, dunque, può decidere di acquistare il test e svolgerlo in casa.
Il singolo tampone costa 4.500 yen, circa 35 euro, e può essere svolto comodamente dai cittadini stessi.
Il vantaggio? “I distributori automatici che vendono i tamponi offrono ai consumatori la possibilità di evitare cliniche affollate o di dover aspettare il proprio appuntamento”, sostiene Hideki Takemura, direttore della clinica otorinolaringoiatrica Takenoko (Reuters).
Inoltre, in questo modo è possibile scovare i nuovi casi positivi al Covid con maggior rapidità, in modo da isolare i cittadini positivi e prevenire il contagio.
Test fai da te: come funziona
Il cittadino può decidere autonomamente di acquistare un test fai da te presso uno dei distributori automatici della città. Le persone in Giappone sono abituate ad acquistare diversi beni attraverso questo canale: ciò significa che non è affatto sconvolgente vedere i tamponi in vendita accanto agli snack.
Questa tipologia di tamponi è disponibile anche nelle farmacie o in diversi siti online, ma tramite i distributori automatici gli accessi sono semplificati. Nei periodi di picco, infatti, occorreva rifornire le macchinette almeno due volte al giorno, mentre ad oggi - con 250 casi al giorno in Giappone - la situazione è sotto controllo. “Come operatore medico sarei molto felice se il numero di test diminuisse insieme ai casi”, ha concluso con speranza Takemura.
Una volta effettuato il tampone fai da te, il cittadino lo invia presso uno dei laboratori dove viene analizzato e riceve il risultato in qualche giorno. Qualora positivo, il cittadino si sottopone all’isolamento obbligatorio per prevenire nuovi contagi.
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Tamponi fai da te: in Italia a che punto siamo?
Il confronto sui tamponi fai da te in Italia è iniziato lo scorso novembre, quando il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, aveva lanciato il kit a 3 euro acquistabile in farmacia. Il Presidente aveva poi effettuato una prova pratica del test in diretta con i cittadini ed era risultato negativo.
Un altro kit fai da te nasale, chiamato Uffa, è stato realizzato dal laboratorio di immunologia dell’Ospedale Meyer di Firenze, ma è ancora in fase di sperimentazione.
Questo tipo di test, comunque, si utilizza già anche in Italia ma limitatamente alle cliniche specializzate, nelle farmacie o nei centri preposti a tal fine. Per i cittadini, invece, esiste un tampone nasale fai da te acquistabile online, certificato dal Ministero della Salute e realizzato dalla startup Testami insieme a Biogem.
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