La crescita dell’economia mondiale rischia di affrontare una debolezza “persistente”, stando al nuovo report pubblicato dal FMI.
I rischi dell’economia mondiale causeranno ancora «una crescita inferiore alla media» prolungata, come riferisce il Fondo Monetario Internazionale (FMI) giovedì, in un contesto in cui società ed economisti continuano a tagliare le previsioni per i prossimi anni.
«Con le prospettive economiche mondiali più volte riviste al ribasso negli ultimi cinque anni, vi è il rischio concreto che l’economia mondiale rimanga persistentemente incastrata in una crescita inferiore alla media, con livelli inaccettabilmente elevati di povertà e disoccupazione»,
scrive il Fondo Monetario Internazionale in un rapporto in vista del vertice del G-20 in Turchia di domenica.
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) crescerà di una media del 3,1 per cento annualizzato in tutto il mondo nel 2015 e del 3,6 per cento il prossimo anno, stando a quanto riferisce il FMI.
Le previsioni sono inferiori da quelle aggiornate nel mese di luglio, che indicavano un’espansione dell’ economica del 3,3 per cento nel 2015 e del 3,8 per cento nel 2016. La crescita futura è inoltre più bassa ai tassi di crescita del 3,3 per cento e 3,4 per cento registrati nel 2013 e nel 2014.
«La crescita resta fragile [...]. In un contesto di ribasso dei prezzi delle materie prime, in cui i flussi di capitale in entrata nei paesi emergenti è diminuito mentre è aumentata la volatilità dei mercati finanziari, i rischi al ribasso sulle previsioni restano elevati, in particolare per le economie emergenti,»
ha dichiarato il FMI.
I tre rischi più grandi per l’economia mondiale provengono dalla prossima normalizzazione di politica monetaria della Federal Reserve, il crollo dei prezzi delle materie prime e il rallentamento della Cina. L’economia cinese sta diminuendo il passo dal 2010 e si prevede che diminuirà ancora, con il PIL del paese previsto a +6.8 per cento nel 2016 e 6.3 per cento nel 2016.
«Il riequilibrio della Cina sta generando grandi ribassi», ma nonostante i tentativi di tampone messi in campo dalla banca centrale cinese, il rischio di influenza all’estero è ancora dirompente.
«Sia nel caso di rallentamento moderato o di un crollo nel medio termine, le ricadute potrebbero avere forti ripercussioni sul commercio mondiale, causando un ulteriore indebolimento dei prezzi delle materie prime e della fiducia».
In media, per i mercati emergenti è prevista una crescita in calo per il quinto anno consecutivo nel 2015, prima del rafforzarsi il prossimo anno.
In particolare, l’economia della Russia è vista in calo del 3,8 per cento quest’anno e dello 0,6 per cento nel 2015, mentre l’economia del Brasile potrebbe segnare un ribasso sul PIL a +3,0 per cento nel 2015 e a +1,0 per cento nel 2016.
Fonte: CNBC.com
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