Su Twitter, questa settimana, sono rimbalzate delle indiscrezioni su un presunto (maxi) investimento di Apple sul Bitcoin. Ma cosa c’è di vero?
Corrono su Twitter, questa settimana, dei rumors su un presunto investimento da 2,5 miliardi di dollari di Apple sul Bitcoin. La bomba, perché di questo si tratterebbe se dovessero giungere conferme, è stata ripresa in Italia da diverse testate e da siti specializzati in criptovalute. Eppure, facendo i conti, c’è qualcosa che non torna.
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Apple ha davvero investito $2,5 miliardi sul Bitcoin?
Primo, Bitcoin dopo i guadagni dello scorso fine settimana ha perso terreno, indietreggiando fino a scambiare in area 31.000 dollari. Se ci fosse stato un fondo di verità nella crypto-scommessa di Cupertino, anche in assenza di prove e controprove, l’aria sul mercato si sarebbe fatta certamente elettrica. E invece Bitcoin continua a muoversi debole come da due mesi a questa parte, fiaccato dall’onda lunga della stretta regolatoria cinese.
Secondo, non sembra proprio esserci il marchio della mela su una strategia di investimento così fuori tempo come quella rimbalzata su Twitter. E’ vero che ad inizio anno, quando Tesla rese pubblica la sua scommessa da 1,5 miliardi sul Bitcoin, molti analisti vedevano in Apple (e in Google) un potenziale acquirente a seguire. Ma da allora nubi grigie hanno iniziato a convergere sopra il cielo delle criptovalute, con l’impatto ambientale delle mining farm che ha costretto persino Elon Musk a ritrattare sui suoi endorsement a catena sul BTC. Appare perciò improbabile che Apple riesca a conciliare la sua narrativa sulla sostenibilità con lo sperpero di energia provocato dal mining.
E’ ben più probabile, invece, che i rumors circolati in settimana non siano altro che un cocktail di ipotesi basato su un ingrediente primario: e cioè, le dichiarazioni rilasciate dal co-fondatore di Apple Steve Wozniak durante la conferenza Talent Land Digital. Wozniak, interrogato sul Bitcoin, aveva parlato infatti di «un miracolo matematico incredibile», dell’asset «migliore dell’oro». Ma, oltre a questo, non sembra esserci dell’altro, considerando anche che tre anni fa era stato lo stesso Wozniak a parlare della tecnologia blockchain come una possibile bolla sulla scia delle Dot-com.
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