Tether nella bufera negli Stati Uniti: il Dipartimento di Giustizia ha avviato una indagine penale sui vertici della stablecoin per frode bancaria.
Tether sotto il fuoco incrociato negli Stati Uniti. Dopo le stoccate arrivate dalla Fed e dal Tesoro, che avevano bollato le stablecoin come un rischio per la stabilità finanziaria e caldeggiato una nuova stretta regolatoria, la criptovaluta legata al dollaro è finita nel mirino del Dipartimento di Giustizia, con i vertici che sono ora indagati per frode bancaria.
I vertici di Tether indagati per frode bancaria
L’indagine dei procuratori sulla società che gestisce la stablecoin fa riferimento ai primi anni di attività di quest’ultima, ed è tesa ad appurare se Tether abbia «nascosto alle banche il fatto che le transazioni effettuate fossero legate la mondo delle criptovalute», come riportato da Bloomberg, il network USA che ha rilanciato la notizia citando tre persone informate sui fatti. L’indagine potrebbe avere un effetto non indifferente sul mercato, visto il peso specifico (il valore dei token Tether in circolazione è di 62 miliardi) della stablecoin.
Stizzita la replica dei vertici di Tether, secondo i quali l’articolo di Bloomberg «è basato su fonti anonime e accuse datate, palesemente costruite per attirare click. [...] Il tentativo continuo di screditare Tether non cambierà la nostra determinazione nel rimanere leader di questa community». D’altre parte, però, hanno ammesso che Tether «mantiene un dialogo aperto con le forze dell’ordine, incluso il Dipartimento di Giustizia, come parte del nostro impegno per la collaborazione, la trasparenza e la responsabilità».
Dubbi sulle riserve di Tether
Ma aldilà delle smentite di rito, è pacifico affermare che la stablecoin rimanga strettamente attenzionata dalle autorità, anche per questioni attuali. A preoccupare, e da tempo, è soprattutto la consistenza delle riserve, composte da denaro o equivalente del denaro, depositi a breve termine e titoli di credito (75,85%), crediti garantiti (12,55%), corporate bond, fondi e metalli preziosi (9,96%) e in minima parte da altri investimenti (1,64%).
Una torta che secondo alcune agenzie di rating, come Fitch, potrebbe non giustificare l’ancoraggio al dollaro, e portare ad una destabilizzazione di breve periodo nel mercato obbligazionario in caso di un improvviso sell-off di Tether e di una consequenziale corsa al riparo degli investitori verso gli asset che supportano la stessa stablecoin.
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