Crowdfunding reward-based: cos’è e come funziona

Luca Servadei

8 Giugno 2022 - 19:18

Crowfunding reward-based: la pratica di micro-finanziamento dal basso che prevede ricompense di vario genere per chi sceglie di supportare una certa campagna

Crowdfunding reward-based: cos’è e come funziona

L’evoluzione di Internet, che negli ultimi anni è stata piuttosto intensa, ha reso più semplice ricevere il supporto economico necessario per portare avanti i propri progetti creativi. Grazie a piattaforme come Kickstarter, iniziative che in passato sarebbero finite nell’oblio hanno visto la luce, dimostrando che non è sempre necessario avere alle spalle una solida realtà aziendale per dare vita alle proprie idee.

A rendere sostenibile questa “nuova realtà” è il crowdfunding, una pratica di micro-finanziamento dal basso che permette a ognuno di supportare i progetti in cui crede, anche donando delle cifre contenute. Ne esistono varie forme, ma oggi ne andremo a prendere in esame una in particolare: il crowdfunding reward-based.

Le caratteristiche del crowdfunding reward-based

Come suggerisce il nome, il crowdfunding reward-based è incentrato sulle ricompense. Di solito sono previsti vari premi, il cui valore cresce in base all’importo della donazione. La ricompensa può consistere in un prodotto o un servizio offerto da chi ha dato il via alla campagna, o in una ricompensa immateriale, come l’inserimento degli utenti che hanno donato di più nei titoli di coda di un videogioco, per esempio. Nella maggior parte dei casi, le ricompense più dispendiose sono in tiratura limitata, mentre quelle maggiormente economiche tendono a restare disponibili per tutti i donatori.

Sotto vari punti di vista, questa forma di crowdfunding può essere paragonata alla prevendita, perché anche in questo caso si offre un contributo economico per qualcosa che al momento non è ancora disponibile. C’è però una differenza importante tra questi due concetti: il peso dell’investitore. Nel caso del crowdfunding, il supporto di chi crede nel progetto è essenziale per contribuire alla sua realizzazione.

Il crowdfunding è anche molto utile per evitare le spese in eccesso, perché offre all’ideatore della campagna un’idea molto precisa di quanto è richiesto il suo prodotto/servizio. Per fare un esempio, è inutile realizzare tantissime copie di un gioco da tavolo nel momento in cui si realizza che interessa solo a una nicchia molto specifica.

Cifra minima da raggiungere ed eventuali rimborsi

Una campagna di crowdfunding va a buon fine solo quando viene superata la cifra minima prevista da chi l’ha ideata. Cosa succede se questo obiettivo non viene raggiunto? Dipende dal modello su cui è basata la campagna.

Nel caso di una campagna di crowdfunding basata sul modello noto come “All or nothing”, l’ideatore riceve i fondi donati solo se avviene il raggiungimento della cifra minima prevista. In caso contrario, tutti i partecipanti ricevono un risarcimento totale. La situazione cambia se la campagna è basata sul modello “Keep it all”.

In questo caso, l’ideatore della campagna riceve tutte le donazioni a prescindere dal raggiungimento dell’obiettivo minimo previsto. Di solito questo modello viene utilizzato per il finanziamento di progetti che prevedono bassi costi iniziali o un rischio contenuto. Chi lo sceglie è spesso abbastanza sicuro di poter realizzare un prodotto o erogare un servizio anche con una cifra minore di quella inizialmente stimata.

A prescindere dal modello scelto, tutte le campagne di crowdfunding condividono lo stesso prerequisito: la fiducia. Le piattaforme sulle quali è possibile donare non sono responsabili dell’adempimento finale, quindi esiste il rischio concreto che le ricompense che hanno spinto gli utenti a donare non arrivino mai.

L’esistenza di un legame di fiducia tra l’ideatore della campagna è essenziale per il buon funzionamento del crowdfunding e può venir meno di fronte a problemi come una comunicazione poco trasparente o dei comportamenti sospetti.

Le principali piattaforme di crowdfunding reward-based

Le principali piattaforme di crowdfunding reward-based sono quattro:

  • Kickstarter;
  • GoFundMe;
  • Indiegogo;
  • Patreon.

Kickstarter è la piattaforma di crowdfunding più famosa. È attiva dal 2009 e nel corso degli anni ha permesso a tanti progetti creativi e startup di crescere e raggiungere vette insperate. Il suo uso è consigliato soprattutto a chi offre prodotti e/o servizi innovativi e culturali, ma basta fare un giro sul sito per trovare di tutto: da macchinette per il caffè all’avanguardia ai libri (l’autore Brandon Sanderson ha ottenuto ben 26 milioni di dollari grazie alla sua ultima campagna!). Kickstarter si basa sul modello all or nothing, quindi è previsto il rimborso delle donazioni se il progetto non va a buon fine. In caso di successo, l’ideatore della campagna deve versare alla piattaforma un importo pari al 5% della somma ottenuta.

Anche GoFundMe, attiva dal 2010, si è dimostrata una piattaforma di crowdfunding affidabile. È perfetta per tutti i progetti che rientrano nella sfera della beneficienza e del non profit. In Italia, a tutti i pagamenti effettuati con carte di debito/credito viene applicata una commissione pari al 2,9% dell’importo della donazione + 0,25 €. Un’altra caratteristica che differenzia GoFundMe dalle altre piattaforme è l’assenza di scadenze per i progetti. Tuttavia, chi nota dei comportamenti sospetti da parte dell’ideatore della campagna può compilare un modulo per chiedere il risarcimento dell’importo donato.

Proprio come Kickstarter, anche Indiegogo è una piattaforma adatta ai progetti creativi e alle startup. È attiva dal 2008 e dal 2016 consente anche progetti di equity crowdfunding, una forma di micro-finanziamento dal basso che permette ai donatori di investire nell’impresa che ha dato il via al progetto. La commissione riconosciuta alla piattaforma è del 5% e sono previste altre commissioni in caso di pagamento con carta di credito.

Infine, Patreon è una piattaforma un po’ diversa, che è stata creata nel 2013 per permettere agli utenti di supportare i propri creator preferiti tramite delle donazioni (spesso mensili). È molto usata da chi realizza dei video su YouTube, ma in realtà può essere usata per supportare chiunque, dai fotografi ai fumettisti.

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