Intervista a Gianluca Vacca, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura alla Camera e precedentemente sottosegretario del Mibac: “Affrontato emergenza senza precedenti, ma ci siamo mossi bene con il Cura Italia e poi con il decreto Rilancio”.
“La sfida sarà evitare che la pandemia e le sue conseguenze mettano in ginocchio un settore, quello dell’industria culturale e creativa, che economicamente vale ben 92 miliardi, oltre il 6% della ricchezza prodotta nel Paese, e che ha un valore sociale inestimabile”.
Ha ben presente quello che sarà l’obiettivo dei prossimi mesi Gianluca Vacca, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura alla Camera e fino a settembre 2019 sottosegretario del Mibact, che abbiamo sentito proprio nel giorno in cui il decreto Rilancio è diventato legge.
Il provvedimento, uno dei più corposi di sempre visto lo stanziamento totale di 55 miliardi per fronteggiare l’emergenza coronavirus, vede al suo interno un corposo capitolo dedicato alle misure a sostegno della cultura e del turismo, settori tra i più durante colpiti da questa crisi sanitaria mondiale.
Un corposo capitolo del decreto Rilancio è dedicato al turismo e alla cultura, settori fortemente colpiti dal coronavirus. È stato fatto tutto il possibile o a breve ci potranno essere nuovi interventi?
Partiamo sempre dal presupposto che abbiamo dovuto affrontare una situazione emergenziale che non ha precedenti e a cui non potevamo essere pronti. Però ci siamo mossi bene, fin da subito con il decreto Cura Italia e successivamente con il decreto Rilancio. Il comparto culturale rischiava di essere abbandonato a sé stesso, ma fortunatamente l’abbiamo evitato: abbiamo istituito un fondo di emergenza per le imprese culturali (editoria, grandi eventi, mostre) da 210 milioni, abbiamo portato a 245 milioni il fondo di emergenza per il cinema e lo spettacolo, sbloccato i fondi liquidazione del vecchio Imaie (50 milioni di euro che andranno a sostegno di artisti, interpreti ed esecutori), incentivato nuovi investimenti sul nostro patrimonio. Anche nell’ottica di ridare fiducia al settore, abbiamo finanziato con 15 milioni la Card Cultura, con la quale le famiglie con figli a carico e con difficoltà economica potranno acquistare prodotti culturali, biglietti per musei e teatri, libri ecc: una misura per combattere la povertà educativa, in primis, ma anche per immettere nuova linfa nel circuito, facendo avvicinare alla cultura anche quelle persone che in genere non lo fanno perché non ne hanno la possibilità economica.
I Musei hanno i loro bilanci in rosso, solo per gli Uffizi si parla di perdite pari a 5 milioni al mese, è solo un problema di mancato afflusso turistico oppure c’è il rischio di una crisi duratura?
Purtroppo era inevitabile una riduzione di incassi per i musei: in parte questo dipende dai mancati flussi di turismo internazionale, che ora è praticamente fermo ma che anche quando riprenderà, quasi sicuramente lo farà un po’ a fatica, pian piano. In più i musei, come tante altre strutture, sono ‘penalizzati’ dalle misure di sicurezza, perchè si devono prevedere ingressi contingentati e automaticamente i biglietti venduti sono molto meno. Consapevoli di questa problematica, nel decreto Rilancio abbiamo destinato 100 milioni ai musei statali per ricompensarli almeno in parte dai mancati introiti, e previsto dei sostegni anche per i musei non statali. La sfida è far in modo che questo stato di cose duri il minor tempo possibile: abbiamo attivato delle misure pensate come temporanee, per consentire ai luoghi della cultura di potersi risollevare non appena le condizioni esterne lo consentiranno, e permettere loro di avere una frequenza uguale, se non addirittura superiore, a quella precedente all’emergenza.
Con i casi di contagio in forte aumento in tutto il mondo, le nostre città potranno tornare a popolarsi di turisti soltanto quando ci sarà un vaccino?
In Italia siamo abituati a concepire il turismo quasi sempre come turismo internazionale: chiaramente nei prossimi mesi dovremo fare i conti con un drastico calo dei flussi dagli altri Paesi, nonostante il ministro Di Maio abbia fatto un ottimo lavoro per la ripresa delle ripartenze, in particolare dalla Germania. Non sappiamo cosa succederà prossimamente, ma naturalmente ci auguriamo che tra il vaccino e l’evoluzione naturale della pandemia si possa presto tornare a una normalità anche nell’organizzazione dei viaggi. D’altra parte, abbiamo l’occasione di sviluppare il turismo “nazionale” e trattenere qui gli italiani che in genere preferiscono fare le vacanze all’estero: sappiamo tutti che l’Italia ha un patrimonio artistico, culturale e paesaggistico straordinario, questa può essere un’occasione per scoprirlo o riscoprirlo. Positive sono state diverse misure che abbiamo messo in campo per incentivarlo, penso al bonus vacanze inserito nel decreto Rilancio, rivolto alle famiglie con Isee fino a 40mila euro, da spendere un soggiorno in una struttura ricettiva e che può arrivare fino a 500 euro.
Finora sono pochi i cinema che hanno deciso di riaprire, quando si potrà tornare a una sorta di normalità?
Una parte delle risorse che abbiamo stanziato, e che già sono state spese, sono anche per il cinema. Ma ci saranno altri fondi per andare incontro alle sale cinematografiche che rischiano di chiudere. Parliamo di un patrimonio che va tutelato, così come i teatri e gli altri luoghi della cultura: dobbiamo impedire che la pandemia sia causa della loro fine. È anche vero che l’estate è da sempre un periodo in cui nei cinema c’è meno gente, ma anche per questo credo sarà utile portare avanti una campagna promozionale per far tornare i cittadini a frequentare i luoghi della cultura nel rispetto delle norme.
Anche i lavoratori del settore dello spettacolo sono in agitazione, che risposte si sente di dare a queste maestranze?
Abbiamo fatto il possibile per aiutare questi lavoratori, che spesso hanno contratti atipici, a chiamata, sono intermittenti, e già prima dell’emergenza vivevano il loro lavoro con grandi difficoltà. Abbiamo fatto in modo che anche loro possano accedere al bonus da 600 euro, e nel decreto Rilancio abbiamo esteso notevolmente la platea dei beneficiari. Come per gli altri lavoratori, bisognerà valutare nelle prossime settimane se eventualmente integrare il sostegno: so che il Governo sta lavorando su questo.
La cultura è sempre stato un tratto distintivo del nostro Paese, quali saranno le sfide a riguardo che l’Italia dovrà vincere per ripartire?
La sfida sarà evitare che la pandemia e le sue conseguenze mettano in ginocchio un settore, quello dell’industria culturale e creativa, che economicamente vale ben 92 miliardi, oltre il 6% della ricchezza prodotta nel Paese, e che ha un valore sociale inestimabile. Non possiamo permetterci di far scomparire e nemmeno di indebolire un settore strategico come questo. L’obiettivo, allora, è quello di creare le condizioni giuste per la ripartenza, l’auspicio è che si possa anche imparare da quello che abbiamo vissuto in questi mesi, e far tesoro delle strategia messe in campo in via “emergenziale”. Penso, ad esempio, all’utilizzo del digitale e alle nuove forme di partecipazione e fruizione culturale, che potranno essere utili anche in futuro per avvicinare sempre più persone alla cultura.
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