Il Consiglio di amministrazione di Danone ha posto fine alle funzioni di presidente di Emmanuel Faber. Dietro il ribaltone le pressioni di due fondi anglosassoni, Artisan Partners e BlueBell.
Terremoto in casa Danone. Emmanuel Faber, che già aveva rinunciato alla carica di CEO della società francese, si è visto oggi revocare dalla presidenza – con effetto immediato - dal Consiglio di amministrazione.
Ultimo capitolo, questo, di una faida interna che affonda le sue radici nel calo dei ricavi e della redditività di Danone nel 2020. Faber, uscito sconfitto, era da tempo finito nel mirino di due fondi anglosassoni, Artisan Partners e BlueBell, che imputavano al manager i risultati finanziari deboli dello scorso anno.
Danone, il presidente Faber costretto alle dimissioni
A comunicare il ribaltone, nella mattinata di oggi, il board della società: Emmanuel Faber è stato sollevato dal suo incarico di presidente con effetto immediato e il Cda ha nominato al vertice di Danone l’ex numero uno di Legrand, Gilles Schnepp.
Riempita anche la casella del CEO – lasciata da Faber due settimane fa, in una sorta di concessione alle correnti interne che lo volevano estromettere – con un tandem ad interim composto da Veronique Penchienati-Bosetta, direttrice generale di Danone, e Shane Grant, vice-dg.
Faber, CEO dal 2014 e presidente dal 2017, era da tempo impegnato in un braccio di ferro con i fondi anglosassoni Artisan Partners e BlueBell, azionisti di minoranza della società francese, ma è stata la chiusura di bilancio 2020 dello scorso marzo – fatturato in calo dell’1,5%, a quota 23,6 miliardi di euro – ad accelerare gli eventi, con il Cda che aveva approvato su pressione dei fondi il principio della separazione delle cariche, al fine di impedire a Faber di ricoprire simultaneamente i due ruoli chiave dell’organigramma societario.
Ma la concessione del manager, che aveva abbandonato la carica di CEO non senza resistenze, e continuando comunque a svolgere la funzione ad interim, non è bastata, e così per i piani di riorganizzazione e riduzione dei costi, targati Faber e ancora nel pieno delle negoziazioni con i sindacati, potrebbe scattare ora il semaforo rosso.
Il titolo in rialzo su Euronext
Le dimissioni di Emmanuel Faber e la nuova governance annunciata da Danone, intanto, stanno incontrando il favore dei mercati: il titolo, quotato su Euronext, scambia ora a 59,82 dollari, in rialzo del 2,9% dalla chiusura di venerdì.
Malgrado i deludenti risultati finanziari del 2020, le azioni Danone hanno registrato un balzo del 10,8% dalla scorsa primavera, con un rialzo year-to-date del 9,9%.
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