Un economista avverte: forti rischi per la Deutsche Bank in caso di nuova crisi. L’unica risposta per proteggere l’economia della Germania è nazionalizzare.
Lo stress test della BCE ha confermato: la Deutsche Bank vivrebbe una situazione assai precaria in caso di una nuova crisi finanziaria.
Anche se è improbabile che la Deutsche Bank entri in bancarotta - l’analista Martin Hellwig, come riportato dall’Express, ritiene che la banca, così cruciale per l’economia tedesca, si troverebbe ad affrontare dei gravi problemi di capitale.
«In breve: non ci sono abbastanza soldi per affrontare una lunga e grave crisi»,
ha dichiarato.
Il governo di Berlino ha già salvato con i soldi dello stato alcune delle banche della Germania che viaggiavano in condizioni estremamente difficili, ma Hellwig, top economist presso il Max Planck Institute, sostiene la necessità di un nuovo approccio: utilizzare il denaro dei contribuenti per finanziare gli investimenti del settore pubblico nelle banche.
"Rendere le banche di proprietà pubblica attraverso i fondi pubblici non è solo possibile, ma anche necessario.
Se una banca non è più capace di aiutare se stessa, il governo federale dovrebbe assumere delle iniziative ed esercitare le relative funzioni di controllo".
E prosegue: "In Svezia lo Stato è intervenuto nel 1992, ha scartato le divisioni non redditizie e ha lasciato delle aziende stabili”.
“È stato un successo, una nazionalizzazione temporanea. L’obiettivo è sempre stato quello di consentire una ripresa e poi tirarsene fuori".
La nazionalizzazione può anche non essere mai stata presente nel piano della Germania dopo l’ultima crisi finanziaria, ma degli scenari insoliti a volte richiedono delle misure disperate - ancor più opportune per le banche, dato che gran parte dell’economia è interamente a loro carico.
Hellwig ha aggiunto:
«Suppongo che questo strumento verrà utilizzato quando si avrà a che fare con un istituto che fa temere che una procedura di risoluzione possa portare danni significativi al sistema».
Le banche «troppo grandi per fallire» potrebbero essere salvate con le tasse dei contribuenti e gli investimenti potrebbero anche costituire un ritorno per lo Stato.
Un altro effetto possibile generato dall’intervento statale potrebbe essere una modernizzazione inevitabile che influirebbe positivamente sulla Deutsche Bank, che continua ad assistere al crollo delle sue divisioni retail.
«Dal di fuori si ha l’impressione che negli ultimi 20 anni i banchieri abbiano prosciugato la vitalità della Deutsche. Una nazionalizzazione in caso di emergenza potrebbe essere un passo verso una maggiore razionalità nel mondo bancario».
I commenti dell’analista giungono a circa un mese dalla chiusura da parte della Deutsche Bank di circa 200 filiali, oggi pronta a tagliare altri 3.000 posti di lavoro.
L’esperto di finanza Max Keiser ha recentemente affermato che la banca più grande della Germania è «tecnicamente insolvente» e che gestisce uno «schema Ponzi».
"La banca deve uscire dal mercato perché non sono solventi. Ma i politici, tra cui Schaeuble, permettono l’esistenza di prodotti di ingegneria finanziaria sul mercato che mascherano l’insolvenza.
(La Deutsche Bank) è morta, è insolvente, la banca è morta...È una banca morta che cammina".
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