Dipendenti pubblici, rivoluzione avanzamento di carriera: sarà solo per meritocrazia?

Chiara Esposito

17/10/2021

Nuovo assetto PA: si ripensa il sistema puntando alla valorizzazione del merito. Cardini della riforma saranno avanzamenti di carriera e salari accessori.

Dipendenti pubblici, rivoluzione avanzamento di carriera: sarà solo per meritocrazia?

Si muovono i primi passi verso la riorganizzazione delle promozioni nella PA: un nuovo sistema regolerà gli avanzamenti di carriera per i dipendenti pubblici puntando soprattutto sul criterio meritocratico.

Al centro dell’agenda del ministro Brunetta e del presidente dell’Aran Antonio Naddeo c’è quindi un piano di riforme che andrà ad agire in più direzioni.

Gli obiettivi preminenti sono la revisione di numerose forme contrattuali così come quella delle procedure di attribuzione dei salari accessori. Per definire i dettagli delle singole materie però si attendono gli esiti dei vari tavoli di confronto che si apriranno in questi giorni. Sono già stati convocati i sindacati: la mobilitazione sembra essere concreta.

Il pacchetto di norme dedicato al pubblico impiego complessivamente richiederà notevole coordinazione nonché ben 200 milioni di euro. In merito ai fondi necessari si sono espressi sia il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta che i tecnici della Funzione pubblica.

Riforme PA: riunioni in programma

Per delineare i contorni del pacchetto di riforme è necessaria una consultazione preliminare tra le parti coinvolte. La settimana del 18 ottobre 2021 si rivelerà cruciale in tal senso.

Proprio a partire dagli incontri di martedì 19 e venerdì 22 si potrà comprendere la progressione delle proposte che, al momento, restano delle semplici dichiarazioni di intenti.

Partendo da martedì, in concomitanza con lo svolgimento del Consiglio dei ministri, chiamato a discutere la legge di Bilancio, il presidente dell’Aran Antonio Naddeo avrà modo di interfacciarsi con i sindacati illustrando loro la nuova bozza di accordo.

Venerdì invece l’incontro con le rappresentanze dei lavoratori porterà alla discussione di un tema caldo: lo smart working nel pubblico impiego, pratica osteggiata dal ministro Brunetta sulla quale però si potrebbe scendere a patti.

Salari PA: novità sullo stipendio

In queste sedi, ma anche in futuro, seguendo l’iter che condurrà le bozze alla loro approvazione, si discuterà anche dei salari dei dipendenti.

Sul tavolo della trattativa ci sono aumenti di 104 euro mensili lordi, ma il tutto non si riduce ad un semplice valore relativo alle singole buste paga. Al centro del diatriba c’è il superamento del tetto ai fondi per il salario accessorio stesso. La questione è quindi strutturale e si pensa ad un’abolizione totale del limite vigente.

Questa mossa in realtà era già stata preannunciata dal decreto numero 80 del 2021 sul reclutamento, un documento sottoscritto dallo stesso Renato Brunetta. All’epoca però il provvedimento era stato inserito con carattere «programmatico», si deve lavorare ora sull’attuazione pratica.

Sul peso economico di questo cambiamenti ci sono tuttavia pareri discordanti: da un lato c’è il Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta che parla di 2 o 3 miliardi di euro l’anno, dall’altra troviamo i tecnici della Funzione pubblica che definiscono «sopravvalutata» la cifra in questione.

Avanzamento carriera: criteri valutativi e modalità

Con questa manovra dovrebbero essere stanziati anche 150-200 milioni per l’ordinamento professionale delle nuove carriere. Si lavora infatti alla nascita di una quarta area che andrebbe a definire uno spazio per le alte professionalità; una via intermedia tra i funzionari e la dirigenza.

Parallelamente prosegue l’attribuzione delle posizioni già designate che, attraverso questa riforma, gioverebbero di una regolamentazione simile a quella vigente nell’ambito privato. La meccanica che il governo intende promuovere di fatto va ad impattare sulle progressioni verticali, ossia i passaggi da un’area a quella superiore, che non saranno più regolate soltanto attraverso la via del concorso aperto agli esterni bensì anche attraverso una selezione interna. I funzionari già presenti nelle amministrazioni avranno maggiori possibilità di accedere a tali posizioni.

La scelta in quel caso sarà basata esclusivamente sulla valutazione delle competenze. Sulla carta insomma il merito dovrebbe essere il criterio valutativo preminente poiché in queste progressioni verranno valutati anche i titoli di studio e la formazione del singolo impiegato.

Ancora presto per tirare delle somme, ma il cammino da intraprendere sembra ben tracciato e un incentivo alla meritocrazia sembra esserci.

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