Stipendio gennaio 2025 dipendenti pubblici, la guida NoiPA per leggere la busta paga

Simone Micocci

13 Gennaio 2025 - 10:10

Busta paga dipendenti pubblici, ecco la guida al cedolino di gennaio con tutte le novità applicate.

Stipendio gennaio 2025 dipendenti pubblici, la guida NoiPA per leggere la busta paga

In pagamento tra il 22 e il 26 gennaio - a seconda del comparto di impiego - lo stipendio di gennaio dei dipendenti pubblici per i quali tuttavia è importante fare un approfondimento viste le novità previste per la busta paga di questo mese.

Proprio NoiPa, il portale che si occupa della gestione delle retribuzioni dei dipendenti del pubblico impiego, nei giorni scorsi è intervenuto per fare chiarezza su alcuni aspetti del cedolino di gennaio, nel quale - è bene chiarire fin da subito - non è presente il taglio del cuneo fiscale come disciplinato dalla legge di Bilancio 2025. Così come non ci sono ancora gli aumenti di stipendio per il personale di quei comparti - Funzioni centrali, Difesa e Sicurezza - per i quali nei mesi scorsi è arrivata la firma sul rinnovo di contratto per il triennio 2022-2024, per quanto comunque figuri una sorta di anticipazione degli aumenti previsti attraverso la maggiorazione dell’indennità di vacanza contrattuale.

Quindi, comprendere la prossima busta potrebbe essere particolarmente complicato per un dipendente pubblico, il quale tra l’altro nella maggior parte dei casi rischia di ritrovarsi con uno stipendio più basso di quello spettante. A tal proposito, ecco una guida che può aiutare a districarsi nella lettura della prossima busta paga, facendo chiarezza su quali sono le voci che incidono sullo stipendio lordo e netto.

Stipendio lordo, non ci sono gli aumenti del rinnovo

Per quanto riguarda lo stipendio lordo è bene subito sottolineare che, almeno a gennaio 2025, NoiPa non ha ancora applicato le tabelle stipendiali come aggiornate dal recente rinnovo di contratto (sia per le Funzioni centrali - ministeri, enti pubblici non economici che le agenzie fiscali - che per il comparto Difesa e Sicurezza che comprende Forze Armate e di Polizia).

Va detto comunque che gli aumenti stipendiali decorrono da gennaio 2024, quindi non appena ci sarà l’adeguamento verranno anche riconosciuti gli arretrati.

L’anticipo degli aumenti stipendiali

Nel contempo, sullo stipendio di gennaio continua a essere applicata l’indennità di vacanza contrattuale fino a quando non ci sarà l’adeguamento delle nuove tabelle stipendiali.

Ma attenzione, perché a differenza di quanto previsto fino a dicembre scorso, l’indennità di vacanza contrattuale non sarà pari allo 0,5% dello stipendio lordo. La Ragioneria di Stato ha infatti dato diversa applicazione di quanto disposto dalla legge di Bilancio del 2024 applicando nei confronti di tutti i dipendenti pubblici - a decorrere da gennaio 2025 e fino a quando non ci sarà l’adeguamento stipendiale - la maggiorazione di 6,7 volte dell’indennità di vacanza contrattuale che quindi sale al 3,35%.

Su uno stipendio di 2.000 euro, ad esempio, l’Indennità di vacanza contrattuale passa da 10 euro a 67 euro lordi. Va detto però che questo aumento rappresenta a tutti gli effetti un anticipo del rinnovo di contratto: ciò significa che una volta che verranno adeguati gli stipendi e pagati gli arretrati verrà comunque considerato quanto già è stato pagato attraverso questo strumento. Se su uno stipendio di 2.000 euro spetta un incremento di 100 euro, ad esempio, come arretrati verranno riconosciuti solo 37 euro.

Le nuove regole per il calcolo dello stipendio netto

Per quanto riguarda la trasformazione da stipendio lordo a netto, da gennaio 2025 torna a essere applicata l’aliquota contributiva piena pari all’8,80% nel caso dei dipendenti pubblici visto l’addio allo sgravio contributivo che fino al 2024 ha ridotto di 6 o 7 punti - nel caso di stipendio lordo rispettivamente non superiore a 2.692 e 1.923 euro - la quota di contributi a carico del dipendente.

Questa perdita viene compensata dall’entrata in vigore delle nuove regole sul taglio del cuneo fiscale, che vanno dall’introduzione di un nuovo trattamento integrativo fino a 80 euro al mese a un incremento fino a un massimo di 1.000 euro l’anno della detrazione per redditi da lavoro dipendente per chi ha un reddito che non supera i 40.000 euro. Tuttavia, come fatto sapere da NoiPa, nel cedolino di gennaio queste nuove regole non sono state ancora applicate, con i dipendenti pubblici che quindi andranno a percepire un netto più basso rispetto a quello effettivamente spettante.

Bisognerà attendere probabilmente il mese prossimo per questo adeguamento, con contestuale pagamento degli arretrati riferiti a gennaio.

Così come non ci sarà il bonus mamme per chi ha due figli di cui almeno uno di età inferiore a 10 anni: per quanto questa misura sia stata confermata dalla legge di Bilancio 2025, serve un decreto attuativo per tornare ad applicarla. Non ci sono problemi invece per le mamme di almeno 3 figli di cui almeno uno di età inferiore a 18 anni, visto che in questo caso lo sgravio spetta in automatico fino al 2026.

Il ritorno delle addizionali

Ricordiamo poi che a gennaio tornano a essere applicate in busta paga le addizionali comunali e regionali dopo la pausa di dicembre. Vale però solo per quelle a saldo del 2024, che vengono trattenute in 11 rate - da gennaio a novembre appunto - nell’anno successivo a quello a cui riferiscono.

Per il ritorno delle addizionali comunali in acconto per il 2025, invece, bisognerà attendere fino a marzo prossimo (e il pagamento proseguirà sempre fino a novembre).

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