Busta paga, quando arriva il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti pubblici? Il ministero dell’Economia spiega le ragioni del ritardo.
Niente cuneo fiscale nelle buste paga di aprile dei dipendenti pubblici, come inizialmente era stato anticipato. Nella guida NoiPa alla busta paga di questo mese, infatti, non viene data notizia del taglio del cuneo fiscale previsto dalla legge di Bilancio 2025, con i dipendenti pubblici che quindi dovranno avere ancora un po’ di pazienza.
È lecito chiedersi quindi quando arriva il taglio del cuneo fiscale in busta paga, anche perché in quell’occasione il personale interessato riceverà anche gli arretrati di questi primi mesi dell’anno. Nonostante il ritardo nell’applicazione in busta paga, infatti, i vantaggi del cuneo fiscale non sono andati persi visto che la misura decorre comunque dall’1 gennaio 2025. Una volta che le nuove regole di calcolo della busta paga, per la trasformazione da lordo a netto, saranno finalmente applicate da NoiPA, quindi, ci sarà il riconteggio degli ultimi stipendi percepiti con relativo pagamento di eventuali somme non corrisposte.
Nonostante la garanzia di non perdere quanto spetta, non mancano però le polemiche per il ritardo nell’arrivo del taglio del cuneo fiscale. D’altronde, va ricordato che da inizio anno i dipendenti pubblici, così come gli altri lavoratori dipendenti del settore privato, hanno smesso di beneficiare dello sgravio contributivo Ivs che veniva riconosciuto ai redditi fino a 35.000 euro (in realtà la valutazione era mensile, considerando la soglia di 2.692 euro lordi). Un addio che sulla carta è stato sostituito dal cuneo fiscale ma che nei fatti ha visto una perdita in busta paga non ancora compensata. Ecco quando questa mancanza dovrebbe essere finalmente colmata.
Perché il cuneo fiscale non è ancora nelle buste paga dei dipendenti pubblici
A spiegare le ragioni per cui il taglio del cuneo fiscale, che da quest’anno interviene sull’Irpef e non più sui contributi, non è ancora nelle buste paga dei dipendenti pubblici è il ministero dell’Economia a cui fa capo NoiPa, la piattaforma incaricata della gestione degli stipendi statali.
Nel dettaglio, il problema è che in queste settimane i sistemi stanno eseguendo l’upgrade richiesto dall’Agenzia di Cybersicurezza nazionale, ragion per cui si stanno registrando ritardi nella procedura di aggiornamento dei criteri di calcolo dello stipendio.
Quando arriva il cuneo fiscale in busta paga
A questo punto è lecito chiedersi per quanto si protrarrà questo ritardo, ossia quando le nuove regole del cuneo fiscale saranno in busta paga. Secondo le ultime indiscrezioni c’è il rischio che anche maggio slitti, arrivando solo a giugno 2025. Una scadenza che comunque non è confermata da fonti ufficiali, visto che il ministero dell’Economia si è limitato a dire che i tecnici sono al lavoro per far sì che il cuneo fiscale arrivi “il prima possibile” in busta paga.
Perché il ritardo non è necessariamente un male
Va detto comunque che il ritardo con cui NoiPa sta applicando il cuneo fiscale in busta paga non rappresenta necessariamente una cattiva notizia. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, infatti, le nuove regole introdotte dalla legge di Bilancio possono portare a un conguaglio di fine anno negativo per il lavoratore, con il rischio che in un secondo momento questo debba restituire quanto percepito.
Spieghiamoci meglio. Lo scorso anno il diritto allo sgravio contributivo Ivs veniva valutato mese per mese. Si sapeva subito, quindi, se il lavoratore superava o meno la soglia prevista - 1.923 euro per lo sgravio del 7%, 2.692 euro per quella del 6% - per beneficiare o meno del bonus, senza rischiare la restituzione in un successivo momento.
Discorso differente per il nuovo cuneo fiscale, calcolato invece su tutto il reddito percepito nell’anno di riferimento. Per sapere quanto esattamente spetta nel 2025, quindi, bisognerebbe attendere fine anno, cosa che tuttavia non è possibile. Per il momento, quindi, il bonus viene calcolato sul reddito presunto, con il rischio che aumenti che interverranno in un secondo momento portino alla perdita del diritto, o comunque alla riduzione dell’importo, di quanto percepito.
Questo ritardo, invece, permette a NoiPa di avere una situazione più chiara rispetto al reddito 2025, limitando così le possibilità di un conguaglio - a debito - successivo.
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