Domenico Arcuri non è più il commissario straordinario per l’emergenza Covid dopo la sostituzione con Paolo Figliuolo: la biografia e lo stipendio di quello che comunque rimane sempre l’ad di Invitalia.
Domenico Arcuri non è più il commissario straordinario in Italia per l’emergenza Covid. Una delle prime mosse del nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi è stata infatti la sua sostituzione con Paolo Figliuolo, un generale dell’esercito.
Con la nascita del governo Draghi, subito la sua posizione è sembrata traballante fino al ben servito arrivato quasi un anno dopo l’investitura decisa dal vecchio inquilino di Palazzo Chigi Giuseppe Conte.
Nell’anno probabilmente più difficile della storia recente del Paese, Arcuri ha avuto un ruolo fondamentale nel far fronte alla pandemia, gestendo prima l’emergenza e poi anche la delicata questione dei vaccini.
Vediamo allora la biografia e lo stipendio di Domenico Arcuri che, ora che non è più commissario straordinario all’emergenza Covid, rimane sempre l’amministratore delegato di Invitalia.
La biografia di Domenico Arcuri
Domenico Arcuri, classe 1963 (ha 57 anni) è amministratore delegato di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa). Adesso, però, questo dovrà ricoprire un altro delicato incarico: quello di commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, con il compito di coordinare l’emergenza nel sistema sanitario.
Laureato in Economia all’Università LUISS di Roma, la sua prima esperienza lavorativa l’ha avuta nell’IRI - Istituto per la Ricostruzione Industriale - (direzione pianificazione e controllo dove si è occupato delle aziende del gruppo posizionate nei settori delle telecomunicazioni, dell’informatica e della radiotelevisione) salvo poi passare in PARS, joint venture Arthur Andersen e GEC, per la quale è stato amministratore delegato. Tra i suoi incarichi anche quello di partner responsabile italiano “Telco, Media e Technology” di Arthur Andersen, mentre nel 2004 ha ricoperto lo stesso ruolo per Deloitte Consulting.
Poi il passaggio ad Invitalia, dove - come si legge sul sito ufficiale dell’agenzia - ha guidato il piano, voluto dal Governo, di riorganizzazione e rilancio dell’azienda. Un’azienda che, ricordiamo, oggi gestisce i principali incentivi per le nuove imprese, come ad esempio Smart&Smart Italia e Fondo Italia Venture per le start-up innovative.
Vista la sua alta professionalità, oggi Domenico Arcuri collabora anche con alcuni dei più importanti atenei d’Italia, ovvero la Bocconi, la Federico II e la LUISS, ed è editorialista su alcuni quotidiani nazionali con articoli che spesso trattano il tema dello sviluppo del Sud Italia. Da tempo, infatti, Arcuri sostiene che “non esiste una questione meridionale, ma una questione nazionale che deve considerare prioritarie le politiche per il Sud”.
Dal 16 marzo 2020 al 1 marzo 2021 ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.
Dopo aver coordinato la riapertura delle scuole in eatate, è stato sempre Domenco Arcuri il reponsabile del piano di distribuzione del vaccino anti-Covid in Italia.
Lo stipendio
Dello stipendio di Domenico Arcuri in passato si è parlato soprattutto per via della sforbiciata, arrivata nel 2013, agli stipendi dei manager della Pubblica amministrazione con il commissario che si vide tagliare di molto il proprio compenso.
Se ai tempi di Deloitte Consulting pare che la sua retribuzione annua fosse di 600.000 euro, con il suo approdo a Invitalia secondo Il Tempo il manager aveva visto il suo stipendio lievitare fino a 900.000 euro.
Dopo una prima decurtazione a 800.000 euro, lo stipendio di Arcuri sarebbe poi passato nel 2013 a 300.000 euro a causa della normativa sul tetto dei manager. Una cifra confermata anche dal diretto interessato che nel 2014 a Repubblica ha dichiarato di guadagnare “300.000 euro, tutto compreso”.
Al momento però il commissario straordinario sarebbe nel mirino della Corte dei Conti del Lazio, con la vicenda che riguarderebbe gli stipendi che avrebbe percepito in modo indebito in qualità di amministratore delegato di Invitalia.
“Al momento non vi è alcuna indagine, ma solo l’invio di un avviso volto ad interrompere eventuali termini prescrizionali - ha spiegato Arcuri in una nota ribadendo la massima collaborazione - I fatti riguardano il controllo della Corte dei Conti relativo al 2015 e agli anni precedenti ma che è stato trasmesso ora; come avrò modo di spiegare la disciplina relativa ai tetti di trattamento economico non trova applicazione per contratti che, come il mio, risalgono ad una data antecedente al 2007”.
Stando a quanto scritto dal quotidiano Domani, Domenico Arcuri “avrebbe percepito 764.000 euro nel 2013, 617.000 nel 2014 e avrebbe superato il tetto dei 192.000 euro anche nel 2015, 2016 e 2017”.
“Secondo la ricostruzione della Corte dei Conti, da manager di Invitalia, Arcuri e gli altri membri del consiglio di amministrazione avrebbero per alcuni anni percepito stipendi più alti di quelli stabiliti dalla legge che ne aveva disposto la riduzione - si legge sempre nell’articolo - La cifra non è stata restituita, il commissario ha ricevuto 1.467.200 euro in più rispetto ai limiti di legge”.
Per il suo ruolo di commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri ha potuto contare su uno staff formato da 39 persone ma al momento non è noto se questo incarico è stato svolto in maniera gratuita o se con un compenso.
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