Le dichiarazione del presidente BCE Mario Draghi sembrano essere chiare: la banca centrale europea apre le porte ad un possibile QE entro la fine del 2015.
La BCE è pronta a discutere il cambiamento di politica monetaria, eventualmente aumentando la portata del QE attuale, durante la riunione di dicembre. I mercati hanno ricevuto quel che si aspettavano: il presidente della BCE apre le porte al QE 2 entro la fine del 2015.
Come specificato dal numero uno dell’Eurotower durante la diretta della conferenza stampa, l’aumento dello stimolo all’economia dell’Eurozona potrebbe essere necessario se le pressioni sull’inflazione continueranno ad essere negative, mantenendo l’indicatore ben al di sotto del target della BCE al 2%.
Inoltre, nonostante l’esposizione dell’Eurozona alla Cina - di cui spaventa il rallentamento economico - non sia alta come si pensa, il contesto dei mercati mondiali potrebbero applicare una forza al ribasso sull’economia europea.
Poco dopo la riunione del consiglio direttivo della BCE tenutosi a Malta, il presidente Draghi ha affermato che una modifica alla politica di allentamento nell’Area Euro «dovrà essere riesaminato a dicembre», lasciando spazio agli speculatori e ai mercati di puntare proprio sull’ultimo mese dell’anno come il prescelto per annunciare il “QE 2”, uno nuovo piano di quantitative easing dalla durata e dalla portata potenziata.
La reazione dell’Euro (EUR) è stata immediata: il ribasso sul cambio euro-dollaro è arrivato a -1,5%.
Il presidente ha affermato che il consiglio della BCE ha discusso molto su quali strumenti di politica monetaria utilizzare per continuare a sostenere la crescita dell’EurozONa, affermando che i membri della banca hanno addirittura parlato della possibilità di tagliare i tassi di interesse, già ai minimi storici, sebbene la decisione per ottobre sia stata quella di lasciarli invariati.
C’è stato un vivo confronto su tutti gli strumenti monetari che possono essere usati ... e la conclusione è stata: siamo pronti ad agire in caso di necessità.
La probabilità di un aumento del QE entro la fine del 2015 acquista forza dopo le parole di Draghi: il piano di stimolo attuale potrebbe dunque non essere più efficace, sebbene la BCE si è detta “soddisfatta” dei risultati attuali.
Ad aumentare le possibilità di un cambiamento di politica monetaria a dicembre sono le stesse parole di Mario Draghi: la Germania - l’economia più grande dell’Eurozona - non era presente nell’organo decisionale durante la riunione di oggi, ma lo sarà durante l’ultimo mese dell’anno.
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