Renzi sarebbe il grande tessitore di una trama per far fuori Conte e Zingaretti: con una debacle alle regionali Bonaccini si prenderebbe il PD, Draghi andrebbe a Palazzo Chigi mentre Franceschini finirebbe in pole per il Quirinale.
La tela che Matteo Renzi starebbe tessendo sarebbe tanto complessa da far impallidire Christopher Nolan, oppure il tanto amato Niccolò Machiavelli. Al centro di tutto ci sono le imminenti elezioni regionali.
Gli ultimi sondaggi infatti non sorridono al Partito Democratico, che potrebbe uscire con le ossa rotte dall’election day subendo un clamoroso 1 a 5 con solo la Campania che non finirebbe in mano al centrodestra.
In Toscana infatti si parla di un serrato testa a testa tra Eugenio Giani e la leghista Susanna Ceccardi, mentre in Puglia dove Italia Viva si presenta per conto proprio Raffaele Fitto viene indicato di poco avanti rispetto a Michele Emiliano.
Con Liguria e Veneto dove rispettivamente Giovanni Toti e Luca Zaia non dovrebbero avere problemi a portare a casa un comodo successo elettorale, anche le Marche sembrerebbero essere chiaramente indirizzate verso il centrodestra.
In questo scenario si sta iniziando a parlare di una sorta di “partito della sconfitta” all’interno del sempre tumultuoso PD: una batosta alle regionali, come a effetto domino, potrebbe portare a una autentico tsunami politico che partendo dal Nazareno arriverebbe fino a Palazzo Chigi e poi al Quirinale.
La trama di Renzi per far fuori Conte e Zingaretti
Quello che starebbe trapelando leggendo i giornali degli ultimi giorni sembrerebbe essere una sorta di cospirazione, allo scopo di cambiare in un colpo solo premier e segretario del PD, imbastendo al tempo stesso quella che potrebbe essere la strategia per affrontare al meglio l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica che avverrà a febbraio 2022.
Bisogna partire però da un presupposto: in qualsiasi caso questa legislatura deve andare avanti, visto che in caso di elezioni anticipate Italia Viva secondo i sondaggi non andrebbe oltre uno striminzito 3% e in Parlamento si avrebbe una netta maggioranza di centrodestra, che a quel punto avrebbe i numeri per eleggere al Colle un Presidente sovranista.
Al tempo stesso la miccia che potrebbe innescare questa bomba politica sono le elezioni regionali dove, in caso di una debacle, per il Partito Democratico sarebbe inevitabile un nuovo congresso dove Nicola Zingaretti potrebbe fare le valigie.
A quel punto i renziani sperano in una ascesa di Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna capace di fermare l’avanzata della Lega lo scorso gennaio e di affrontare meglio di altri suoi colleghi l’emergenza Covid.
Tolto Nicola Zingaretti finirebbe in un vicolo cieco il percorso di una sorta di alleanza strutturale tra il PD e i 5 Stelle ma, soprattutto, Giuseppe Conte perderebbe il suo più grande sponsor iniziando questa volta a traballare sul serio.
A quel punto tra i dem verrebbero meno anche le resistenze a un cambio di inquilino a Palazzo Chigi: via Conte e dentro Draghi, per un governo di larghe intese sostenuto anche da Forza Italia e diversi “responsabili” fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle, peones disposti a tutto pur di allungare la propria vita politica.
Nel PD però non si muove mai foglia se non lo vuole Dario Franceschini, che da tempo viene descritto come smanioso di diventare il prossimo Presidente della Repubblica. Ecco perché Matteo Renzi lo potrebbe lanciare verso il Quirinale in cambio di un appoggio in questo ribaltone.
Ipotesi e voci queste che sembrano essere uscite fuori dalla sceneggiatura di House of Cards, ma quanto di mezzo c’è Matteo Renzi anche una cosa all’apparenza quasi impossibile, come una alleanza di governo tra PD e 5 Stelle, può diventare realtà.
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